Ogni giorno la violenza sulle donne interroga la società.  L’87% degli italiani ritiene che i media hanno il potere di creare narrazioni e alimentare (o abbattere!) stereotipi. Il 58% ritiene che i media trattano le tematiche di genere in modo inadeguato.

Come è rappresentata la donna oggi nella pubblicità, in TV e nella carta stampata? Abbiamo cambiato la rotta, quanto a stereotipi e pregiudizi, rispetto alla rappresentazione di genere? Possiamo parlare di evoluzione o di involuzione? Un diverso racconto ha il potere di cambiare le nostre opinioni? E i nostri comportamenti? La parola a cittadini e alle cittadine.

L’indagine** presentata oggi nel convegno di Consumers’ Forum dal titolo “L’immagine della Donna tra vecchi e nuovi media”, svolta in collaborazione con IPSOS su un campione rappresentativo di cittadini e di cittadine, ha analizzato la percezione dell'uso dell'immagine della donna nei media contemporanei.

Ne è uscito che l’87% del campione sostiene che i media influenzano le nostre opinioni e i nostri comportamenti, con TV e Social Network a guidare la classifica dei canali più spesso utilizzati. Che si tratti di film, serie TV, programmi televisivi, stampa o pubblicità, i media hanno il potere di definire e dunque anche di cambiare il modo in cui le persone definiscono il ruolo dell’uomo e della donna e il loro modo di comportarsi all’interno della società. Che sia per causa o per effetto, i media hanno il potere di creare e alimentare narrazioni e stereotipi.

Il 58% del campione ritiene però che i media trattano le tematiche di genere in modo inadeguato (superficiale + esagerato) e solo il 35% ritiene che le trattano in modo corretto. La distanza di genere su questo è minima, a dividere la percezione è invece l’appartenenza generazionale. Marchiata da una differente memoria storica, la GenZ evidenzia la superficialità (40%) dei media sia per quantità che per qualità dei contenuti mentre i Boomers sottolineano l’esagerazione (42%) dei toni e la volontà di seguire la moda del momento.

Sebbene gli italiani vedono nella famiglia e nella scuola gli agenti più importanti per il superamento degli stereotipi di genere, riconoscono un ruolo anche ai media (tanto quanto quello che dovrebbe rivestire il Governo) e alle aziende. Il 61% del campione ritiene che i brand hanno il dovere di assumersi la responsabilità di non alimentare gli stereotipi di genere durante la pubblicizzazione dei loro prodotti. Si richiede una adesione valoriale alla questione e una unità di intenti che deve essere trasversale a tutti i soggetti in campo, sia uomini che donne. Il 39% del campione preferisce acquistare prodotti di marchi che fanno campagne pubblicitarie che rappresentano la donna in modo attento e moderno.

Così il Presidente di Consumers’ Forum Sergio Veroli: “Ogni giorno la violenza sulle donne interroga la società e tutti noi. Gli assassini non sono criminali incalliti ma studenti, impiegati, fidanzati, compagni di vita e a volte compagni di una vita intera. Non sono persone ai margini della società, fanno parte della nostra cultura. Siamo noi.”

Continua Veroli: “La crescita culturale e civile di una società passa anche attraverso il modo in cui è rappresentata l’immagine femminile nei media. Per questi motivi abbiamo organizzato oggi un incontro fra imprese, associazioni, esperti e giornalisti che, sulla base di una indagine condotta da Ipsos, hanno analizzato come gli italiani percepiscono la rappresentazione di genere nei media”.

Ancora Veroli:La survey ha evidenziato che siamo ancora indietro. I cittadini chiedono al mondo della comunicazione di contribuire in modo più esplicito ad abbattere gli stereotipi e i pregiudizi che assegnano alla donna un ruolo ancora troppo marginale e subalterno all’uomo. I cittadini chiedono una forte accelerazione culturale che produca valori nuovi e comportamenti diversi.

Continua Veroli:Già nel 2011, con la Carta degli impegni* sottoscritta a margine del convegno “Il consumo dell’immagine della Donna”, Consumers’ Forum si è schierata per una pubblicità che rispetti l’immagine femminile, la dignità della persona, che contenga messaggi commerciali corretti e per la proibizione di reclame dai contenuti discriminatori o degradanti basati su stereotipi di genere.”

Infine Veroli:Chiediamo alle Istituzioni, alla Scuola e ai Media un impegno maggiore per rimuovere i tanti, troppi ostacoli che ci impediscono di essere una società civile. Noi come Consumers’ Forum, imprese e associazioni dei consumatori, faremo la nostra parte.”

Di questi temi se ne è riflettuto oggi nel corso del convegno dal titolo “L’immagine della Donna tra vecchi e nuovi media”, organizzato da Consumers’ Forum, associazione indipendente composta da importanti Associazioni di Consumatori, Istituzioni, numerose Imprese Industriali e di servizi e loro Associazioni di categoria.

Sergio Veroli Presidente di Consumers’ Forum ha aperto e moderato il convegno e ne ha discusso con Paola Angeletti Chief Operating Officer Intesa Sanpaolo, con Carlo Alberto Buttarelli Presidente Federdistribuzione, con Ivo Ferrario Giornalista, Direttore Comunicazione e Relazioni Esterne Centromarca, con Vincenzo Guggino Segretario Generale Istituto Autodisciplina Pubblicitaria, con Raffaele Pastore Direttore Generale Utenti Pubblicità Associati, con Rita Querzè Giornalista del Corriere della Sera, con Anna Rea Presidente Associazione nazionale per la Difesa e l’Orientamento dei Consumatori, con Linda Laura Sabbadini già Direttrice del Dipartimento per lo sviluppo di metodi e tecnologie per la produzione e diffusione dell’informazione statistica ISTAT, con Alessandra Tavarnelli Head of Institutional Communication TIM, con Barbara Terenghi Executive Vice President Sustainability Edison e con Annamaria Testa Pubblicitaria, giornalista, saggista e esperta di comunicazione.

Hanno presentato le evidenze della survey di Consumers’ Forum frutto della collaborazione con Ipsos, Chiara Ferrari Service Line Leader Ipsos Public Affairs, Eva Sacchi Director Ipsos Public Affairs e Claudia D'Ippolito Senior Researcher Audience Measurement Ipsos.

 

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Il video integrale dei lavori si trova sulla pagina You Tube di Consumers’ Forum
La ricerca svolta in collaborazione con IPSOS si trova qui

* Il manifesto di intenti sottoscritto nel 2011 da Consumers’ Forum, in cui l’associazione si è impegnata a sostenere modelli di sviluppo culturale ed economici basati sul rispetto della persona umana; a diffondere la conoscenza di strumenti di controllo istituzionali e di autoregolamentazione preposti al monitoraggio di forme di pubblicità commerciale idonea a screditare la dignità della persona violando parametri di onestà, veridicità e correttezza; a favorire spazi di dialogo e riflessione tra operatori di pubblicità, aziende, consumatori e Autorità di vigilanza al fine di salvaguardare il corretto richiamo all’immagine della donna; a valorizzare norme giuridiche vincolanti e codici condotta che proibiscano la pubblicità dai contenuti discriminatori o degradanti basati sugli stereotipi di genere.

**Indagine svolta da Ipsos per Consumers’ Forum, 1.000 Interviste realizzate dall’8 al 12 febbraio 2024, CAWI Ipsos Digital, Italiani/e dai 18 ai 75 anni.

 

 

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