Tutto pronto per Consumeeting. Intervista a Fabio Picciolini

“Il consumatore consapevole è quello che si informa, che vuole sapere e conoscere le offerte, e solo dopo decide. E oggi, se vuole, può avere migliori tutele rispetto al passato”. È quanto spiega Fabio Picciolini, presidente di Consumers’ Forum, presentando Consumeeting 2014, l’evento di Consumers’ Forum che si svolgerà domani a Roma.

Il programma della giornata è molto denso e diviso in tre workshop separati, dedicati ai temi “Consumatore Consapevole”, “Europa Diritti e Garanzie” e “Conciliazioni Paritetiche”: specialisti, esperti di settore, istituzioni, associazioni di consumatori, media, imprese e loro rappresentanze si confronteranno su tematiche consumeriste quali l’uso consapevole dei farmaci, l’alfabetizzazione finanziaria,  l’applicazione della Direttiva sulle ADR 2013/11/UE e la best practice delle conciliazioni paritetiche, la Corporate Social Responsibility, il rapporto tra azienda e consumatori tramite la multicanalità e la customer satisfaction, l’e-payment, il settore food e la distribuzione, l’applicazione ai servizi locali del Regolamento 1371/2007 sui trasporti, le indicazioni europee in tema di roaming. Consapevolezza del consumatore, sviluppi delle nuove tecnologie, best practices ed Europa sono la chiave con cui interpretare il consumerismo oggi: questo quanto emerge dalle parole di Picciolini, presidente di Consumers’ Forum.

Consumeeting di quest’anno è dedicato al “Consumatore consapevole nell’era digitale”. Chi è il consumatore consapevole oggi?

Il consumatore consapevole è quello che si informa, che non si accontenta di quello che dice il venditore o chi gli offre il servizio ma vuole sapere, vuole conoscere e confrontare le varie offerte che gli vengono fatte. E solo dopo decide consapevolmente.

Il consumatore del 2014 è più consapevole rispetto al passato?

Ha più difficoltà rispetto al passato, perché il mondo corre, e deve stare più attento a quello che viene offerto e ai servizi con cui viene in contatto. Ha però più possibilità di controllare: se il consumatore vuole, può avere migliori tutele rispetto al passato.

Stiamo vivendo un’era digitale. Quali sono i cambiamenti che la tecnologia porta al consumatore?

Cambiamenti ci sono a tutti i livelli di vendita. L’e-commerce in Italia sta crescendo e sta recuperando rispetto a un passato non positivo. Il consumatore deve saper confrontare i prezzi e usare i mezzi informatici, ad esempio saper leggere il codice QR. Quindi è un consumatore più preparato a livello informatico, che ha la possibilità di confrontare e scegliere. E per farlo deve avere qualche cognizione in più. Le tecnologie, l’informatica e la digitalizzazione hanno portato i consumatori a un livello di consapevolezza più alto. Ma è fondamentale anche il ruolo della normativa e non solo quello della preparazione del consumatore e della correttezza del venditore. Penso al decreto 21 sulle vendite via internet, che è fondamentale perché ci siano regole certe e uguali per tutti.

Una delle sfide per i consumatori è quella di avere un mercato equo e garanzie dei diritti per tutti a livello europeo, perché ormai la partita si gioca in Europa. Quali sono i temi principali che bisogna affrontare in Europa?

Negli ultimi mesi sono state approvate e recepite a livello nazionale norme importanti. Più che singoli temi, credo che una cosa sia importante, se vogliamo che l’Europa sia una e possa muoversi in maniera omogenea: quello di avere una legislazione omogenea, anche per sviluppare i mercati transfrontalieri. Mi permetto di segnalare per tutti il problema fiscale: i veti delle singole nazioni stanno bloccando un tema che è uno dei più importanti se vogliamo un’Europa unita.

Cosa vi aspettate dalla presidenza italiana in Europa?

Ci aspettavamo molto. La prima mossa che hanno fatto, quella del roaming (l’Italia ha chiesto di rinviare lo stop al roaming e alle tariffe extra pagate nell’Unione per le telefonate e internet mobile, che doveva scattare per la fine del 2015, ndr) non ci ha convinto affatto. Credo, e parlo più come cittadino, che l’Europa degli ultimi anni di crisi debba essere superata. È necessario che insieme al rigore ci siano uno sviluppo consapevole che consenta alle imprese di recuperare un po’ di attività persa negli ultimi sette anni e al consumatore di iniziare a spendere di nuovo qualcosa. In pochi anni il cittadino, lavoratore e consumatore ha perso circa il 10% del proprio potere d’acquisto.

Qual è il messaggio che con questo evento volete mandare al consumerismo italiano?

Quello che si può collaborare. Imprese, istituzioni, atenei e associazioni dei consumatori possono collaborare per fare qualcosa di positivo per tutti. Ricordo la battaglia di Consumers’ Forum per la conciliazione paritetica, diventata una best practice europea. Se ci mettiamo tutti insieme penso che Consumers’ Forum possa essere un punto di snodo perché il consumerismo italiano possa avere una voce più unita anche a livello europeo.

 

di Sabrina Bergamini

@sabrybergamini

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