farmaciÈ dedicata all'automedicazione con gli antibiotici la Giornata europea degli antibiotici che si svolge oggi, volta a sensibilizzare l'opinione pubblica sulla minaccia della resistenza agli antibiotici per la salute pubblica e sull'uso prudente di questi farmaci. Recenti studi hanno infatti messo in evidenza come la resistenza agli antibiotici sia un grande problema di salute pubblica a livello mondiale ed europeo. Spesso una delle cause sta proprio nell'abuso di tali farmaci.

In Europa negli ultimi anni c'è stato un grande aumento dell'antibiotico resistenza per batteri come la Klebsiella pneumoniae e l'Escherichia coli: questo significa che, per coloro che vengono infettati da tali batteri, sono disponibili meno opzioni terapeutiche. I messaggi chiave lanciati al pubblico in occasione di questa giornata sono in realtà molto semplici: i batteri resistenti agli antibiotici rappresentano un pericolo per tutti perché causano infezioni che sono difficili da curare; se si assumono antibiotici con troppa frequenza, e in maniera impropria, si contribuisce ad aumentare la resistenza dei batteri agli antibiotici, che rappresenta uno dei problemi di salute più pressanti a livello mondiale. Il risultato è che quando si avrà bisogno di antibiotici per curarsi, questi potrebbero non funzionare più. "Automedicarsi con gli antibiotici significa non fare un uso responsabile degli antibiotici", è uno dei messaggi fondamentali della campagna.

Del resto, afferma anche l'Autorità europea per la sicurezza alimentare (Efsa), che collabora con il Centro Europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie (ECDC) e con l'Agenzia europea per i medicinali (EMA), in particolare sulle infezioni cha possono essere trasmesse all'uomo da animali e cibi, "i dati più recenti confermano che nell'Unione europea il numero di pazienti infettati da batteri resistenti agli antibiotici è in aumento e che la resistenza agli antibiotici è una delle minacce più temibili per la salute pubblica".

Il primo rapporto globale sulla resistenza antimicrobica pubblicato lo scorso aprile dall'Organizzazione mondiale della sanità ha evidenziato quanto sia grave il problema. "L'era post-antibiotici – nella quale infezioni comuni e lievi ferite possono diventare mortali – ormai lontana dall'essere considerata una fantasia apocalittica, è diventata invece una reale possibilità del XXI secolo": così Keiji Fukuda, Vicedirettore per la Sicurezza Sanitaria del WHO, apre la prefazione al 1° Rapporto Globale sulla resistenza antimicrobica. Il Report, evidenzia l'Agenzia Italiana del Farmaco (Aifa) "non mostra uno scenario promettente, l'utilizzo inappropriato degli antibiotici ha portato a un vasto e rapido sviluppo di ceppi di batteri resistenti a questa classe di farmaci, che rende difficile il trattamento di una gamma sempre più ampia di infezioni abbastanza comuni e facili da contrarre".

Secondo l'Organizzazione mondiale della sanità sono nove le coppie "batteri-antibiotici" che le agenzie nazionali hanno indicato come le principali minacce per la salute pubblica e tra queste ci sono Staphylococcus aureus e meticillina, Escherichia Coli e le cefalosporine, Klebsiella pneumoniae e i carbapenemi. La resistenza agli antibiotici è un fenomeno che si sta diffondendo in ogni regione del mondo. E, sintetizza l'Aifa, ci sono alte percentuali di resistenza agli antibiotici in batteri piuttosto comuni (responsabili di infezioni del tratto urinario, polmonite, infezioni del sangue). Ad esempio lo Staphylococcus aureus è un batterio Gram-positivo (naturalmente presente nella flora della pelle) che può causare una varietà di infezioni, in particolare infezioni dei tessuti molli, della pelle, delle ossa e sangue, ed è anche la causa più comune di infezioni post-operatorie. Un'altra tendenza preoccupante che è stata sottolineata nel rapporto dell'Oms è la diffusione della resistenza ai carbapenemi: in Italia la percentuale di resistenza riportata nel documento è pari a circa il 25%, inferiore solo a quella della Grecia, tra i paesi dell'Europa occidentale.

Oltre a prevenzione e controllo delle infezioni e alle vaccinazioni, una delle azioni raccomandate anche dall'Agenzia del farmaco italiano è la riduzione dell'uso inappropriato di antibiotici: nei paesi sviluppati, tra le diverse cause che hanno portato a una crescita così rapida delle resistenze, un fattore importante è rappresentato proprio dalle prescrizioni inappropriate e dall'abuso nei consumi da parte della popolazione.

Per questo oggi l'Aifa ha lanciato una campagna di comunicazione centrata sullo slogan "Senza regole gli antibiotici non funzionano". Le indicazioni: non usare gli antibiotici per curare virus o raffreddori e assumerli solo se necessario; una volta iniziata la terapia, è fondamentale attenersi scrupolosamente alle indicazioni di dosi e durata, perché interrompere arbitrariamente il trattamento prima del tempo rende i batteri sempre più "forti". La campagna sarà declinata su tutti i mezzi di comunicazione, dalla tv alla radio nazionale, alla stampa quotidiana e periodica.

DIALOGO APERTO
LA NEWSLETTER
Archivio