I ceo di colossi come Unilever e Ikea prendono posizione in vista del vertice di Sibiu, in Romania. Non c'è solo Greta a ricordare ai Grandi del mondo che senza la riduzione delle emissioni nocive il Pianeta Terra è destinato a "impazzire". Greta la ragazza con le trecce che viaggia in treno (gli aerei sono una delle cause dell'inquinamento atmosfetico) è riuscita ad attirare l'attenzione dei media, ma sono centinaia le Associazioni, gli scienziati e i partiti che da anni nel mondo di battono per un uso consapevole dell'energia.
E anche i più ottimisti ormai iniziano a prendere consapevolezza del problema, comprese alcune grandi aziende e investitori. Che a pochi giorni dal vertice sul futuro dell'Europa che si terrà il 9 maggio a Sibiu in Romania, i Ceo di oltre 50 imprese, tra cui Unliver, Ikea e DSM, Burbberry, Heathrow Airport Holding, hanno scritto ai vertici dell'Unione europea, di siglare e approvare una cornice comune di leggi per giungere alla decarbonizzazione a lungo termine. Obiettivo: arrivare nel 2050 a zero emissioni.
Un invito rivolto ai Capi di Stato e di governo affinché pongano i cambiamenti climatici in cima alle priorità dell'Unione europea. E il motivo è semplice: imprese e investitori devono ottenere quella fiducia necessaria per investire nella sostenibilità e soprattutto chiedono una cornice per poter essere guidate nella transizione verso le emissioni zero. Senza un quadro comune, questo il punto da cui partono i Ceo, ognuno prende una direzione diversa e lo fa da solo. Come dire che l'Unione europea per rafforzarsi non deve guardare solo alla democrazia all'unione e ai bilanci, ma anche ai cambiamenti climatici, che stanno sempre più a cuore ai cittadini che la abitano.
"Ogni anno un numero sempre maggiore di noi fissa obiettivi scientifici per le emissioni delle nostre aziende - scrivono i Ceo - acquista energia pulita e si impegna a favore delle energie rinnovabili, utilizza veicoli elettrici e a basse emissioni, converte i terreni in serbatoi per l'assorbimento del carbonio e migliora l'efficienza energetica delle nostre operazioni. Lo stiamo facendo perché ci rendiamo conto di quale minaccia i cambiamenti climatici rappresentino per le nostre imprese. Gli impatti dei cambiamenti del clima - aggiungono nella lettera - stanno già influenzando i nostri profitti, oltre a compromettere la salute e la produttività dei lavoratori, oltre a interrompere le nostre operazioni e le nostre catene di approvvigionamento e danneggiando i beni". Il costo dei cambiamenti climatici ha infatti un costo sempre più elevato, anche a livello assicurativo.
"I prossimi cinque anni - scrivono i Ceo - saranno fondamentali per garantire che entro il 2050 sia stabilita in Europa la strada giusta per ottenere emissioni nette pari allo zero. L'adesione ad una strategia a lungo termine in grado di raggiungere la neutralità climatica entro il 2050 al più tardi, garantirà che l'Unione disponga delle infrastrutture e delle innovazioni necessarie per una profonda decarbonizzazione. Ed è questa che garantirà all'Europa un vantaggio competitivo nell'economia globale pulita che sta emergendo". E che potrebbe trasformarsi in un vantaggio competitivo in un'economia che ormai non ha più confini e si confronta a livello globale.
"ll vertice vertice di Sibiu - scrivono i Ceo, insieme a università e associazioni ambientaliste del Continente - sarà il momento culminante e conclusivo di un processo di discussione sul futuro dell'Europa durato quasi due anni (l'ultimo nel 2017 a Tallin, in Estonia, quando Junker fissò la tabella di marcia per un'Unione più unita, forte e democratica ndr). Ora i cambiamenti climatici dovrebbero essere una questione centrale sia per il vertice di Sibiu che durante la campagna per le elezioni europee del 23-26 maggio, in quanto tutti i settori della società - imprese, investitori, giovani, città e società civile - stanno sempre più chiedendo un'azione più incisiva a favore del clima". Due appuntamenti ormai vicini.