carrelloIl 70% degli italiani convinto che nei primi 12 mesi spebderà meno, ma l’egopower spinge a comprare prodotti biologici, superfood e Made in Italy. Il rapporto “Miti del consumo, consumo dei miti” di Censis e Conad.  “Il nuovo mito sono io”, e dunque: “compro ciò che mi fa stare bene, che mi gratifica e che parla di me”. A pensarlo sono milioni di italiani, che dagli anni della crisi a oggi hanno modificato le proprie abitudini di acquisto trasformando il panorama dei consumi. Un panorama dove schizzano gli acquisti di alimenti biologici, di superfood e di prodotti Made in Italy, ma che vede anche gli italiani sempre più sospettosi verso esperti e portatori di competenze, pronti a fidarsi solo di se stessi.

È quanto emerge dalla ricerca “Miti dei consumi, consumo dei miti” presentata oggi a Milano e realizzata dal Censis in collaborazione con Conad nell’ambito del progetto “Il nuovo immaginario collettivo degli italiani”. L’indagine parte dal "racconto degli scontrini" del Belpaese, per poi analizzare i trend di acquisto e il loro legame con la percezione che di sé e della realtà hanno i consumatori, partendo dal presupposto che “redditi stagnanti e incertezza diffusa non bastano da soli a spiegare l'arresto dei consumi”.

Se da una parte il 70,5% degli italiani è infatti convinto che nei prossimi dodici mesi non potrà spendere di più, a guidare le scelte di acquisto è “l’egopower”, una sorta di egoismo che porta a pensare solo a sé e alla propria famiglia. Ecco quindi che crescono i prodotti percepiti come scelte di benessere, come i “free from” e i senza lattosio, che nei punti vendita Conad hanno registrato un aumento in valore dell’8,5% (periodo gennaio-agosto 2017-2018), o i prodotti con farine a base di cereali superfood (+3,1% nelle stesso periodo, con punte di +30,2% per la pasta e dell’11,5% per i biscotti), gli integratori (+3,3%, di cui gli antiossidanti +19,5% e le vitamine e i minerali +12,3%).

Ma a “tirare” sono soprattutto le tipologie di prodotto che consentono ai consumatori di prendere posizione e avere un ruolo attivo su questioni sensibili come l’ambiente o l’italianità. Si spiega così la crescita inarrestabile dei prodotti biologici (+8% nello stesso periodo, mentre bevande e ortofrutta segnano rispettivamente +23,8% e +17,2%). Analogo boom si registra per i prodotti certificati, (i vini Doc e Docg italiani biologici segnano +27,8% nello stesso periodo, gli Igp e Igt italiani biologici +26,1%).

“Se il consumatore attribuisce un alto valore soggettivo al prodotto, perché risponde a sue specifiche esigenze e valori, allora mette mano alla tasca e la spesa aumenta. La logica ‘compro di più di tutto’ è tramontata, vince una rigorosa selezione dei prodotti, su cui eventualmente spendere anche di più”, spiega il rapporto.

C’è però un rischio legato al dominio dell’egopower, e cioè quello che gli italiani, sempre più convinti di essere autosufficienti e di poter fare affidamento solo su se stessi (il 90,8% non ha modelli a cui ispirarsi), hanno perso punti di riferimento. Quasi 37 milioni di connazionali comprano prodotti in totale autonomia, il 25% dei giovani è sospettoso nei confronti di chi ha un sapere riconosciuto, e il “mito dell’io” rende il consumatore tipo “diffidente persino verso esperti e competenze, rendendolo a volte vulnerabile all’ospite inatteso e sgradito delle fake news”.

https://www.repubblica.it/economia/rapporti/osserva-italia/mitiditalia/2019/02/08/news/fake_news_e_voglia_di_benessere_cosi_cambiano_i_consumi-218625511/ 

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