ANACL'Autorità nazionale anticorruzione (Anac) e il Consiglio nazionale del Notariato insieme per la lotta alla corruzione e il contrasto all'illegalità.

Il presidente Anac Raffaele Cantone e il presidente del Notariato Maurizio D'Errico hanno firmato ieri a Roma il protocollo d'intesa che avvia un tavolo tecnico in tema di prevenzione e di contrasto della corruzione e dell'illegalità nella pubblica amministrazione. L'accordo vuole "prevenire possibili rischi di infiltrazioni mafiose e fenomeni collusivi nel sistema dei contratti pubblici".

Il tavolo tecnico, che presto sarà avviato, risponde a tre principali obiettivi: instaurare un sistema di integrazione dei flussi e scambio dei dati acquisiti per verificare la coerenza tra le informazioni raccolte dall'Autorità per il monitoraggio dei contratti pubblici e quelle acquisite dai notai in sede di stipula dei contratti; avviare attività di formazione gratuite e fornire supporto metodologico nella fase di definizione dei contratti pubblici; collaborare,anche nella prospettiva di recepimento delle nuove direttive comunitarie in materia di appalti, nelle misure volte a rafforzare i presidi di legalità nelle procedure relative ai contratti pubblici.

Che la corruzione sia una piaga per l'Italia è del resto un dato acclarato. Nella rilevazione 2013 di Transparency International, ricordano i notai, "l'Italia ha registrato un indice di corruzione percepita pari a 43 (rispetto al valore di massima trasparenza di 100) che riflette l'impatto che fenomeni di corruzione e di malversazioni hanno avuto sulla percezione nazionale e internazionale del fenomeno. L'Italia si colloca su posizioni analoghe a quelle di numerosi paesi dell'Asia e dell'America Latina".

I dati dell'Autorità anticorruzione dicono che dal 2006 al 2011 la corruzione si è mantenuta stabile, con un picco nel 2009 quando il numero dei reati di corruzione (nella sua accezione aggregata) è passato da 975 a 1205. Il numero dei condannati per corruzione è diminuito dal 2007 al 2011 (si passa da 749 a 458), il numero dei condannati per concussione si è invece triplicato, passando da 134 a 344. La distribuzione del tasso di condanne può contribuire a dare la dimensione degli esiti della lotta alla corruzione condotta nelle singole Regioni: le inchieste giudiziarie che hanno portato a una significativa emersione della criminalità corruttiva nel 2011 hanno interessato soprattutto, in ordine decrescente, la Liguria, la Puglia e l'Abruzzo, per la concussione, e il Lazio, la Campania, la Calabria e la Lombardia, per la corruzione.

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