Entra in vigore la nuova normativa dell'UE sulla responsabilizzazione dei consumatori per la transizione verde. Ciò significa che prima di acquistare un prodotto i consumatori otterranno informazioni migliori e più armonizzate sulla sua durabilità e riparabilità. I consumatori saranno inoltre meglio informati sui loro diritti di garanzia legale. Inoltre, sarà vietato formulare asserzioni ambientali vaghe, il che significa che le imprese non potranno più dichiarare di essere "verdi" o "rispettose dell'ambiente" se non sono in grado di dimostrare di esserlo realmente. Inoltre non sarà più ammesso esporre loghi volontari inattendibili relativi alla sostenibilità. Saranno inoltre vietate le pratiche commerciali sleali legate all'obsolescenza precoce, come le false dichiarazioni sulla durabilità di un bene.

Nei film e nelle serie tv italiane, in 7 casi su 10 sono le donne a occuparsi della casa e della famiglia. Per il 37% del campione intervistato da Consumers’ Forum e Ipsos, il linguaggio mediatico è spesso sessista e discriminatorio.

La nuova direttiva, pubblicata il 6 marzo scorso, integra le discipline in materia di pratiche commerciali scorrette e diritti dei consumatori nei contratti. Il 6 marzo scorso è stata pubblicata sulla Gazzetta ufficiale dell’Unione europea la direttiva (UE) n. 2024/825 sulla “responsabilizzazione dei consumatori per la transizione verde” (“Direttiva”).

 

- Garanzie per i sistemi di intelligenza artificiale usati per finalità generali
- Limiti all'uso dei sistemi di identificazione biometrica da parte delle forze dell'ordine
- No a sistemi di credito sociale, o per manipolare e sfruttare le vulnerabilità degli utenti
- I consumatori avranno diritto a presentare reclami e ricevere spiegazioni rilevanti
- Personal identification technologies in street surveillance cameras
- Vietata l'estrapolazione indiscriminata di immagini facciali da internet per banche dati di riconoscimento facciale

 

Ogni giorno la violenza sulle donne interroga la società.  L’87% degli italiani ritiene che i media hanno il potere di creare narrazioni e alimentare (o abbattere!) stereotipi. Il 58% ritiene che i media trattano le tematiche di genere in modo inadeguato.

Le aziende che si macchiano di reati ambientali dovranno pagare risarcimenti dal 3 al 5 per cento del fatturato e i responsabili rischieranno dai 5 ai 10 anni di reclusione. Inclusi nei crimini contro l'ambiente traffico di legname, riciclaggio di componenti inquinanti di navi e violazioni gravi della legislazione sulle sostanze chimiche.

Il Consiglio europeo ha adottato una direttiva per dare più potere ai consumatori nella transizione verde. La proposta era stata presentata il 30 marzo 2022 ed è una delle iniziative previste dalla Nuova Agenda dei Consumatori 2020 e dal Piano d’Azione per l’Economia Circolare 2020 della Commissione europea in applicazione dell’European al Green Deal europeo. Fa parte di un pacchetto di 4 proposte, insieme al regolamento sulla progettazione ecocompatibile e alle proposte di direttiva sulle dichiarazioni ecologiche e sul diritto alla riparazione.

26 aree omogenee assegnate a 7 operatori con un prezzo unico applicato in tutta Italia. Pubblicati i risultati delle aste competitive, effettuate da Acquirente Unico lo scorso 10 gennaio, che hanno selezionato gli operatori del futuro Servizio a tutele graduali dell’elettricità, a cui saranno assegnati i clienti domestici non vulnerabili ancora nel servizio di maggior tutela al 1° luglio 2024.

ChatGPT: Garante privacy, notificato a OpenAI l’atto di contestazione per le violazioni alla normativa privacy. Il Garante per la protezione dei dati personali ha notificato a OpenAI, società che gestisce la piattaforma di intelligenza artificiale ChatGPT, l’atto di contestazione per aver violato la normativa in materia di protezione dei dati personali.

Molti brand hanno scelto di rivolgere maggiore attenzione alla sostenibilità ambientale, ma nella maggior parte dei casi si tratta di approcci timidi ad una questione che richiede cambiamenti radicali. Dopo un 2023 flagellato dagli eventi legati alla crisi climatica, il 2024 deve essere affrontato in un’ottica più risolutiva, o il sistema moda rischia di collassare (assieme al pianeta).

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