Accanto al datagate (anche se tra le due cose non c'è una diretta relazione) ci sono i negoziati per l'accordo di libero scambio Ue-Usa, che sono stati al centro dell'annuale Conferenza delle Autorità Garanti per la privacy europee che si è svolta a Lisbona il 16 e 17 maggio 2013: tre le risoluzioni approvate, tra cui una sulla creazione di uno spazio transatlantico di libero scambio. I Garanti europei nel salutare con favore l'accento posto dal Presidente degli Stati Uniti sulla necessità di prevedere misure obbligatorie a garanzia della privacy, hanno tuttavia ricordato che da tempo l'organizzazione mondiale del commercio (WTO) prevede che gli Stati adottino e mettano in atto misure necessarie a garantire la tutela dei dati personali. I Garanti hanno quindi auspicato che nelle prossime negoziazioni tra Unione europea e Stati Uniti il diritto fondamentale alla protezione dei dati venga promosso e sostenuto, chiedendo in particolare che siano fissate regole per disciplinare lo scambio di dati e consentire controlli efficaci da parte di Autorità indipendenti. E' stato infine sottolineato come la creazione di una unione economica transatlantica debba favorire l'effettiva applicazione di un diritto fondamentale, come quello sulla privacy, garantito nell'ordinamento europeo, e contribuire a far accrescere negli Stati Uniti e in Europea un alto livello di protezione dati, da considerarsi anche in termini di rilevante vantaggio competitivo.

Durante la Conferenza di Lisbona i Garanti europei per la privacy hanno approvato altre due risoluzioni. Nella prima le Autorità raccomandano i Paesi della Unione europea e il Consiglio d'Europa di avvalersi dell'opportunità offerta dall'attuale fase di revisione del quadro giuridico sulla protezione dei dati per rafforzare e garantire i diritti individuali, sviluppando un sistema di regole uniforme per il settore pubblico e quello privato.
I Garanti hanno sottolineato l'urgenza che il nuovo Regolamento generale sulla protezione dei dati e la Direttiva sulle specifiche attività nel settore giudiziario e di polizia, entrambi attualmente in discussione al Parlamento europeo ed al Consiglio Ue, vengano adottati contestualmente per evitare un pericoloso gap nella tutela dei cittadini europei. Indispensabile poi che aziende private e istituzioni pubbliche investano nella sicurezza dei dati per contrastare i rischi di violazioni (data breaches) sempre più alti nel modo digitale. Ribadita, infine, la necessità di rafforzare la cooperazione tra le Autorità di protezione dati fornendo loro le necessarie risorse e competenze soprattutto nel contesto della globalizzazione. La terza risoluzione è dedicata al nuovo quadro legale presentato dalla Commissione europea che riforma funzionamento e competenze di Europol, introducendo novità di grande rilievo ed impatto, come l'ampliamento dei reati per i quali l'organizzazione è competente a raccogliere ed analizzare dati e delle possibilità di comunicazione e accesso ai dati. Forti perplessità sono state espresse dai Garanti europei secondo i quali c'è il rischio che le proposte della Commissione abbassino il livello di tutela rispetto a quello oggi assicurato, impedendo il rispetto di principi essenziali (in particolare quello di finalità) che oggi limitano il riutilizzo e l'accesso ai file ed alle informazioni, anche sensibili, detenute da Europol. I Garanti hanno chiesto in particolare che i dati delle persone innocenti, come le vittime o i testimoni, possano essere raccolti e utilizzati solo in base a stretti limiti e che sia garantito un adeguato livello di privacy nella cooperazione con Paesi extra europei.

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