Anche il 2013 è stato un anno cruciale per la privacy: sono stati 606 i provvedimenti collegiali adottati dal Garante, 222 i ricorsi decisi, relativi soprattutto a banche e società finanziarie, attività di marketing, compagnie di assicurazione, operatori telefonici e telematici. Il Garante Privacy ha contestato 850 violazioni amministrative e deciso sanzioni per oltre 4 milioni di euro.

Ma il provvedimento che ha fatto più scalpore è stata la maxi multa, da un milione di euro, inflitta a Google a dicembre 2013 per violazione della privacy attraverso il servizio Google Street View. Nell’ordinanza di ingiunzione il Garante ha contestato a Google la violazione delle norme del Codice della Privacy “concernente l’inidoneità dell’informativa resa agli interessati con riferimento ad una banca dati di particolari dimensioni in occasione della raccolta di dati effettuata dalla società mediante le cosiddetteGoogle cars nell’ambito del servizio denominato Street View”. Il servizio rappresenta un’evoluzione di Google Maps che permette di avere immagini dettagliatissime delle città attraverso fotografie panoramiche scattate al livello della strada. Volti e targhe delle automobili sono oscurati ma questo non impedisce, in realtà, di riconoscere vetture o di ritrovarsi immortalati per lungo tempo nelle fotografie scattate in strada.

I fatti contestati risalgono al 2010 quando le auto del colosso di Mountain View hanno percorso le strade italiane senza essere perfettamente riconoscibili e non consentendo, in tal modo, alle persone presenti nei luoghi percorsi di decidere se sottrarsi o meno alla “cattura” delle immagini. Numerose sono state le segnalazioni all’Autorità da parte di persone che non desideravano comparire nelle foto pubblicate online (che, peraltro, permangono in rete per un tempo considerevole e possono essere ingrandite). Il Garante aveva prescritto alla società di rendere le “Google cars” facilmente individuabili, attraverso cartelli o adesivi ben visibili, di pubblicare sul proprio sito web, 3 giorni prima dell’inizio delle riprese, le località visitate dalle vetture di Street View, indicando anche i quartieri per le grandi città. Analogo avviso doveva essere pubblicato da Google sulle pagine di cronaca locale di almeno 2 quotidiani e diffuso per mezzo di un’emittente radiofonica locale per ogni regione visitata.

Secondo il Garante Privacy, Google “ha effettuato illecitamente il trattamento di dati personali degli interessati in quanto ha reso loro una informativa non idonea”. Si fa riferimento alle “peculiari caratteristiche delle fotografie scattate da Google Inc. che, oltre ad essere oggetto di diffusione online per un considerevole periodo di tempo, possono essere ingrandite per consentire all’utente una visualizzazione dettagliata delle stesse” nonché “le numerose segnalazioni pervenute all’Autorità, relative proprio all’acquisizione di immagini da parte della società che, nel fotografare i luoghi, ha ripreso anche soggetti identificabili che non desideravano comparire sulle fotografie pubblicate online da Google”. Per determinare l’entità del danno, il Garante ha precisato che “la violazione è relativa a trattamenti che riguardano una considerevole quantità di dati personali di utenti e di altre persone acquisiti su porzioni rilevanti dell’intero territorio nazionale, destinati alla successiva diffusione sul web”. Inoltre, la violazione è più grave per un’azienda come Google, che fonda la propria attività economica prevalentemente sul trattamento dei dati e che costituisce uno dei principali fornitori mondiali di servizi della società dell’informazione. La sanzione è stata quindi  commisurata al bilancio del 2012 (fatturato consolidato di oltre 50 miliardi di dollari). Dopo qualche settimana Google ha pagato la sanzione di un milione di euro.  

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