La prima relazione sullo stato del decennio digitale, pubblicata oggi, presenta un'analisi globale dei progressi compiuti verso la realizzazione di una trasformazione digitale volta a rafforzare la sovranità digitale, la resilienza e la competitività dell'UE. Comprende una valutazione dei progressi compiuti dall'UE verso gli obiettivi e i traguardi della strategia 2030 dell'Europa, concentrandosi su quattro pilastri principali: competenze digitali, infrastrutture digitali, digitalizzazione delle imprese, compreso l'uso dell'intelligenza artificiale (IA), e digitalizzazione dei servizi pubblici. La strategia prevede anche il monitoraggio della dichiarazione europea sui diritti e i principi digitali, che riflette l'impegno dell'UE a favore di una trasformazione digitale sostenibile e sicura, incentrata sulle persone.

La relazione 2023, la prima di una serie di relazioni annuali, invita gli Stati membri all'azione collettiva per colmare le attuali carenze di investimenti, accelerare la trasformazione digitale in Europa e intensificare gli sforzi per conseguire gli obiettivi del programma strategico per il decennio digitale (DDPP). Il programma strategico per il decennio digitale è stato adottato dal Parlamento europeo e dal Consiglio ed è entrato in vigore il 9 gennaio 2023. Esso comprende un sistema di governance collaborativa tra l'UE e le autorità nazionali.

Le sue raccomandazioni orizzontali e specifiche per paese della relazione 2023 presentano una via da seguire chiara, anche dal punto di vista operativo. Le raccomandazioni costituiranno la base per la discussione e la cooperazione tra la Commissione e gli Stati membri su come conseguire gli obiettivi comuni. Questo lavoro sarà sostenuto mediante l'attuazione di progetti multinazionali su vasta scala, compresi i consorzi per l'infrastruttura digitale europea (EDIC) di recente introduzione.

Di seguito sono riportate le principali conclusioni nei vari settori trattati nella relazione.

Infrastrutture digitali - connettività sicura

Nell'ambito dell'attuale obiettivo per il 2030, tutti dovrebbero avere accesso alla copertura Gigabit e le reti 5G efficienti dovrebbero essere disponibili in tutte le regioni popolate.

Attualmente le reti in fibra, indispensabili per la connettività Gigabit, raggiungono solo il 56% delle famiglie, mentre la copertura 5G si attesta all'81% della popolazione, scendendo al 51% nelle zone rurali. Il dispiegamento delle reti 5G autonome è tuttavia in ritardo e la qualità del 5G non soddisfa le aspettative degli utenti finali e le esigenze dell'industria. Il 55% delle famiglie rurali non è ancora servito da alcuna rete avanzata e il 9% non è ancora coperto da alcuna rete fissa.

Sono necessari ulteriori investimenti fino ad almeno 200 miliardi di € per garantire la piena copertura Gigabit in tutta l'UE e la copertura 5G in tutte le zone abitate. Gli Stati membri dovrebbero mappare le lacune di connettività ed esplorare la possibilità di finanziamenti per integrare gli investimenti privati in zone che non sono commercialmente sostenibili, comprese le zone rurali e remote, che beneficiano del quadro normativo dell'UE favorevole agli investimenti.

Semiconduttori

Entro il 2030 l'UE mira a raddoppiare la propria quota del valore della produzione mondiale di semiconduttori all'avanguardia, passando dall'attuale 10% al 20% in termini di valore della quota di mercato a livello mondiale.

Per conseguire tale obiettivo il regolamento sui chip, entrato in vigore il 21 settembre 2023, mira a sviluppare un prospero ecosistema dei semiconduttori e catene di approvvigionamento resilienti. Gli Stati membri dovrebbero promuovere politiche e investimenti nazionali per stimolare ulteriormente le capacità nazionali di progettazione e fabbricazione di chip e per potenziare le competenze locali nelle tecnologie avanzate in tutti i settori.

Digitalizzazione delle imprese

Il programma strategico per il decennio digitale (DDPP) fissa tre obiettivi per promuovere la digitalizzazione delle imprese:

adozione da parte di almeno il 75% delle imprese di servizi di cloud computing, big data e/o intelligenza artificiale (IA);
realizzazione di un livello base di intensità digitale (misurando l'uso di diverse tecnologie digitali a livello di impresa) da parte di oltre il 90% delle piccole e medie imprese (PMI);
il raddoppio del numero di "unicorni" (società con una valutazione superiore a 1 miliardo di €).
Senza ulteriori investimenti e incentivi, la traiettoria di riferimento prevista indica che entro il 2030 solo il 66% delle imprese utilizzerà il cloud, il 34% i big data e il 20% l'IA. Inoltre, in base agli ultimi dati, solo il 69% delle PMI dell'UE raggiunge un livello base di intensità digitale, con progressi disomogenei e insufficienti tra gli Stati membri. Per migliorare l'adozione della tecnologia gli Stati membri dovrebbero sensibilizzare in merito ai vantaggi della digitalizzazione delle imprese, nonché promuovere e sostenere i poli europei dell'innovazione digitale (EDIH).

Il numero di unicorni con sede nell'UE è aumentato notevolmente nell'ultimo decennio. Il proseguimento di questa tendenza consentirebbe all'UE di raggiungere il suo obiettivo prima del 2030, ma non è motivo di compiacimento in presenza di volatilità dei mercati. Permangono inoltre differenze rispetto ad altre economie avanzate: all'inizio del 2023 avevano sede nell'UE 249 "unicorni", mentre negli Stati Uniti erano 1 444 e in Cina 330.

Digitalizzazione dei servizi pubblici

Gli obiettivi del programma strategico per il decennio digitale prevedono un'accessibilità online del 100% dei servizi pubblici fondamentali e, se del caso, la possibilità per i cittadini e le imprese dell'Unione di interagire online con le pubbliche amministrazioni, l'accesso online alle proprie cartelle cliniche elettroniche per il 100% dei cittadini dell'Unione e l'accesso a un'identificazione elettronica (eID) sicura per il 100% dei cittadini dell'Unione.

Molti Stati membri si trovano in una posizione favorevole per conseguire la piena digitalizzazione dei servizi pubblici e delle cartelle cliniche, nonché la diffusione dell'eID per i loro cittadini. Tuttavia, sono necessari investimenti significativi per migliorare la disponibilità e le prestazioni transfrontaliere dei servizi pubblici. Per quanto riguarda il portafoglio europeo di identità digitale, la sua piena diffusione è in corso: si prevede che sarà completata entro il 2030 e integrata dall'euro digitale proposto nel giugno 2023.

Competenze digitali

L'UE è impegnata ad aumentare le competenze digitali di base di almeno l'80% delle persone di età compresa tra i 16 e i 74 anni e a disporre di 20 milioni di specialisti in TIC entro il 2030.

La relazione dimostra tuttavia che entro il 2030 e nelle condizioni attuali solo il 59% della popolazione avrà almeno le competenze digitali di base e che il numero di specialisti in TIC potrebbe non superare i 12 milioni. Gli Stati membri devono dare priorità agli investimenti nell'istruzione di alta qualità e nelle competenze e promuovere la partecipazione delle donne alle discipline STEM (scienza, tecnologia, ingegneria e matematica) fin dalla più tenera età.

Valori e principi per la società online

La relazione sottolinea il ruolo pionieristico dell'UE nella creazione di una trasformazione digitale sicura e incentrata sulle persone, come sancito nella dichiarazione europea sui diritti e i principi digitali. L'UE ha introdotto misure politiche e legislative rilevanti, quali la normativa sui servizi digitali, la normativa sull'IA, la legge europea per la libertà dei media e la comunicazione sui mondi virtuali.

Una transizione digitale sostenibile

La relazione descrive gli sforzi in corso per rendere più verde la transizione digitale. Misure quali l'iniziativa "diritto alla riparazione", i criteri di progettazione ecocompatibile per telefoni cellulari e tablet e il piano d'azione dell'UE per la digitalizzazione del sistema energetico ridurranno l'impatto ambientale delle tecnologie digitali. Ulteriori investimenti attraverso piani nazionali per la ripresa e la resilienza o investimenti congiunti sono inoltre fondamentali per promuovere la piena transizione verso soluzioni digitali a zero emissioni nette, unitamente a meccanismi di monitoraggio migliorati per misurare l'impronta ambientale dei servizi di comunicazione elettronica.

Partenariati internazionali

Il programma per il decennio digitale 2030 sottolinea l'importanza della cooperazione internazionale per promuovere i valori dell'UE insieme a partner che condividono gli stessi principi. Sono stati compiuti progressi verso questo obiettivo attraverso partenariati digitali con il Giappone, la Repubblica di Corea e Singapore, nonché i consigli per il commercio e la tecnologia con gli Stati Uniti e l'India. L'UE ha intensificato il sostegno per la trasformazione digitale dell'Ucraina, consentendo al paese di entrare nello spazio di roaming gratuito dell'UE.

Prossime tappe

La relazione contiene raccomandazioni su azioni, misure e politiche nei settori in cui i progressi sono insufficienti. Gli Stati membri delineeranno le azioni che intendono intraprendere per raggiungere gli obiettivi e i traguardi nelle rispettive tabelle di marcia nazionali che saranno pubblicate entro il 9 ottobre.

Entro due mesi dall'adozione della relazione la Commissione e gli Stati membri discuteranno le osservazioni preliminari, con particolare attenzione alle raccomandazioni formulate dalla Commissione nella sua relazione.

Contesto

Proposto nel settembre 2021, il programma strategico per il decennio digitale delinea misure concrete per promuovere l'innovazione e gli investimenti nei settori delle competenze digitali, delle infrastrutture digitali, della digitalizzazione delle imprese e dei servizi pubblici. Nel dicembre 2022 tale programma è stato integrato dalla dichiarazione europea sui diritti e i principi digitali.

Per monitorare i progressi compiuti in relazione agli obiettivi e ai traguardi digitali la Commissione ha inserito nella relazione sullo stato del decennio digitale l'indice di digitalizzazione dell'economia e della società (DESI) e l'esercizio annuale di monitoraggio delle prestazioni dell'Europa in materia di digitalizzazione.

Nell'ambito delle sue attività volte a sostenere e plasmare la transizione digitale il Centro comune di ricerca (JRC) della Commissione ha contribuito in modo significativo a questo esercizio di monitoraggio. Il JRC ha pubblicato tre relazioni che forniscono metodologie, risultati e dati a sostegno del conseguimento degli obiettivi del 2030, sia a livello europeo che nazionale: su una metodologia per stimare le traiettorie dell'UE verso gli obiettivi per il 2030, sulla mappatura degli strumenti di finanziamento dell'UE con gli obiettivi del decennio digitale e sull'analisi comparativa internazionale degli investimenti privati in diverse aree tematiche.

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