Secondo la Commissione Europea la nuova legge anticorruzione ha segnato un importante passo in avanti per l’Italia, mettendo l’accento sulle politiche di prevenzione mirate a potenziare la responsabilità dei pubblici ufficiali e della classe politica e a riequilibrare il peso che gravava quasi solo su forze dell’ordine e magistratura. Tuttavia la corruzione in Italia rimane un problema serio e lo dimostrano i continui scandali sia sul piano politico (l’ultima ondata ha coinvolto quasi tutti i consigli regionali), sia sul piano imprenditoriale (Expo e Mose per citare i casi più eclatanti). “Il regime restrittivo della prescrizione continua a ostacolare l’accertamento nel merito dei casi di corruzione e secondo Bruxelles la disciplina sul conflitto di interessi e sui finanziamenti ai partiti politici è sotto certi aspetti insoddisfacente.
Gli appalti pubblici e il settore privato continuano a essere settori a rischio, malgrado le misure adottate. Occorrono ulteriori sforzi per garantire un’applicazione e un monitoraggio efficaci del quadro legislativo anticorruzione, compresi i decreti legislativi, in modo da garantire un impatto sostenibile sul campo”.
La Commissione suggerisce di dare maggiore attenzione ad alcuni aspetti:

  • rafforzare il regime di integrità per le cariche eletti ve e di governo nazionali, regionali e locali, anche con codici di comportamento completi, strumenti adeguati  di  rendicontazione  e  sanzioni  dissuasive in caso di violazione. Vagliare l’opportunità di spronare i partiti politici ad adottare codici di comportamento e di promuovere patti deontologici tra partiti e gruppi politici. Astenersi dall’adozione di leggi ad personam. Rafforzare il quadro giuridico e attuativo sul finanziamento ai partiti politici, soprattutto per quanto riguarda le donazioni, il consolidamento dei conti, il coordinamento e adeguati poteri di controllo sul finanziamento dei partiti e l’applicazione di sanzioni dissuasive;
  • colmare le lacune della disciplina della prescrizione, come richiesto dalle raccomandazioni rivolte all’Italia a luglio 2013 nel quadro del semestre europeo, vagliando la modifica della normativa sulla decorrenza dei termini di prescrizione (anche escludendo le istanze d’appello dai termini di prescrizione) e l’adozione di norme più flessibili sulla sospensione e sull’interruzione. Valutare il rischio di prescrizione per i procedimenti in corso per reati di corruzione e dare priorità ai procedimenti che presentano tale rischio;
  • estendere i poteri e sviluppare la capacità dell’autorità nazionale anticorruzione CIVIT in modo che possa reggere saldamente le redini del coordinamento e svolgere funzioni ispettive e di supervisione efficaci, anche in ambito regionale e locale. Garantire un quadro uniforme per i controlli interni e affidare la revisione contabile della spesa pubblica a controllori esterni indipendenti a livello regionale e locale, soprattutto in materia di appalti pubblici. Garantire un sistema uniforme, indipendente e sistematico di verifica del conflitto di interessi e delle dichiarazioni patrimoniali dei pubblici ufficiali, con relative sanzioni deterrenti;
  • rendere più trasparenti gli appalti pubblici, prima e dopo l’aggiudicazione, come richiesto dalle raccomandazioni rivolte all’Italia a luglio 2013 nel quadro del semestre europeo.
    Questo obiettivo potrebbe essere raggiunto ponendo l’obbligo per tutte le strutture amministrative di pubblicare online i conti e i bilanci annuali, insieme alla ripartizione dei costi per i contratti pubblici di opere, forniture e servizi, in linea con la normativa anticorruzione. Considerare di conferire alla Corte dei conti il potere di effettuare controlli senza preavviso. Garantire il pieno recepimento ed attuazione della decisione quadro 2003/568/GAI del Consiglio relativa alla lotta contro la corruzione nel settore privato. Vagliare la messa a punto di dispositivi preventivi e di monitoraggio della corruzione per le imprese che operano in settori, come la difesa e l’energia, in cui casi di corruzione transnazionale su larga scala hanno evidenziato l’esposizione al fenomeno.
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