Lorenzo Miozzi - Presidente Movimento Consumatori

 “L’alfabetizzazione informatica è un interesse strategico generale. In questo contesto gli operatori di telecomunicazione sono portatori di un interesse specifico e qualificato e devono per questo fare la loro parte, ma non ritengo che gli oneri possano ricadere unicamente su di loro”. E’ questo il punto di vista di  Lorenzo Miozzi, presidente del Movimento Consumatori.

Agenda digitale europea: l’Europa e gli Stati membri riusciranno a mettere a punto le 20 azioni che si sono proposte?
Gli otto anni che ci separano dal 2020 ci impongono di essere ottimisti. Occorre tuttavia essere consapevoli che non si tratta “solo” di sviluppare e applicare nuove tecnologie, per quanto complesse, ma soprattutto di una volontà politica di perseguire quei risultati, soprattutto sotto il profilo della realizzazione della banda larga ad alta velocità e del previsto raddoppio del finanziamento, sia pubblico sia privato, per ricerca e sviluppo.

L’Agcom, ma non solo, rileva un basso utilizzo di Internet per funzioni produttive. Quali le criticità e le vostre proposte per superarle?
C’è una criticità strutturale, data dal ritardo dello sviluppo in Italia della banda larga ad alta velocità. Ma c’è anche un problema determinato dalla natura dell’utenza. Il tessuto economico italiano è costituito per il 95% da piccole e micro imprese, per molte delle quali è più difficile l’approccio all’innovazione, dal punto di vista sia culturale sia degli investimenti. Credo però che il primo problema sia quello prevalente: anche in questo settore è l’offerta che genera domanda. La disponibilità di un servizio percepito come davvero efficiente, utile e vantaggioso, non potrebbe che stimolarne l’impiego.

Quanto conta la mancanza di un’agenda digitale italiana per compiere una vera e propria svolta digitale?
L’agenda è un progetto politico basato su scelte strategiche. La mancanza di un’agenda riflette la mancanza di un progetto politico adeguato. L’Italia sconta gravi ritardi nella realizzazione di una vera rete a banda larga ad alta velocità, anche per ragioni storiche legate alla proprietà della rete di telecomunicazioni. Tale ritardo può essere superato solo con scelte politiche coraggiose: sino ad ora la politica ha demandato il compito al mercato, ma, in questo caso, di fronte alla comprovata incapacità del mercato di auto-evolversi, appare evidente la necessità di scelte politiche da parte del governo centrale.

Quanto previsto dalla direttiva ue 2009/136 è efficace per contrastare la cosiddetta  pubblicità comportamentale online?
La direttiva prevede che le informazioni comportamentali relative alle abitudini di navigazione, contenute nel terminale dell’utente, possano essere prelevate, detenute e utilizzate (tramite coockies traccianti e simili) soltanto un suo previo consenso informato. Inoltre, la direttiva 2009/136/CE, modificando ed aggiornando la precedente direttiva 2002/22/CE relativa al servizio universale e ai diritti degli utenti in materia di reti e di servizi di comunicazione elettronica, introduce nuovi ed importanti elementi di tutela per i consumatori, in particolare sotto i profili del diritto a contrarre, del diritto di recesso senza penali, del diritto a ricevere dai gestori informazioni complete e trasparenti su tariffe, modifiche contrattuali e diritto di recesso. Purtroppo, come troppo spesso accade, l’Italia è in ritardo nel recepimento di tale direttiva: il termine fissato dall’UE scadeva il 25 maggio 2011, mentre ad oggi l’iter di recepimento in Italia è ancora in corso. E’ auspicabile che, una volta recepite nell’ordinamento interno, le norme comunitarie si rivelino efficaci anche per il contrasto alla cosiddetta pubblicità comportamentale.

 

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