europa3Passi avanti nei diritti di chi prenota l'albergo online: Booking si impegna a modificare la clausola Most favoured nation, inserita nei contratti con i suoi hotel partner, in modo che sia applicabile solo a prezzi e condizioni pubblicamente offerte dalle strutture attraverso i propri canali di vendita diretta (online e offline), e non più sui prezzi proposti su altre agenzia di viaggi online. E la Commissione UE ha annunciato test di mercato che verificheranno la tutela del consumatore in questo settore anche in Francia e Svezia.

Il 7 maggio scorso l'Antitrust ha avviato un'istruttoria nei confronti di Expedia e Booking.com per verificare se i due siti, attraverso le commissioni e le clausole previste nei contratti con le strutture alberghiere, vìolino la concorrenza nei servizi di prenotazione ostacolando la possibilità per i consumatori di trovare offerte migliori. L'Antitrust ha annunciato ieri che le società del gruppo Priceline hanno assunto impegni davanti all'Autorità in relazione al contenuto delle clausole Most favoured nation (Mfn), inserite nei rapporti contrattuali con i propri hotel partner.

In pratica, Booking si impegna a modificare la clausola Mfn, in modo che sia applicabile esclusivamente ai prezzi e alle altre condizioni pubblicamente offerte dagli hotel attraverso i propri canali di vendita diretta, sia online che offline, e non più sui prezzi proposti su altre agenzie di viaggi online (On line travel agencies). Questo consentirà agli alberghi partner di applicare sconti sulle tariffe offerte sulla propria piattaforma a clienti che appartengono a gruppi chiusi di utenti.

E la Commissione europea ha annunciato l'iniziativa di test di mercato sul settore delle prenotazioni alberghiere oline, che si svolgeranno contemporaneamente nell'ambito delle indagini antitrust delle autorità della concorrenza francesi, svedesi e italiani. Le tre autorità temono che le cosiddette "clausole di parità" figuranti nei contratti fra Booking.com e gli alberghi possa avere effetti anti-concorrenziali in violazione delle norme antitrust europee e nazionali. I test di mercato analizzeranno se gli impegni presentati da Booking sono adeguati a dissipare questi timori: in tal caso i garanti nazionali potranno renderli giuridicamente vincolanti per tale agenzia. La Commissione sta coordinando le inchieste nazionali, ma non ha avviato una propria indagine.

Le clausole di parità presenti nei contratti fra Booking.com e gli alberghi obbligano questi ultimi a offrire all'agenzia prezzi per le stanze uguali o migliori rispetto a quelli che essi propongono su tutti gli altri canali di distribuzione on-line e off-line. I garanti francesi, svedesi e italiani ritengono che queste clausole possano danneggiare la concorrenza, in violazione delle rispettive norme nazionali in materia così come dell'articolo 101 e/o dell'articolo 102 del trattato sul funzionamento dell'Unione europea (TFUE). Temono in particolare che questo possa limitare la concorrenza fra Booking.com e gli altri agenti di viaggio on-line e che possa impedire l'ingresso sul mercato di nuove piattaforme di prenotazione.

Per dissipare questi timori Booking.com ha proposto di abbandonare il requisito di parità rispetto ai prezzi che gli alberghi propongono agli altri agenti di viaggio on-line, permettendo agli hotel, in questo modo, di offrire prezzi diversi alle varie agenzie on-line. Gli alberghi, tuttavia, dovrebbero continuare a offrire a Booking.com prezzi uguali o migliori rispetto a quelli proposti sui propri canali di prenotazione on-line e off-line. Gli impegni si applicherebbero su scala SEE.

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