privacy"Nello spazio dell'infosfera noi siamo i nostri dati. È da questa considerazione che dobbiamo partire per trovare nuove forme di tutela delle nostre libertà". Così, Antonello Soro, Presidente dell'Autorità Garante della privacy, ha aperto i lavori del convegno dal titolo "Il pianeta connesso" che si è tenuto questa mattina in occasione della Giornata europea per la protezione dei dati personali. L'accesso universale a Internet deve diventare un diritto costituzionale.

L'evento ha visto la presenza di diversi esperti sul tema dell'Internet of Things (IoT): Juan Carlos De Martin (Politecnico di Torino), Antonio Spadaro (Civiltà Cattolica), Luca De Biase (Nova- Sole 24Ore), Roberto Baldoni (La Sapienza), Massimo Russo (Wired Italia), Lella Mazzoni (Università di Urbino), Giovanni Boccia Artieri (Università di Urbino), Andrea Granelli (Kanso), Federico Maggi (Politecnico di Milano).

La riflessione parte dalla costatazione che la tecnologia accompagna le nostre giornate senza neppure che gli utenti ne siano pienamente consapevoli. Si stima che nel 2014 , analizzando il solo caso dell'Italia, esistano più di 6 milioni di oggetti connessi, siano essi smart phone, tablet o dispositivi di altro genere: una cifra in aumento del 20% in appena due anni. La relativa facilità di accesso agli strumenti e alle infrastrutture di connessione impongono di ragionare sui cambiamenti che questo stato di cose può portare sulle vite di tutti dal punto di vista della fruizione dei diritti tradizionali della persona e nella creazione di eventuali nuovi diritti che si originano dal continuo scambio di informazioni.

Antonio Spadaro, direttore della rivista Civiltà Cattolica, presente all'incontro, pone infatti l'attenzione su come "la Rete, che è un degli ambienti in cui viviamo, muta alcuni dei temi classici delle relazioni umane: il concetto di presenza (il qui e ora hanno ancora significato?), quello di appartenenza (in che modo si è cittadini al tempo della Rete?), e quello di prossimità (chi è il mio prossimo?). I media possono aiutarci ad avvertire il senso di solidarietà e spingerci a lottare per i diritti umani". Per questo, aggiunge Spadaro, "l'accesso universale a internet deve essere una priorità per tutti i paesi. Anzi, in alcuni casi, dovrebbe essere dichiarato diritto costituzionale".

Il legame che congiunge IoT, Big Data (disponibilità di una quantità esponenziale di informazioni) e intelligenza artificiale non può restare perciò privo di regole. "Sarebbe utile un confronto costruttivo con tutti gli interlocutori interessati, aziende produttrici, utilizzatori finali, legislatori, per individuare e promuovere soluzioni capaci di garantire una effettiva selettività della raccolta", afferma Soro. "I Garanti europei potrebbero diventare interlocutori di riferimento per assicurare che lo sviluppo della società digitale sia a vantaggio degli utenti e rispettosa dei loro diritti, definendo regole e principi condivisi".

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