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La Commissione UE avvia un procedimento nei confronti di TikTok

23 Aprile 2024
La Commissione avvia un procedimento nei confronti di TikTok nell'ambito della legge sui servizi digitali in merito al lancio di TikTok Lite in Francia e Spagna. [continua]

Eurobarometro: "La situazione geopolitica rende ancora più importante il voto alle elezioni europee"

17 Aprile 2024
L'ultimo sondaggio Eurobarometro del Parlamento europeo, prima delle elezioni di giugno, rivela consapevolezza tra i cittadini e preoccupazione per l'attuale contesto geopolitico. Più di otto europei su dieci (81%) ritengono che votare sia ancora più importante data l'attuale situazione geopolitica. Sei cittadini su dieci (60%) si... [continua]

EDUFIN INDEX: IL LIVELLO DI EDUCAZIONE FINANZIARIA IN VENETO È PIÙ ALTO DELLA MEDIA NAZIONALE

12 Aprile 2024
A Venezia il secondo appuntamento del “Tour dell’Educazione Finanziaria”, con la presentazione dei dati dell’ultima edizione dell’Edufin Index di Alleanza Assicurazioni: nella regione non è ancora stata raggiunta la sufficienza e rimane un’ampia “differenza di genere”. Sergio Veroli Presidente di Consumers' Forum, membro del Comitato Scientifico... [continua]

Media: per quasi 6 persone su 10 le tematiche di genere non sono trattate adeguatamente. Articolo uscito su LA SVOLTA.

20 Marzo 2024
Nei film e nelle serie tv italiane, in 7 casi su 10 sono le donne a occuparsi della casa e della famiglia. Per il 37% del campione intervistato da Consumers’ Forum e Ipsos, il linguaggio mediatico è spesso sessista e discriminatorio. [continua]

AUDIZIONI PERIODICHE ARERA 2023 - Martedì 21 e mercoledì 22 novembre 2023

7 Novembre 2023
Nelle giornate di martedì 21 e mercoledì 22 novembre 2023 si svolgeranno, su piattaforma online, le audizioni periodiche di ARERA. Un appuntamento aperto a tutti (associazioni dei consumatori, delle imprese e ambientaliste, confederazioni sindacali e operatori, Istituzioni, Enti Locali, Università, privati cittadini ecc.), che rappresenta... [continua]

Segnalazioni ricevute dalle AA.CC. del CNCU per le difficoltà riscontrate dai cittadini, professionisti ed imprese in merito all'accesso al credito nel periodo emergenziale Covid19 (Decreto Legge 17 Marzo 2020, n. 18 c.d. “Cura Italia” ed alla moratoria sui prestiti (Decreto Legge 8 Aprile 2020, n.23 c.d. “Decreto Liquidità”) e attività intraprese dalle stesse associazioni in detto periodo.

L’emergenza sanitaria da Covid-19, che all’inizio del 2020 ha colpito anche il nostro Paese, ha inciso e continua ad incidere profondamente nella vita dei cittadini, sia sul piano della salute, sia sul piano economico. Il periodo di forte crisi che si è aperto, precisamente dal 21 febbraio in poi, verrà certamente scritto nelle pagine di storia, per la gravità delle conseguenze che ha determinato. Infatti, la crisi sanitaria che ha investito l’intero Globo, ha avuto un effetto devastante con drammatiche ripercussioni sui cittadini, sia dal punto di vista degli innumerevoli decessi registrati ogni giorno, sia per la carenza di strutture e strumenti sanitari idonei a garantire gli interventi di urgenza, considerato l’elevato numero giornaliero di contagi.

Ebbene, l’Italia è stata colpita in pieno da questa onda epidemica che ha creato non poche difficoltà, innanzitutto dal punto di vista sanitario e a seguire dal punto di vista economico.

E’ doveroso, innanzitutto, fare un grande plauso a tutto il personale medico, paramedico e volontari che ha donato il cuore, oltre l’ostacolo, mettendosi a disposizione del Paese, senza tentennare un attimo. Un ulteriore plauso va fatto a tutte le forze dell’ordine, per l’impegno costante nel garantire la gestione della sicurezza pubblica. Infine e non per il grado d’importanza, un grande plauso va a tutti i lavoratori dipendenti dei settori essenziali, che con la loro diponibilità e costante presenza sul posto di lavoro, hanno garantito a tutti i consumatori la tranquillità di poter acquistare i beni di prima necessità.

E’ evidente che lo tsunami che si è abbattuto sul mondo intero, oltre alla crisi sanitaria, ha determinato, anche una pesantissima crisi economica, sia per gli effetti immediati, sia per quelli che, inevitabilmente, si verificheranno nel lungo periodo durante la fase di ripresa. Tale crisi, pertanto, deve necessariamente essere contrastata, con rimedi efficaci e tempestivi, al fine di impedire il blocco irreversibile dell’economia del Paese, la crescita della povertà e nuove forme di esclusione sociale. La attuale crisi ha reso evidente che da essa non si esce con sole misure emergenziali ma ha reso cogente un cambio dell’attuale modello sviluppo dentro un nuovo paradigma economico e produttivo che abbia al suo centro la sostenibilità ambientale e sociale. Al centro delle politiche economiche e produttive devono ritornare ad essere le persone, i loro bisogni, il loro diritto ad una vita dignitosa, una reale parità delle opportunità di realizzazione professionale e lavorativa favorendo, come dice la Costituzione, l'autonoma iniziativa dei cittadini, singoli e associati, per lo svolgimento di attività di interesse generale, sulla base del principio della sussidiarietà .

 Il Paese ha bisogno che l’emergenza si affronti guardando al futuro perciò diventano centrali gli investimenti sulle nuove tecnologie, sulle reti, sull’Intelligenza artificiale, economia circolare.  I ritardi accumulati in tutti questi anni impongono un deciso cambio di passo per evitare il declino economico e produttivo del Paese. In questo ambito va affrontata anche la annosa e mai risolta questione dello snellimento delle procedure e della sburocratizzazione se si vuole dare efficace alle misure e agli investimenti che si vogliono realizzare.

 Lo sviluppo delle nuove tecnologie, la loro applicazione e l’utilizzo delle piattaforme rende ineludibile il tema del trattamento dei dati, il possesso dei big data, la difesa del diritto costituzionalmente garantito della privacy. La Attuale crisi ha reso evidente che è essenziale l’affermazione dell’accesso alla rete come diritto universale.

Finora, in questo periodo di crisi, non si è riusciti ad attivare un’interlocuzione continua tra il Governo e la rappresentanza delle AACC e con i bisogni diffusi che loro rappresentano. Si ritiene dunque necessario per questa nuova fase della gestione della crisi che si instauri un‘interlocuzione diretta con la Presidenza del Consiglio prima del varo dei provvedimenti che incidono sulle condizioni di vita e di consumo delle famiglie e delle persone. Le associazioni sono in contatto con i cittadini e rilevano le criticità che sono un importantissimo sensore dell’impatto reale delle misure adottate e ne consentono il miglioramento.

In tal senso è utile analizzare i provvedimenti adottati dal Governo per contrastare la crisi economica.

AIUTI ALLE IMPRESE E RUOLO SISTEMA BANCARIO
In particolare il D.L. 8 aprile 2020, n. 23 ha previsto alcuni “aiuti” destinati ad aziende produttive, commerciali, artigianali, agricole, turistico-alberghiere e di servizi compresi i liberi professionisti: quindi – come tali – i consumatori ne sono esclusi direttamente. Tali aiuti sono necessari in quanto secondo quanto prevede l’ OCSE sul tema del Coronavirus, "OECD - Interim Economic Assessment, Coronavirus: The world economy at risk", (consultabile al seguente link http://www.oecd.org/berlin/publikationen/InterimEconomic-Assessment-2-March-2020.pdf), la crisi sanitaria cui stiamo assistendo determinerà il terzo più importante shock economico, ove non sia già avvenuto e in particolare: - un arresto della produzione nei Paesi colpiti dall'epidemia, colpendo le catene del valore in tutto il mondo; - un forte calo dei consumi; - un crollo della fiducia nei mercati; - una riduzione del PIL globale nel prossimo trimestre del 2020. Per mitigare questa recessione economica, l'OCSE ha suggerito politiche pubbliche volte a: - sospensione nei pagamenti; - riduzioni temporanee dell'IVA; - migliore accesso al capitale circolante attraverso linee di credito preferenziali; - fondi statali a sostegno delle PMI. Tra i vari fattori che potrebbero avere un'incidenza negativa sulle PMI, anche se sane, l'OCSE evidenzia ("OECD, COVID-19: SME Policy Responses", 16 marzo 2020, consultabile al seguente link: https://oecd.dam-broadcast.com/pm_7379_119_119680-di6h3qgi4x.pdf): - riduzione di soggetti disponibili a lavorare a causa della diffusione del contagio (quarantena, malattia, necessità di prestare assistenza ai familiari); - calo della domanda (i consumatori sono più incentivati ad acquistare beni di prima necessità ed a risparmiare di più per il rischio reale o potenziale di un ridotto potere d'acquisto dei consumatori stessi); - ostacoli ai trasporti.

Si sottolinea, inoltre, che il Decreto Liquidità ha posticipato l'entrata in vigore del Codice della Crisi al settembre 2021. Riteniamo che sia una decisione opportuna per alcune misure, ma che sia necessaria l'immediata entrata in vigore delle nuove disposizioni sulle procedure di sovraindebitamento e sulla liquidazione controllata che riuscirebbero a consentire la ripartenza (fresh start) e a ridare cittadinanza a molti cittadini in gravi difficoltà. Allo riguardo si propone la sospensione semestrale dei piani del consumatore e degli accordi di componimento della crisi nei confronti delle persone fisiche così come previsto dall’art. 1, co. 1, Decreto del Ministero dell’Economia e delle Finanze del 25.03.2020 in uno alla copertura finanziaria degli interessi maturati in detto periodo. La procedura prevista dal Decreto Liquidità non decide finanziamenti diretti dello Stato alle imprese: queste devono chiedere alle stesse banche la valutazione ed erogazione del credito, che sarà concesso con la garanzia dello Stato attraverso l’istituto di credito Sace S.p.a. o come nel caso dei prestiti alle micro e piccole imprese dal Fondo di garanzia PMI. Parlando dei prestiti garantiti da Sace e dal Fondo di garanzia fino ad un massimo del 90% l’impresa presenta domanda alla banca, la quale previa valutazione del merito creditizio (condizioni di solvibilità della impresa), decide se inoltrare la domanda ad altro co-finanziatore e quindi alla Sace, che a sua volta emette una propria valutazione. Parlando dei prestiti garantiti dal Fondo di garanzia PMI ed in particolare dell’ipotesi dell’articolo 13 comma 1 lettera m) del decreto-legge 8 aprile 2020 n 23 per le piccole imprese, i commercianti e gli artigiani, che prevede prestiti veloci garantiti dal Fondo statale al 100% e che possono arrivare a max il 25% dei ricavi risultanti da ultimo bilancio e comunque per max 25.000 euro, la situazione è problematica per diversi aspetti. In questo caso trattandosi di garanzia al 100% qualsiasi valutazione creditizia della banca non ha senso e comunque deve essere la più rapida possibile. In realtà la situazione non è così. Ci sono dei paletti e delle procedure complicate che di fatto rendono la norma non attuabile così come era nelle intenzioni del legislatore: offrire liquidità velocemente, senza neppure necessità di istruttoria alle piccole attività colpite dalla crisi economica del Covid-19. Le banche hanno aggiunto delle loro modulistiche, inserendo delle condizioni che non sono assolutamente richieste dalla norma di riferimento cioè l’articolo 13 comma 1 lettera m del dl 23 del 2020 (cosiddetto decreto liquidità imprese). In particolare, per UNICREDIT: - è presente un elenco di attività che mal si concilia con quanto previsto dalla norma che parla genericamente di piccole e medie imprese e di persone fisiche esercenti attività di impresa, arti o professioni la cui attività d'impresa è stata danneggiata dall'emergenza COVID-19; - inoltre la banca fa dichiarare che il soggetto non ha già chiesto altre facilitazioni ad altre banche (cosa non prevista dalla norma); - ed ancora chiede all’impresa un ulteriore requisito non presente nella norma e cioè che alla data del 31 dicembre 2019 non si doveva trovare in condizioni di difficoltà come definite dal Regolamento UE 651 del 2014 articolo 2 punto 18.

Per Banco BPM ci sono due indicazioni strane e non conformi alle regole: - si dice, infatti, che la concessione del finanziamento è subordinata alla conversione in legge del decreto (che ricordiamo potrà avvenire entro l’8 giugno); - e si aggiunge che in caso di mancata conversione in legge del decreto o sua conversione con modifiche, il prestito potrà essere concesso a condizioni diverse da quelle previste dall’articolo 13 comma 1 lettera m del dl 23 del 2020. Ovviamente due condizioni assurde. Il decreto-legge è in vigore e resta tale fino alla sua conversione in legge. Sarebbe assurdo dovere aspettare fino all’8 giugno per poter ottenere il prestito ed allo stesso modo è assurdo prevedere che le condizioni economiche possano
cambiare in corso d’opera. Se mai il decreto non venisse convertito o fosse convertito con modifiche allora le nuove condizioni varrebbero per il futuro non certo per le richieste attuali. Ancora ci sono banche che non danno il prestito se non si era correntista già a fine febbraio, ed altre che dicono tranquillamente di non voler erogare tali prestiti. Serve che la misura di sostegno abbia attuazione nel più breve tempo possibile secondo le indicazioni della norma che prevedono una procedura standard senza condizioni aggiuntive da parte delle banche (sulle quali esercitare anche un controllo delle azioni illiquide per evitare ulteriori speculazioni) e delle finanziarie. Per gli altri finanziamenti garantiti da Sace o dal fondo PMI lo sbarramento principale è comunque rappresentato dalla circostanza che al 31 dicembre 2019, l'impresa beneficiaria non doveva rientrare nella categoria delle imprese in difficoltà, ai sensi del Regolamento (UE) n. 651/2014 della Commissione, del 17 giugno 2014, del Regolamento (UE) n. 702/2014 del 25 giugno 2014 e del Regolamento (UE) n. 1388/2014 del 16 dicembre 2014, e alla data del 29 febbraio 2020 non doveva risultava presente tra le esposizioni deteriorate presso il sistema bancario, come definite ai sensi della normativa europea.

In sintesi l’impresa non doveva avere prima della pandemia Coronavirus difficoltà economiche: situazione che di per sé già limita molto la platea dei beneficiari.

Ebbene, alla luce di quanto sopra emergono le seguenti CRITICITA’: 1) le imprese che si vedessero riconoscere il finanziamento vedrebbero confluire i fondi sullo stesso conto corrente nel quale, in caso di pregresse situazioni debitorie (c.d. rosso) dello stesso richiedente (per anticipazioni su fatture, apertura di credito in conto corrente, utilizzo fido, etc), il finanziamento sarebbe assunto dalla banca per ripianare immediatamente la situazione debitoria con la banca;
2) si segnalano già comportamenti scorretti da parte di alcune banche che intendono utilizzare l’eventuale finanziamento all’impresa richiedente per rientrare dei propri crediti e quindi azzerare l’effetto liquidità proprio della misura (es. a fronte di € 25.000,00 richiesti, € 20.000 vengono utilizzate per azzerare il fido già in essere e solo € 5.000,00 per liquidità): da questa premessa molti hanno ribattezzato il decreto Salva-Banche;
3) non sono stabiliti parametri fissi per le spese, costi e interessi applicabili (anche su questo punto, troppa discrezionalità concessa alle banche).

Ciò rilevato, al fine di contrastare gli evidenti effetti, negativi riscontrati, si formulano le seguenti PROPOSTE:
1. fissare per legge l’inutilizzabilità delle somme erogate per rientrare di propri debiti con le banche, già in essere al 31.1.2020;
2. prevedere erogazione diretta del credito, senza valutazione da parte delle banche sul merito creditizio dell’impresa (a maggior ragione quando la garanzia è del 100% come i prestiti ex articolo 13 comma 1 lettera m del decreto legge 23/2020)
3. Vigilare sulla corretta applicazione delle regole e sulle procedure che devono essere a distanza e semplici
4. fissare un tasso di interesse fisso, pari allo zero (da intendersi TAEG quindi comprensivo di tutte quelle spese accessorie che fanno lievitare il tasso di interesse effettivamente applicato: es. costo rata, penale di estinzione etc..) e magari prevedere apertura di c/c dedicato a zero spese di tenuta;
5. stabilire lo sblocco dei crediti che le imprese hanno in bilancio, nei confronti dello Stato. Ciò garantirebbe la liquidità e probabilmente il non accesso al prestito;
6. Promozione della domanda interna con campagne di rottamazione e riduzione dell’IVA, imposte e tasse sui settori più colpiti quali turismo, ristorazione, tempo libero;
7. Riduzione della pressione fiscale, lotta all’evasione fiscale con l’introduzione di sgravi per spese; 8. Indispensabile che lo Stato garantisca una parte del finanziamento a fondo perduto, vincolando i fruitori nell’utilizzo della liquidità necessaria a saldare i fornitori e/o altri creditori con scadenze relative al periodo di diminuzione/azzeramento dei ricavi causa Covid-19. La restante parte della liquidità richiesta, necessaria per il riavvio delle stesse attività, invece sarà restituita come un finanziamento regolare. 9. moratoria sulle rilevazioni delle centrali rischi di concerto con il Garante della privacy


TUTELA DEL CONSUMATORE
Scorrendo il d.l. 23/2020 troviamo per i consumatori: l’art. 4 sulla sottoscrizione di contratti e comunicazioni in modo semplificato. Prevede che nel contratto in materia bancaria e creditizia il cliente esprima il proprio consenso mediante il proprio indirizzo di posta elettronica non certificata o con altro strumento idoneo, a condizione che questi siano accompagnati da copia di un documento di riconoscimento in corso di validità del contraente, facciano riferimento ad un contratto identificabile in modo certo e siano conservati insieme al contratto medesimo con modalità tali da garantirne la sicurezza, l'integrità e l'immodificabilità. Il requisito della consegna di copia del contratto è soddisfatto mediante la messa a disposizione del cliente di copia del testo del contratto su supporto durevole; l'intermediario consegna copia cartacea del contratto al cliente alla prima occasione utile successiva al termine dello stato di emergenza. Il cliente può usare il medesimo strumento impiegato per esprimere il consenso al contratto anche per esercitare il diritto di recesso previsto dalla legge. Il rischio è che l’asimmetria informativa del cliente, rispetto all’intermediario, aumenti in una materia di estrema complessità come quella creditizia ed il consumatore non esprima un consenso veramente consapevole ed informato.

Occorre lavorare sulla formazione del personale perché sia in grado di spiegare in modo appropriato e semplice i diversi passaggi. Occorre approfittare del momento per favorire pagamenti digitali. Dobbiamo lavorare per far sì che prima della conclusione arrivino al consumatore adeguatamente tutte le informative precontrattuali previste per legge. Occorre lavorare affinché la conclusione dei contratti a distanza avvenga attraverso le piattaforme online delle banche e finanziarie; questo permetterebbe di avere procedure controllate e soprattutto tutela delle informazioni.

Fondo solidarietà mutui ''prima casa", cd. "Fondo Gasparrini" Per quanto concerne in particolare l’accesso al finanziamento e le misure di sospensione di prestiti e mutui in parte coperti dal dl 18/2020 cosiddetto Cura Italia le criticità riscontrate sono:
 Manca completamente una misura statale per la sospensione dei finanziamenti stipulati dai consumatori che non siano mutui per l’acquisto dell’abitazione principale.
 Soprattutto per i finanziamenti di credito al consumo stipulati con le finanziarie o i consumatori lamentano la difficoltà di prendere contatti con la propria finanziaria telefonicamente irraggiungibile.
 I consumatori che vogliono chiedere la sospensione delle rate dei mutui prima casa, o le imprese che intendono fruire delle disposizioni del DL 18/2020 si trovano di fronte a misure incerte e caratterizzate dalla poca trasparenza. In particolare, nei moduli che le banche hanno predisposto per chiedere la sospensione di mutui o altri finanziamenti a rimborso rateale non coperti dal Fondo Consap, non sono indicati chiaramente i costi dell’operazione di sospensione. I mutuatari, a fronte dell’opportunità di chiedere la sospensione del prestito hanno di fatto la convinzione che questa comporti solo lo slittamento in coda al piano di ammortamento delle rate sospese, con allungamento della durata complessiva dello stesso. In realtà le banche applicano gli interessi di sospensione, calcolati, a quanto pare, sul capitale residuo al momento della sospensione.

La soluzione che si propone consiste nell'applicazione da parte del mutuante di interessi calcolati non sull'intero debito residuo ma sulle sole rate sospese, questa ipotesi troverebbe ragione nello spirito solidaristico di cui all’art. 2 della Costituzione. Inoltre, il Fondo di solidarietà e l’articolo 56 del dl Cura Italia prevedono espressamente che la sospensione debba avvenire senza costi aggiuntivi per il consumatore. Per questo motivo riteniamo che non si possano applicare interessi su interessi alle rate sospese. Nel caso del fondo Gasparrini peraltro c’è anche un sostegno economico statale pari al 50% della quota interessi delle rate sospese. La banca può solo rifarsi con un allungamento del piano di ammortamento non può applicare ulteriori interessi.

Si segnala, inoltre, la problematica che, contrariamente a quanto disposto dal DL “Cura Italia”, che prevedeva la possibilità di sospendere il pagamento delle rate dei mutui sulla prima casa, accedendo al c.d. Fondo di solidarietà, come denunciato dalla Presidente della Commissione Parlamentare d’Inchiesta sul sistema bancario e finanziario, alcune banche e finanziarie hanno continuato ad incassare le rate del mutuo del 31 marzo, anche in mancanza di liquidità sui conti correnti, andando così contro le disposizioni di legge, nella maggior parte dei casi rendendo difatti impossibile ottenere la sospensione, per la mancanza di procedure e circolari operative.

art. 21 Rimessione in termini per i versamenti, così che i versamenti nei confronti delle pubbliche amministrazioni, di cui all'articolo 60 del decreto-legge 17 marzo 2020, n. 18, sono considerati tempestivi se effettuati entro il 16 aprile 2020: misura inadeguata per i consumatori, in quanto proprio le difficoltà di liquidità di questi ultimi avrebbe giustificato la necessità di una moratoria almeno fino a giugno 2020.

art. 22 Disposizioni relative ai termini di consegna e di trasmissione telematica della Certificazione Unica 2020. La proroga dei termini di consegna al 30 aprile è troppo ravvicinata in ragione della ridotta mobilità dei consumatori.

A tutela del consumatore si ritiene necessario prevedere interventi per garantire misure di tutela nei seguenti ulteriori settori di primaria importanza, con riferimento a ciascuno dei quali si formulano specifiche proposte:

Tutela della salute e prodotti di protezione delle persone dal Coronavirus.
Predisposizione di un piano di tamponi sugli asintomatici che potrebbe aver l’effetto di contenere l’epidemia e, forse, di salvare molte vite. Adozione di un piano di sanificazione del territorio massivamente, con particolare riferimento a ospedali, asl, a ridosso delle fermate dei mezzi di trasporto e in tutti quei luoghi comuni dove c’è un importante afflusso di cittadini. Da quando il Paese è stato investito dalla pandemia su tutti i prodotti di protezione individuale (Mascherine, Guanti monouso, Alcol e altri igienizzanti) e su molti prodotti biomedicali si sono consumate vere e proprie operazioni di sciacallaggio. Si sono consumate vere e proprie truffe sui prezzi. Riteniamo che tutti i prodotti di prevenzione che sono resi obbligatori a partire dalle mascherine siano a IVA zero e a prezzo imposto, con una precisa identificazione scientifica sulla tipologia di mascherina da adottare per la tutela della salute. In conclusione si rende necessario posticipare le riaperture delle sale da gioco, considerato il lockdown del Paese, la riapertura delle sale rischia di creare nei cittadini ludopatici, che hanno risentito economicamente del lockdown, il desiderio di assalire le sale per giocare convinti di fantomatiche prospettive di guadagno e tentare di risanare le perdite subite durante l’emergenza pandemica.

Reddito di emergenza Non c’è dubbio che il processo di riconversione economica e produttiva del paese sarà un percorso non breve perciò la fase che accompagnerà la” Ricostruzione” del Paese è necessario che a chi non ha nessun sostegno al reddito o non goda di ammortizzatori sociali venga garantito un reddito di sussistenza per evitare che allo stato si sostituisca la criminalità organizzata.

UTENZE
Il futuro periodo che partirà sarà caratterizzato da un notevole mutamento del sistema socio/economico per la maggioranza dei consumatori. Le difficoltà del sistema imprenditoriale hanno come conseguenza logica, l’inevitabile ricaduta, a cascata, di tutti gli effetti, sul mondo del lavoro sul potere d’acquisto del consumatore. Ciò che è stato fatto con la sospensione dei distacchi per morosità nel periodo di lockdown è sicuramente positivo, ma assolutamente insufficiente, in quanto il consumatore -che non ha più una fonte di reddito o si trova in Cig o nel caso di piccolo artigiano o commerciante ha avuto un stop di fatturato-, non solo si ritrova a dover fronteggiare le difficoltà della sua attività ma anche quelle del proprio nucleo famigliare, con la conseguenza, quasi certa, di trovarsi inserito tra gli utenti morosi. Questa situazione se non viene contrastata rischierà di portare al collasso del sistema utenze domestiche.

In merito, al fine di superare le problematiche evidenziate, si formulano le seguenti proposte:
 intervenire sulle voci della bolletta che non coprono la quota energia, cioè quella che serve a pagare il consumo di luce e gas all’azienda che li fornisce: le quote per il dispacciamento, la sicurezza del sistema e le altre attività in capo a Terna, taglio delle imposte erariali con riduzione dell’IVA su tutte le tipologie di utenza a prescindere dalle soglie di consumo. Se infatti andassimo a calcolare quanto queste voci pesano sull’intera bolletta, nel caso ad esempio di un utente domestico “tipo” come definito dall’ARERA, l’Autorità di regolazione del settore, scopriremmo che gli OgdS valgono circa il 26%, il 6% per le quote “tecniche” e il 5% le imposte erariali per arrivare ad un totale, quindi, del 37% della bolletta.  A tal proposito si potrebbe usare un sistema, che l’ARERA ha già applicato un paio d’anni or sono, per calmierare gli aumenti sul mercato dell’epoca della quota energia: sfruttare le riserve di cassa della CSEA, la Cassa per i Servizi Energetici e Ambientali che è il soggetto pubblico che gestisce questi flussi economici, a copertura dei mancati incassi. Queste quote sarebbero poi comunque recuperate una volta superata l’emergenza spalmandole su un periodo adeguatamente lungo per non impattare sulla spesa futura. In questo modo si consentirebbe un taglio netto, questo sì tout court, delle bollette di tutti senza impattare sul sistema e preservando le aziende energetiche da rischi finanziari, e quindi, di tenuta economica;
 sostenere chi si trova oggi in condizioni di disagio economico a causa dall’emergenza coronavirus, con uno strumento che già esiste ma che è necessario modificare, nelle modalità di accesso, per adattarlo all’emergenza che stiamo vivendo: il Bonus Sociale Energia, rendendolo automatico per i consumatori a basso reddito;
 lo stralcio dalle bollette dei costi relativi agli oneri di sistema;
 la sola applicazione della tariffa F3 per tutti i consumi di energia elettrica posti in essere sulle utenze domestiche residenti almeno fino a fine 2020;  sospensioni di tutte le segnalazioni negative presso Centrali Rischi e Crif, per eventi negativi avvenuti dal 1° marzo 2020 sino al 31.12.2020;
 per PMI artigiani sistema produttivo cessione dei crediti d’imposta in pagamento delle bollette;
 il prossimo decreto economico ci auguriamo possa prevedere una sospensione delle bollette per le persone in difficoltà come previsto dal decreto legge 2 marzo 2020 per i comuni della prima zona rossa.

AFFITTO CASA
Rispetto ai nuclei famigliari che vivono in abitazioni regolate da contratto d’affitto non ci sono state iniziative di tutela, contrariamente a quanto è stato previsto per i titolari dei mutui, canoni di locazione con possibilità di riduzioni temporanee e credito d’imposta; nella legge di conversione Cura Italia sono previsti stanziamenti a favore del Fondo inquilini morosi e del Fondo di sostegno affitto. Ci auguriamo che i comuni aprano al più presto le procedure per il sostegno economico agli inquilini in difficoltà.

TRASPORTI
Il Dpcm 26 aprile dispone che, per quanto riguarda il servizio di trasporti – interessato come è ovvio dalla riapertura di molte attività e dunque dall’incremento dell’utenza che lo utilizzerà per raggiungere il posto di lavoro – si applicano il “Protocollo condiviso di regolamentazione per il contenimento della diffusione del Covid-19 nel settore del trasporto e della logistica” sottoscritto il 20 marzo 2020 e le “Linee Guida per l’informazione agli tenti e le modalità organizzative per il contenimento della diffusione del Covid-19”. Tali testi regolamentari potranno essere oggetto di modifica da parte del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, previo accordo con i soggetti firmatari del Protocollo. Orbene, le norme citate prevedono, fra l’altro, per il trasporto pubblico locale, che la salita e la discesa dei passeggeri dal mezzo avvenga secondo flussi separati e, sugli autobus e sui tram, che sia garantito un numero massimo di passeggeri in modo da consentire il rispetto di un metro di distanza tra gli stessi, contrassegnando con marker i posti che non possono essere occupati. Per la gestione dell’affollamento del veicolo, l’azienda può dettare disposizioni organizzative al conducente volte a non effettuare alcune fermate; per le metropolitane, sono previsti differenti flussi di entrata e di uscita e sono predisposti idonei sistemi atti a segnalare il raggiungimento dei livelli di saturazione stabiliti.
Le criticità che si segnalano sono:
 la salita e la discesa contingentata dai mezzi pubblici, inevitabilmente, creerà enormi disagi per gli utenti, con lunghe code presso stazioni e fermate e il ricorso alle auto private per gli spostamenti;
 con la ripresa di molte attività, è evidente che si creeranno disagi immensi per gli utenti, con ingressi contingentati presso stazioni della metro e fermate dei bus, lunghe file, ritardi e attese enormi. In tale contesto si incrementerebbe il ricorso alle auto private da parte dei cittadini, con danni sul fronte ambientale e un preoccupante incremento del traffico veicolare.

Per questi motivi, si chiede che sia disposta dal Governo una misura volta a disporre la gratuità del trasporto pubblico in tutta Italia in caso di accessi limitati a bus e metro nella fase 2, o in alternativa, una sostanziale riduzione del prezzo di biglietti e abbonamenti, per venire incontro agli inevitabili disagi cui saranno costretti gli utenti. In alternativa rimborso abbonamenti mezzi pubblici cittadini.

Considerato il mancato utilizzo dei mezzi di traporto pubblico conseguenti alla limitazione alla circolazione delle persone, al fine di aiutare i consumatori, si propone un intervento teso a garantire il rimborso degli abbonamenti mensili e annuali per tutto il periodo delle restrizioni, ovvero di prorogare la validità dei medesimi per un periodo pari al periodo di mancato utilizzo. Oltre ad allargare al CNCU il tavolo che sta affrontando il tema della ripartenza dell’intero settore. Servono incentivi per una mobilità sostenibile. Dunque ben vengano bonus per l’acquisto di biciclette anche a pedalata assistita che possano aiutare le famiglie. Occorre lavorare per avere una rete più ampia di piste ciclabili ed aree dedicata alle bici.

TRIBUTI
Il Decreto Cura Italia (DL 18/2020), all’art. 68, con riferimento ai debiti tributari ed in particolare alle cartelle di pagamento affidate all’agente della riscossione, ha stabilito la sospensione dei termini di versamento di tutte le entrate tributarie e non tributarie derivanti da cartelle di pagamento, avvisi di accertamento e di addebito, in scadenza nel periodo compreso tra l’8 marzo e il 31 maggio 2020. I pagamenti sospesi dovranno essere effettuati entro il 30 giugno 2020 (mese successivo il periodo di sospensione); fino al 31 maggio 2020, la sospensione delle attività di notifica di nuove cartelle e degli altri atti di riscossione; il differimento al 31 maggio 2020 della rata scaduta il 28 febbraio relativa alla “Rottamazione-ter” e della rata in scadenza il 31 marzo del “Saldo e stralcio”. Come si può agevolmente capire, tale sospensione comporta l’obbligo per il contribuente di procedere al versamento di quanto dovuto in relazione a cartelle di pagamento sospese entro il 30 giugno 2020. Agenzia delle Entrate Riscossione, a partire dal 1° giugno, procederà a notificare 8,5milioni di atti nei confronti dei contribuenti. In relazione a quanto detto, appare evidente la possibilità che si concretizzi il rischio che i contribuenti non ce la facciano a rispettare le scadenze, pressati da un lato dalla scadenza di giugno dall’altro dalla notifica di nuovi atti.

La soluzione che si propone per garantire che da un lato lo Stato incassi i propri crediti e dall’altro a cittadini e imprese di evitare di pagare quanto dovuto, è di prevedere una dilazione dei debiti tributari consolidati alla data del 23 febbraio 2020 in un lasso temporale ambio e congruo, con un meccanismo di premialità volto a riconoscere una riduzione del debito tributario del consumatore/contribuente o dall’impresa in misura inversamente proporzionale ai tempi del pagamento (ad esempio nella misura del 20% se il pagamento avviene in 10 anni e del 25% se avviene in 8 anni).

TURISMO
Regolamentare settore turistico, spiagge e zone balneari anche in ordine a possibili viaggi fuori regione e fuori nazione. In merito si ritiene indispensabile la predisposizione sin d’ora, di misure certe e chiare destinate agli operatori del settore turistico idonee a garantire la ripresa in regime di sicurezza per quanto concerne accesso nelle spiagge e zone balneari nonché in merito a possibili viaggi fuori regione e fuori nazione, con l’allargamento della discussione in atto al CNCU soprattutto in previsione dell’imminente uscita del nuovo decreto legge c.d. “ decreto maggio” al fine di sostenere in maniera adeguata le richieste pervenute in questo difficile periodo consumatori e utenti. Serve garantire certezza sui rimborsi: un voucher potrebbe non essere la soluzione adatta a tutti, occorre lasciare la possibilità all’utente di avere in cambio un rimborso in denaro. Occorre concedere agli utenti il diritto al rimborso anche parziale per tutti coloro che hanno pagato l’abbonamento negli stabilimenti balneari per cabine ed ombrelloni per l’intera stagione (1 maggio -30 settembre) in quanto non ne usufruiranno per intero.


Altre problematiche: - Rimborso corsi sportivi e abbonamenti palestre - Rimborso rette asili e scuole materne private
Si tratta di rimborsi che richiedono un intervento statale. I consumatori devono essere aiutati al rimborso di quanto pagato per servizi mai usati, ma nello stesso tempo le piccole realtà imprenditoriali devono essere sostenute perché si rischia di farle andare in default con conseguente perdita di ulteriori posti di lavoro.


Proposta conclusiva In conclusione si chiede, in qualità di Presidente, un incontro tra il CNCU ed il Presidente del Consiglio dei Ministri per affrontare gli argomenti in precedenza descritti ed eventualmente per individuare ulteriori strumenti di tutela dei consumatori e degli utenti su speculazioni dei prezzi e sui diritti violati, sia durante l’emergenza covid-19 sia nella fase della ripartenza.
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Le associazioni  Adoc - Associazione Nazionale per la Difesa e l'Orientamento dei Consumatori e degli utenti  Adusbef - Associazione Difesa Utenti Servizi Bancari, Finanziari, Postali, Assicurativi  Adiconsum - Associazione difesa consumatori e ambiente  Altroconsumo  Associazione Utenti Dei Servizi Radiotelevisivi  Assoconsum  Assoutenti  Centro Tutela Consumatori e Utenti Alto Adige - CTCU  Casa Del Consumatore  Cittadinanzattiva  Codacons  CODICI - Centro per i Diritti del Cittadino  Confconsumatori  Federconsumatori  Lega Consumatori  Movimento Consumatori  Movimento Difesa Del Cittadino  U.Di.Con. Unione per la difesa dei consumatori  Unione Nazionale Consumatori

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