Il 16 marzo si è celebrata a Bruxelles la 17^ Edizione della Giornata europea del Consumatore: istituita per la prima volta nel 1999, questa ricorrenza  ha l’obiettivo di diffondere le attività dell’Unione Europea a tutela del consumatore e promuovere presso i consumatori la conoscenza dei propri diritti e doveri. La Giornata di quest’anno è stata dedicata ad alcuni temi che, negli anni della crisi, sono diventati centrali nelle scelte di consumo, ovvero “responsabilità, sostenibilità, libertà dai sensi di colpa”. Durante questi lunghi anni di crisi economica e finanziaria, le abitudini di consumo si sono modificate in modo evidente e sono emerse alcune nuove tendenze che stanno avvicinando il consumatore ad essere sempre più consapevole delle proprie scelte. Si consuma meno perché si ha meno disponibilità economica, ma anche perché si è messo in discussione quel modello consumistico che ha caratterizzato il ventennio precedente. La smania di accumulare beni di cui spesso non si ha neanche bisogno ha lasciato il passo ad una più attenta valutazione di cosa, come e quanto si consuma. Si guarda con maggiore attenzione non solo al rapporto qualità-prezzo, ma anche ad una serie di parametri che sono diventati centrali nell’opinione pubblica: gli effetti sull’ambiente, i rischi per la salute e la sicurezza del consumatore, la trasparenza dell’informazione che accompagna il prodotto. Insomma possiamo sostenere che l’era del consumo insensato è finita mentre prende sempre più piede l’era del consumo partecipativo e della sharing economy. Chi non ha ancora fatto un’esperienza di condivisione, presto ne avrà occasione visto il grande successo e l’elevata diffusione di alcuni esperimenti (vedi il sito di passaggi Blablacar o i servizi di noleggio auto all’interno delle città).
Consumo responsabile e sharing economy sono state al centro della Giornata europea del consumatore organizzata a Bruxelles presso il Comitato economico e sociale europeo. Il presidente del Cese Henri Malosse ha sottolineato la necessità di incoraggiare il consumo responsabile invitando tutti a fare la loro parte: i consumatori, attraverso le loro scelte, e le aziende, attraverso i loro metodi di produzione che devono  soddisfare il  crescente desiderio dei clienti verso stili di vita più sani e più sostenibili. Già un anno fa, in un parere pubblicato a gennaio 2014 sul consumo collaborativo, il Cese evidenziava: “Il consumo collaborativo o partecipativo si estende a una serie sempre maggiore di comunità e città di tutto il mondo, che utilizzano le reti tecnologiche per fare di più con meno grazie ad attività come l’affitto, il prestito, lo scambio, il baratto, il regalo oppure condividendo prodotti su una scala che precedentemente non era immaginabile”. Questo dunque “costituisce anche una soluzione alla crisi economica e finanziaria in quanto rende possibile lo scambio in caso di necessità”.
E dal consumo  collaborativo alla sharing economy il passo è breve: si tratta di forme interessanti e innovative di economia che si stanno diffondendo in molti settori di consumo e che pongono nuove sfide come  la  costruzione  della  fiducia dei  consumatori e la necessità di un quadro giuridico a tutela dei consumatori. Proprio su questo tema si è espresso il nuovo Commissario europeo per la giustizia, la tutela dei consumatori e l’uguaglianza di genere Vĕra Jourová che ha partecipato alla Giornata Europea del Consumatore presso il Cese.
Jourová ha sottolineato come  “la sharing economy sia un’opportunità per le imprese e per i consumatori, poiché può rendere i mercati più competitivi e può offrire ai consumatori una scelta più ampia, prezzi migliori e modalità di consumo più sostenibili”. “La mia opinione è che la sharing economy aumenti la responsabilità dei consumatori”, ha proseguito Vĕra Jourová esprimendo apprezzamento per i nuovi strumenti (come le App) e la loro diffusione fra i giovani. Tuttavia “chi usa le applicazioni della sharing economy e i suoi benefici deve essere consapevole del fatto che agisce in una sfera senza regole e diritti, al di fuori della rete di protezione della legislazione esistente”.
A tal proposito la posizione di Vĕra Jourová è chiara: queste nuove forme di consumo devono rispettare in pieno, senza indebolirli, i diritti dei consumatori e le regole di salute e sicurezza, ma nello stesso tempo le norme comunitarie non devono essere un ostacolo al loro sviluppo.
“Con le grandi opportunità arrivano grandi responsabilità” ha precisato il Commissario riferendosi al discusso tema delle tasse: “Le tasse che sono dovute devono essere pagate”. “Per far sì che la Direttiva sui diritti dei consumatori (Consumer Rights Directive) sia efficace - ha concluso Jourová - è necessario che questa sia conosciuta meglio a tutti i livelli, sia da parte dei consumatori sia da parte dei commercianti. I diritti dei consumatori sulla carta sono buoni, ma i diritti che i consumatori mettono davvero in pratica sono sostanziali. Ecco perché, da maggio dello scorso anno, stiamo avviando una campagna di sensibilizzazione in 8 Stati membri dell’UE per diffondere il messaggio che i consumatori hanno dei robusti diritti, sia online e offline. E diffonderemo questa campagna quest’anno in altri 6 Stati”.

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