Record di euro da rimborsare ai contribuenti italiani e tempi di attesa biblici. Secondo Contribuenti.it, il fisco italiano ha ormai raggiunto a febbraio la cifra di 30,4 miliardi di euro da rimborsare agli oltre 12,6 milioni di contribuenti. Il debito è aumentato di 15,1 miliardi rispetto a settembre 2003 quando viaggiava sui 15,3 miliardi di euro. E i tempi di attesa sono lunghissimi. Bisogna aspettare, denuncia l'Associazione Contribuenti Italiani, anche più di 27 anni per un rimborso Irpef consistente e in media oltre 13 per uno più "leggero".

Secondo la classifica di Contribuenti.it, l'Italia si aggiudica dunque il "primato mondiale" per la lentezza nei rimborsi fiscali, seguita dalla Turchia (4 anni), dalla Grecia (3,1 anni), dalla Spagna (2,2 anni), dalla Francia (1,7 anni), dall'Inghilterra (1,3), dalla Germania (1 anno). "I soldi veri dei contribuenti italiani devono andare anzitutto a chi ha versato maggiori imposte del dovuto", spiega Vittorio Carlomagno, presidente Contribuenti.it, sottolineando l'esigenza del "rispetto dei diritti dei contribuenti da parte degli enti impositori per non incentivare l'evasione fiscale. Urge un'armonizzazione del fisco a livello europeo in modo che, quanto prima, i rimborsi fiscali possano essere erogati in tutta Europa con gli stessi tempi e modalità".

Piccoli comuni laboratori di innovazione ed esempi avanzati di buon governo del territorio: sono numerosi quelli che hanno scelto il futuro e l'ambiente, sostenendo le energie rinnovabili e l'efficienza. Di queste buone pratiche e delle alleanze possibili per lo sviluppo dell'energia verde tra cittadini, enti locali e imprese si è parlato oggi a Roma in un incontro organizzato da Enel Green Power e Legambiente - nell'ambito di Voler Bene all'Italia, la festa dei piccoli comuni italiani che si festeggerà quest'anno il 19 aprile - per fare il punto sugli ultimi progressi del fotovoltaico, della geotermia e dell'eolico in quel 72% dei comuni italiani con meno di 5.000 abitanti.

Proprio nei piccoli comuni infatti, l'applicazione delle fonti energetiche rinnovabili ha conosciuto negli ultimi anni il maggior incremento, dando corpo sul territorio italiano a un nuovo modello di generazione distribuita. Il rapporto Comuni Rinnovabili 2009 di Legambiente ha censito 5.991 Comuni con almeno una fonte rinnovabile installata all'interno del territorio comunale. Di questi 3.851 sono Piccoli Comuni, pari al 64% dei comuni rilevati nel rapporto e al 65% dei 5.835 piccoli comuni totali.

La collaborazione di Enel Green Power con Legambiente in Voler Bene all'Italia - attraverso una campagna di informazione sull'uso intelligente delle risorse per valorizzare i piccoli comuni italiani anche grazie all'energia rinnovabile - sottolinea l'impegno dell'azienda in favore dell'ambiente e delle fonti rinnovabili, strumento fondamentale per la sostenibilità del sistema produttivo, la sicurezza degli approvvigionamenti energetici e la protezione del pianeta.

Ecco perché Legambiente e Enel Green Power, nel rinnovare la loro collaborazione per Voler Bene all'Italia, sottolineano l'importanza di una semplificazione delle autorizzazioni per gli impianti da fonti rinnovabili nel nostro Paese. La complessità delle procedure, infatti, è un problema riconosciuto da tutti gli operatori del settore e le difficoltà nell'approvazione degli impianti riguardano sia piccoli sia grandi interventi. Per evitare di avere in ogni Regione normative diverse, occorre approvare quanto prima le Linee Guida per l'approvazione dei progetti di impianti da fonti rinnovabili previste dal DL 387/2003.

"I Comuni, le Province e le Regioni d'Italia si impegnano ad adottare politiche e azioni integrate di adattamento e mitigazione dei cambiamenti climatici che consentano di ridurre di oltre il 20% le emissioni di gas serra ed aumentare l'equilibrio sociale, ambientale ed economico del territorio". È quanto si legge nel documento elaborato da Coordinamento Agenda 21, ANCI (Associazione nazionale comuni italiani) e UPI (Unione province d'Italia).Si tratta dalla Carta delle Città e dei Territori d'Italia per il Clima, che sarà presentata ufficialmente il prossimo 3 aprile a Roma, in previsione della Conferenza delle Nazioni Unite che si terrà a Copenhagen nel dicembre 2009.

Le autonomie locali rivendicano dunque un ruolo più attivo nel Protocollo di Copenhagen e chiedono di aggiungere un capitolo dedicato alle città e ai territori per il clima. "Le città - ha spiegato Flavio Morini, Presidente della Commissione Ambiente ANCI - propongono al Governo di escludere dal patto di stabilità gli investimenti locali in progetti finalizzati al cambiamento climatico, ovvero alla efficienza energetica, alla diffusioni delle energie rinnovabili e alla mobilità sostenibile".

Finora sono stati i piccoli comuni i più virtuosi nell'adottare politiche per la riduzione dei gas serra e di aumento dell'efficienza energetica. "Insieme a Mauro Guerra, il Coordinatore piccoli Comuni ANCI, - ha detto Morini - ci stiamo impegnando per la realizzazione di un regolamento edilizio tipo, ovvero Linee guida sulle regole per il risparmio energetico che i cittadini potranno adottare nelle proprie abitazioni. Ora dobbiamo essere più incisivi nei confronti delle città più grandi dove vive circa il 75% della popolazione e dove si consuma più del 75% dell'energia. Proprio dalle città deriva l'80% delle emissioni di gas serra".

 

Poste Italiane aggiorna il Codice di avviamento postale in 14 città che da domani passano da un unico Cap alla suddivisione in più aree. Le novità riguardano 20 mila strade e circa un milione di famiglie. È quanto comunica Poste Italiane rendendo noto che sono 47 i nuovi codici di avviamento postale che verranno introdotti ad Alessandria, Cesena, Ferrara, Foggia, Forlì, Modena, Parma, Pesaro, Piacenza, Ravenna, Reggio Emilia, Rimini, Taranto e Trento. Inoltre, Bari aggiunge un nuovo Cap mentre a Trieste, Palermo e Roma alcune zone vengono accorpate.

Poste Italiane sta distribuendo a tutti i residenti nelle zone interessate un opuscolo che illustra le novità. I vecchi Cap resteranno comunque in vigore per i prossimi sei mesi. Per avere informazioni sui Cap ci si può rivolgere agli uffici postali, chiamare il call center di Poste 803.160 oppure consultare www.poste.it. È inoltre disponibile presso gli uffici postali l'edizione 2009 del libro dei Cap che contiene, oltre alle novità riguardanti le 14 città, i codici di avviamento postale degli oltre 8mila Comuni d'Italia, 1.900 nuove strade e 4.200 strade con nomenclatura aggiornata.

 

Cellulare e internet non conoscono crisi economica. La telefonia mobile registra prezzi più bassi di oltre il 34% rispetto a cinque anni fa. E se gli europei passano più tempo a inviare sms e più spesso cambiano operatore mantenendo il proprio numero, l'intero settore europeo delle telecomunicazioni resiste alla crisi economica: nel 2008 ha infatti registrato introiti stimati in oltre 300 miliardi di euro, con un aumento dell'1,3% sull'anno precedente rispetto all'1% del resto dell'economia. È quanto emerge dalla relazione della Commissione europea sui progressi del mercato unico delle telecomunicazioni, che offre un'immagine aggiornata del mercato europeo delle telecomunicazioni e della situazione della concorrenza nei 27 paesi dell'Ue.

L'Europa risulta leader mondiale dei servizi di telefonia mobile con un numero di abbonamenti pari al 119% della popolazione nel 2008 (7 punti percentuali in più rispetto al 2007), al di sopra degli Stati Uniti (87%) e del Giappone (84%). La competitività del settore fa scendere i prezzi: nel 2008, rileva la Commissione, la bolletta di telefonia mobile è scesa in media da 21,48 euro a 19,49 euro. E il 75% degli utenti europei dispone di un collegamento Internet da 2 megabit o più al secondo.

Il settore delle telecomunicazioni ha dunque registrato nel 2008 una crescita superiore a quella del resto dell'economia. La telefonia mobile è il segmento più dinamico delle tlc, con aumenti record nell'uso del cellulare, dal 112% della popolazione nel 2007 al 119% nel 2008 e percentuali superiori al 140% in Italia, Lituania e Lussemburgo. Il mercato è diventato più competitivo e in media si spende il 34,5% in meno rispetto al 2004.

Aumenta inoltre in Europa il numero di collegamenti Internet fissi a banda larga. Sono 14 milioni in più nel 2008, oltre 114 milioni in totale. Danimarca e Paesi Bassi detengono il primato mondiale della banda larga, con un tasso di penetrazione superiore al 35% della popolazione. Si tratta di paesi che, come anche Svezia, Finlandia, Regno Unito, Lussemburgo, Belgio, Germania e Francia, superano gli Stati Uniti, che nel luglio 2008 raggiungevano solo il 25%. Sta inoltre decollando la banda larga mobile che registra un numero di collegamenti pari al 13% della popolazione europea e sta diventando una valida alternativa alla banda larga fissa in diversi paesi come l'Austria, la Finlandia e il Portogallo.

Nel 2008, sono stati 20,5 milioni gli utenti che hanno cambiato operatore telefonico conservando il proprio numero fisso o mobile.

A fronte di questa fotografia, quali sono dunque i problemi? Per la Commissione europea il rischio è che, senza un migliore coordinamento a livello europeo, i vantaggi del mercato unico delle telecomunicazioni vengano compromessi da regolamentazioni nazionali incoerenti. È dunque l'esistenza di normative divergenti nei diversi Stati che può rappresentare un ostacolo alla creazione di un mercato unico per operatori e utenti delle telecomunicazioni.

Oggi il Parlamento europeo ha adottato un regolamento che rafforza le attuali norme di sicurezza dei cosmetici che, per entrare nel mercato, dovranno essere sottoposti a una valutazione della sicurezza, e il produttore dovrà elaborare una relazione sulla sicurezza in base alle indicazioni del regolamento. Per 10 anni egli dovrà, inoltre, tenere una documentazione informativa sul prodotto per il quale è responsabile.

Aumenta, dunque, la responsabilità della persona, giuridica o fisica, che fabbrica, controlla o distribuisce il prodotto cosmetico. Se il prodotto venduto non fosse conforme ai requisiti stabiliti, spetterà a questo soggetto il compito di adottare tutte le misure correttive necessarie, inclusi la notifica alle autorità competenti e il ritiro dal mercato.

Il nuovo regolamento conferma le circa 1.370 sostanze che è proibito utilizzare nei cosmetici. Tra queste figurano l'arsenico, il cloro, il curaro, il mercurio, la nicotina, il piombo, le sostanze radioattive, la stricnina, il cloroformio, i catrami di carbone, numerosi idrocarburi e gas, la pece e diverse paraffine. L'uso di altre sostanze - come l'ammoniaca, l'acqua ossigenata o il nitrato d'argento - è permesso con precise limitazioni di impiego, di concentrazione. Il regolamento elenca inoltre i coloranti, i conservanti e i filtri UV ammessi. Sono rafforzate, inoltre, le norme relative all'utilizzo, nei prodotti cosmetici, di sostanze classificate come cancerogene, mutagene o tossiche per la riproduzione, sulle quali pende un divieto generalizzato.

Gli eurodeputati hanno voluto introdurre nuove norme sull'eventuale utilizzo di nanomateriali nei cosmetici, attualmente presenti nel 5% dei prodotti. Per nanomateriale s'intende "ogni materiale insolubile o biopersistente e fabbricato intenzionalmente avente una o più dimensioni esterne, o una struttura interna, di misura da 1 a 100 nm". Questa definizione dovrà essere adattata ai progressi scientifici. Per ogni prodotto contenente nanomateriali dovrà essere assicurato "un livello elevato di protezione del consumatore e della salute umana". Nell'elenco degli ingredienti esposto sulle confezioni dei cosmetici dovrà figurare chiaramente la presenza di nanomateriali. Entro 48 mesi dall'entrata in vigore del regolamento, la Commissione metterà a disposizione un catalogo di tutti i nanomateriali utilizzati nei prodotti cosmetici immessi sul mercato.

Per quanto riguarda le etichette, esse dovranno contenere anche informazioni sulla funzione del cosmetico, la durata di conservazione minima, le precauzioni particolari per l'impiego e una lista degli ingredienti elencati in ordine decrescente di peso. Per l'etichetta, inoltre, non dovranno essere impiegati diciture, denominazioni, marchi, immagini o altri segni, figurativi o meno, "che attribuiscano ai prodotti stessi caratteristiche o funzioni che non possiedono".

La Commissione Ue dovrà stabilire un piano d'azione, in cooperazione con gli Stati membri, riguardante le dichiarazioni ("claims") figuranti sui cosmetici e fissare le priorità per determinare criteri comuni che giustificano il loro uso. Dovrà poi adottare un elenco di criteri comuni per le dichiarazioni che possono essere utilizzate sui prodotti cosmetici.

Saranno gli Stati membri a vigilare sul rispetto del regolamento "attraverso controlli all'interno del mercato dei prodotti cosmetici messi a disposizione sul mercato". Dovranno poi vigilare sul rispetto dei principi delle buone prassi di fabbricazione e conferire alle autorità di vigilanza del mercato le competenze, le risorse e le conoscenze necessarie per consentire loro di espletare i loro compiti in modo adeguato. Infine, per contribuire a semplificare la vigilanza sul mercato e a migliorarne l'efficienza, occorrerà garantire la rintracciabilità di un prodotto in tutta la catena di fornitura.

"I risultati nel settore dell'accertamento dimostrano non solo che nel 2008 non si è verificato alcun arresto della lotta all'evasione, ma l'azione di contrasto si è ulteriormente consolidata rispetto al passato sia per volumi sia per quantità. Un dato per tutti: la riscossione correlata alla complessiva attività di contrasto degli inadempimenti dei contribuenti è stata pari a 6,9 miliardi di euro, l'8% in più rispetto al 2007". Questo il bilancio della lotta all'evasione fiscale tracciato oggi dal direttore dell'Agenzia delle Entrate Attilio Befera, per il quale "se il contrasto all'evasione è sicuramente importante nei momenti di crescita economica, diventa ancor più determinante nei momenti di crisi, come quello attuale, quando la concorrenza sleale rischia di essere un fattore che taglia fuori dal mercato le imprese sane".

L'accertamento ha portato nelle casse dell'erario 3,7 miliardi di euro, in aumento del 28% rispetto al 2007. Sono in crescita anche i controlli, passati da circa mezzo milione dell'anno scorso ai 645mila accertamenti di quest'anno su imposte dirette, Iva e Irap, con un aumento del 29%. Per il direttore dell'Accertamento Luigi Magistro, "riscuotere 7,2 miliardi di euro è l'obiettivo che ci siamo prefissi per il 2009 attraverso l'impiego di circa il 50 per cento delle risorse umane".

 

Una faccina verde e sorridente se il giudizio è positivo. Una gialla per la neutralità. Una rossa se si è insoddisfatti. Debutta la sperimentazione dell'uso di emoticon per rilevare la customer satisfaction nella pubblica amministrazione. Da oggi infatti i cittadini potranno esprimere il loro giudizio sui servizi ricevuti dagli uffici pubblici da appositi terminali vicini agli sportelli delle amministrazioni che hanno aderito all'iniziativa pilota "Mettiamoci la faccia", presentata oggi a Roma dal ministro per la Pubblica Amministrazione e l'Innovazione Renato Brunetta.

I cittadini insoddisfatti del servizio - potranno essere valutati servizi previdenziali, anagrafici, pratiche automobilistiche, servizi alle imprese, tributi locali, biblioteche comunali - potranno indicare fra le motivazioni il tempo d'attesa, il comportamento degli impiegati, la necessità di tornare o l'esito negativo della richiesta.

La sperimentazione inizierà oggi in 4 sportelli della sede Enpals di Milano, 12 sportelli delle sedi Inps di Aosta, Lamezia Terme e Catanzaro, 14 sportelli del Comune di Milano. Nelle prossime settimane si aggiungeranno gli sportelli degli enti che hanno aderito, fra i quali Aci, Camere di Commercio di Bologna, Taranto e Vicenza, Ipost, Poste Italiane, i Comuni di Firenze, Parma, Roma, Reggio Calabria, Reggio Emilia e Torino. Entro giugno saranno oltre 300 gli sportelli dotati di terminali per la rilevazione della soddisfazione degli utenti, attraverso touch pad e totem nelle aree che servono più sportelli. E da oggi sarà possibile impiegare la stessa modalità di giudizio per i servizi erogati on line dall'ACI e per quelli erogati al telefono da Ipost.

Telecom si apre alla grande distribuzione consentendo ai suoi clienti di poter pagare le bollette presso i 64 punti vendita di Coop Centro Italia (Umbria, Toscana in provincia di Arezzo e Siena, Lazio in provincia di Rieti e per l' Abruzzo in provincia de L'Aquila) e su altri punti vendita pilota di altre cooperative in Emilia e Toscana. Dal prossimo 23 marzo, infatti, le bollette Telecom potranno essere pagate con estrema semplicità assieme ai prodotti di tutti i giorni (pane, pasta, verdure).

L'opportunità è riservata ai clienti residenziali di Telecom Italia e per pagare sarà sufficiente presentare alla cassa la bolletta di Telecom Italia sulla quale è stampato un apposito codice a barre (presente nelle bollette dei clienti dove è già attivo il servizio) che verrà passato dalla cassiera allo scanner così come avviene per i normali prodotti della spesa.

E' previsto l'addebito di una commissione comunque vantaggiosa e competitiva rispetto alle attuali modalità di pagamento. Per procedere si potrà utilizzare il contante, il bancomat o altre forme definite dalle singole cooperative. Al socio e al cliente rimarrà un apposito promemoria dell'avvenuto pagamento.

La riduzione della ricchezza patrimoniale e immobiliare prodotta dalla crisi in atto si traduce in una prevedibile compressione in termini di consumi da parte delle famiglie, stimabile in 2 miliardi di Euro nel 2008, con la previsione di un ulteriore arretramento di 7 miliardi nel 2009 (una riduzione di circa l'1%). E' quanto stima Nomisma nel I Rapporto sul Mercato Immobiliare 2009.

Il Rapporto evidenzia gli effetti che la crisi ha avuto sul mercato immobiliare dove nel 2008 le compravendite si sono ridotte in misura del -15,1% per le case, del - 15,5% per gli uffici, del -11,7% per il commerciale e del -8,7% per gli immobili produttivi. Le abitazioni compravendute sono passate da 845 mila del 2006, anno record, alle 686 mila del 2008, perdendo quasi 40.000 unità fra il 2006 ed il 2007, ed oltre 120.000 fra il 2007 il 2008, con il conseguente ritorno ai livelli di inizio anni 2000.

In questo contesto la diminuzione degli acquisti di case finanziati con mutuo è stata anche più intesa della diminuzione complessiva delle compravendite: la quota di acquirenti persone fisiche che non ricorrono al mutuo per acquistare l'abitazione cresce significativamente e passa dal 50,6% del 2007 al 57,3%, del 2008 con una riduzione in termini di ipoteche iscritte del -26,8%, mentre in relazione al capitale erogato la riduzione sull'anno è anche più consistente (-27,5%). Il calo delle compravendite è quindi prevalentemente riconducibile alla componente finanziata con mutuo.

Della crisi sul mercato della compravendita sta parzialmente beneficiando il settore della locazione dove si registra un calo nei canoni: i prezzi, per la prima volta da almeno un decennio, flettono: -2,2% per le abitazioni nuove, -2,4% per quelle usate, -1,5% per gli uffici, -2% per i negozi, -1,9% per i capannoni, mentre i box auto e garage sono gli unici a far segnare lievi variazioni positive (+0,9%). Si tratta di variazioni negative che interessano pressoché tutte le città considerate.

 

Contro il cyberbullismo e i rischi del web la Polizia delle Comunicazioni lancia l'Agente Lisa, la cyberpoliziotta al quale i giovani potranno rivolgersi in caso di pericoli o se riceveranno minacce online. Il progetto, nato in collaborazione con Microsoft Italia, intende offrire ai cittadini un servizio di informazione e supporto. "Con una identità virtuale, quella della 'cyberpoliziotta' Lisa - informa il Ministero dell'Interno - la Polizia delle Comunicazioni mette in campo uno strumento in più a disposizione delle forze dell'ordine per essere presenti nella Rete e aiutare chi la frequenta".

La nuova iniziativa era stata anticipata a gennaio durante la presentazione della campagna informativa "Non cadere nella rete! Cyberbullismo e altri pericoli del web". "Dietro questa identità fittizia - aveva detto Domenico Vulpiani, direttore della Polizia delle Comunicazioni - ci saranno i nostri uomini che potranno essere un punto di riferimento per tutti quei giovani frequentatori dei social network che si sentiranno in difficoltà".

La Commissione europea ha deciso di inviare all'Italia un parere motivato sull'affidamento in concessione, senza gara d'appalto, di servizi di consulenza gestionale alle farmacie comunali. Nel 1998 e nel 2002 due amministrazioni comunali avevano infatti affidato in concessione la prestazione di servizi di consulenza gestionale per le farmacie comunali, in un caso per dieci anni e nel secondo a tempo indeterminato. Per la Commissione europea, invece, "l'affidamento diretto di cui trattasi è in contrasto con i principi generali del trattato CE, secondo i quali deve sempre essere garantito un livello adeguato di trasparenza e pubblicità verso tutti gli operatori economici potenzialmente interessati, esigenza che si realizza in particolare mediante l'esperimento di una pubblica gara".

Le aziende e i call center che, avvalendosi della deroga prevista fino al 31 dicembre 2009 dal cosiddetto decreto "Milleproroghe", contatteranno gli utenti per fare promozione e offerte commerciali, dovranno utilizzare solo banche dati costituite sulla base degli elenchi telefonici precedenti al 1 agosto 2005. Non potranno servirsi del periodo di deroga per chiedere il consenso degli interessati per futuri contatti né potranno cedere i dati che utilizzano a terzi. Lo ha deciso il Garante per la privacy che ha precisato: "il decreto "Milleproroghe", di recente convertito in legge, stabilisce che i numeri di telefono e gli indirizzi presenti nelle banche dati costituite sulla base dei vecchi elenchi telefonici sono utilizzabili per fini promozionali fino al 31 dicembre 2009 da coloro che hanno creato tali banche dati precedentemente al 1 agosto 2005".

In questo modo il Garante ha voluto chiarire i limiti entro i quali società che effettuano attività promozionale anche tramite call center possono avvalersi della deroga. Il mancato rispetto del provvedimento comporta una sanzione amministrativa che va da 30 mila a 180 mila euro e che, nei casi più gravi, può raggiungere anche i 300 mila euro.

Le società dovranno innanzitutto documentare in modo adeguato che la banca dati, costituita con i numeri telefonici e gli indirizzi degli abbonati, sia stata effettivamente creata prima del 1 agosto 2005. Le società dovranno usare questi dati direttamente e non potranno cederli a nessun titolo ad altre aziende.

Gli operatori che telefoneranno agli abbonati dovranno ad ogni contatto specificare per quale società chiamano e ricordare agli interessati i loro diritti. Ma soprattutto dovranno registrare immediatamente l'eventuale contrarietà dell'abbonato ad essere nuovamente contattato. L'utente che non intende essere più disturbato avrà il diritto di conoscere l'identificativo dell'operatore al quale ha comunicato la sua volontà.

I dati presenti nelle banche dati dovranno essere utilizzati solo a fini promozionali e non potranno in alcun modo essere usati per acquisire nuove informazioni o il consenso degli abbonati ad effettuare chiamate dopo la data del 31 dicembre 2009. Questo significherebbe di fatto costituire nuove banche dati, andando al di là delle finalità stabilite dalla legge e prorogando oltre il termine previsto gli effetti della deroga temporanea.

Le società che svolgono attività di marketing dovranno comunicare al Garante, entro 15 giorni dalla pubblicazione in G.U., di essere in possesso di banche dati costituite anteriormente al 1 agosto 2005 e di volerle utilizzare per attività promozionali. Dovranno chiarire se il trattamento di dati venga effettuato anche per conto terzi.

Sono oltre 9 milioni i servizi erogati dagli uffici locali, in aumento del 7% rispetto al 2007. I servizi telematici sono, ovviamente, quelli che sono cresciuti di più: un aumento del 75% per l'utilizzo del cassetto fiscale e del 9% per i versamenti con F24 online. Sono i numeri che diffonde oggi l'Agenzia delle Entrate, ricordando le innovazioni con cui si è aperto il 2009, con l'introduzione di Unico Mini, delle Locazioni Web e del VoIP, nel segno della semplificazione del rapporto con il Fisco.

L'Unico Mini è una versione estremamente semplificata del Modello Unico PF, composta da solo 4 pagine, utilizzabile da circa 4 milioni di contribuenti che presentano situazioni reddituali più comuni e meno complesse.

Locazioni Web è il nuovo servizio che permette di registrare i contratti di locazione e pagare le relative imposte con pochi click dal proprio computer: sono già 400 i contratti registrati e 750 i pagamenti effettuati. Infine, l'introduzione del sistema VoIP rende il call center delle Entrate più efficiente con tempi d'attesa ridotti e meno costi.

Per quanto riguarda il "Fisco a portata di mouse", nel 2008 più di 37 milioni di dichiarazioni dei redditi sono state presentate telematicamente (+ 3,7% rispetto al 2007), 30 milioni di versamenti F24 sono stati effettuati in rete (+ 9%) e oltre 175mila contratti di locazione registrati on line, in leggero calo rispetto al 2007 a causa della flessione registrata nel mercato delle locazioni a fini commerciali, in particolare del leasing immobiliare.

Dunque successo immediato per i canali web dell'Amministrazione fiscale, Entratel e Fisconline, che facilitano gli adempimenti tributari e offrono informazioni e servizi in tempo reale a circa 1 milione e mezzo di utenti. Il primo è riservato agli intermediari, e nel 2008 ha visto oltre 10mila nuove registrazioni. Il secondo è a disposizione dei singoli contribuenti, e lo scorso anno sono stati circa 340mila i nuovi iscritti.

Una considerazione a parte merita il cassetto fiscale, il servizio che offre la possibilità agli utenti Entratel e Fisconline di consultare, direttamente da casa e in sicurezza, i dati fiscali in possesso dell'Agenzia. Il 2008, infatti, è stato un anno da record con 7 milioni di accessi, il 75% in più rispetto al 2007, in cui le consultazioni erano poco meno di 4 milioni.

E quando il contribuente chiama il Fisco risponde. Sfiorano, infatti, quota 130mila le correzioni di comunicazioni di irregolarità, gli interventi correttivi e gli sgravi su ruoli operati dai Cam. Sono stati questi, infatti, i principali servizi erogati dagli oltre 600 funzionari dei Centri di Assistenza Multicanale che rispondono alle domande e risolvono le problematiche fiscali di contribuenti e professionisti: nel 2008 il numero di chiamate, contatti e-mail e risposte via sms ha sfiorato quota 2 milioni, in calo rispetto al 2007, a dimostrazione che i processi di semplificazione in atto stanno producendo i risultati sperati. Sono stati in totale 1.909.434 i contribuenti che hanno contattato l'Agenzia, di cui circa un milione e mezzo via telefono attraverso il numero unico 848.800.444.

Al successo dei canali telefonico e telematico si accompagna quello del canale tradizionale di contatto con i front office dell'Amministrazione fiscale. Sono oltre 7,6 milioni, infatti, i contribuenti che hanno preferito confrontarsi faccia a faccia con i funzionari delle Entrate - il 4,6% in più rispetto al 2007 - recandosi in uno dei circa 400 uffici dislocati sul territorio nazionale. In particolare, sono stati oltre 9 milioni i servizi erogati - un più 7% rispetto all'anno precedente - tra cui quelli di maggior successo risultano essere l'assistenza su comunicazioni di irregolarità e cartelle di pagamento, la trasmissione telematica di Unico Persone fisiche, la compilazione delle dichiarazioni e la registrazione di atti.

Fra gli altri servizi svolti dai funzionari delle Entrate c'è l'invio delle comunicazioni ai contribuenti. Nel 2008 sono state oltre 11milioni le comunicazioni di regolarità, mentre sono state circa 4 milioni quelle di irregolarità che hanno consentito di incassare più di 1,2 miliardi di euro.

 

L'imponibile evaso in Italia nel 2008 è stato di circa 331 miliardi di euro l'anno. In termini di imposte sottratte all'erario siamo nell'ordine dei 125,8 miliardi di euro. È questa la stima calcolata da KRLS Network of Business Ethics per conto di Contribuenti.it - Associazione Contribuenti Italiani elaborando dati ministeriali, dell'Istat, della Banca d'Italia e dello Sportello del Contribuente

Cinque sono le aree di evasione fiscale analizzate: l'economia sommersa, l'economia criminale, l'evasione delle società di capitali, l'evasione delle big company e quella dei lavoratori autonomi e piccole imprese.

La prima riguarda l'economia sommersa che sottrae al fisco italiano un imponibile di circa 125 MLD di euro l'anno. L'esercito di lavoratori in nero è composto da circa 2,2 milioni. Di questi 850.000 sono lavoratori dipendenti che fanno il secondo o il terzo lavoro. Si stima un'evasione d'imposta pari a 30 MLD di euro.

La seconda è l'economia criminale realizzata dalle grandi organizzazioni mafiose che, in almeno 3 regioni del Mezzogiorno, controllano buona parte del territorio. Si stima che il giro di affari non "contabilizzati" si attesta sui 120 miliardi di euro l'anno con un'imposta evasa di 40 MLD di euro.

La terza area è quella composta dalle società di capitali, escluso le grandi imprese. Secondo i dati ministeriali e dello Sportello del Contribuente, il 79% circa delle società di capitali italiane dichiara redditi negativi (52%) o meno di 10 mila euro (27%). In pratica su un totale di circa 800.000 società di capitali il 79% non versa le imposte dovute. Si stima un'evasione fiscale attorno ai 17 miliardi di euro l'anno.

La quarta area è quella composta delle big company. Una su tre chiude il bilancio in perdita e non paga le tasse. Inoltre il 94 % delle big company abusano del "transfer pricing" per spostare costi e ricavi tra le società del gruppo trasferendo fittiziamente la tassazione nei paesi dove di fatto non vi sono controlli fiscali sottraendo al fisco italiano 30 MLD di euro. Inoltre, negli ultimi cinque anni, le 100 maggiori compagnie del paese hanno ridotto del 7 per cento le imposte dovute all'erario grazie all'uso di conti offshore.

Infine c'è l'evasione dei lavoratori autonomi e delle piccole imprese dovuta alla mancata emissione di scontrini, di ricevute e di fatture fiscali che sottrae all'erario circa 8,8 miliardi di euro l'anno.

In testa nel 2008, tra le regioni, dove sono aumentati numericamente gli evasori fiscali, risulta la Campania, con +9,4%. Secondo e terzo posto spettano rispettivamente al Veneto con + 9,1% e alla Lombardia +8,9%. A seguire il Lazio con +7,5%, la Liguria con +6,8%, l'Emilia Romagna con +6,3%, la Toscana con +5,9%, il Piemonte con +5,7%, le Marche con +5,3%, la Puglia con +4,8%, l'Abruzzo con +4,6%, la Sicilia con +4,3% e il Trentino Alto Adige con +4,1%. La Lombardia, invece, in valore assoluto ha fatto registrare il maggior aumento dell'evasione fiscale.

 

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