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A luglio 2015 il governo italiano dovrà
recepire la direttiva europea 2013/11/
UE in tema di ADR in generale: la Direttiva
parla espressamente di «procedure
di risoluzione extragiudiziale delle
controversie, nazionali e transfrontaliere,
concernenti obbligazioni contrattuali
derivanti da contratti di vendita o di
servizi tra professionisti stabiliti nell’Unione
e consumatori residenti nell’Unione
».
Si tratta dunque, di regolare, attraverso
un intervento legislativo, esclusivamente
le controversie dei consumatori.
Il governo sta già lavorando: il Senato
ha approvato, lo scorso 17 settembre, il
testo definitivo dell’articolo 8 della Legge
di Delegazione Europea-secondo
semestre, che reca i principi e i criteri
direttivi da adottare per il recepimento
della Direttiva 2013/11/UE. L’articolo si
prefigge lo scopo di disciplinare, valorizzare
e riconoscere come procedure
ADR anche le Conciliazioni paritetiche
svolte sulla base di protocolli ed accordi
fra Imprese ed Associazioni dei Consumatori.
Un chiaro riconoscimento al
valore della conciliazione paritetica,
già riconosciuta dall’Europa come best
practice.
Manca l’ultimo passaggio, quello auspicato
dalle Associazioni dei Consumatori
e dalle Imprese che hanno
partecipato al gruppo di lavoro “Conciliazioni
paritetiche”, ovvero che le
conciliazioni paritetiche vengano riconosciute
nell’ambito della direttiva europea.
Per fare ciò, occorre che il Governo
eserciti l’opzione richiesta.
“Il recepimento del decreto legislativo
spetta al Governo nel suo complesso,
ma la direzione del Mise è interessata
a raccogliere tutti gli elementi utili alla
sua applicazione” ha spiegato Gianfrancesco
Vecchio, Direzione generale
per il mercato, la concorrenza, il
consumatore, la vigilanza e la normativa
tecnica Ministero dello Sviluppo
Economico, aggiungendo che “per
anni insieme alle Associazioni dei consumatori
non abbiamo fatto altro che
lavorare sulla direttiva, evitando anche
che norme come quella sulla mediazione
obbligatoria dessero il colpo definitivo
alla conciliazione paritetica. E oggi,
per la prima volta, ci troviamo in una
situazione positiva in cui abbiamo finalmente
una delega. Constato con piacere
che una serie di problemi vanno
a sgomberarsi: ciascuno deve avere la
consapevolezza che bisogna puntare
a questioni sostanziali più che formali.
Per noi la cosa importante è che il
consumatore possa trovare nei luoghi
pubblici l’elenco dei soggetti che si occupano
della conciliazione paritetica.
E dobbiamo ricordarci che non stiamo
facendo una battaglia tra strumenti
diversi. Lo spazio per una pluralità di
strumenti c’è e sarà poi il consumatore
a scegliere quello più adatto alla tipologia
della sua controversia. Dobbiamo
solo cercare di costruire un meccanismo
che funzioni con alcune regole
standard minime. Ma siamo consapevoli
che nei settori del consumo, dove
non c’è un’Autorità vera e propria a
garantire i diritti dei consumatori (a
parte l’Antitrust), è importante avere a
disposizione questi strumenti di tutela”. |