Governare l'IA in modo "umano": centrali l'etica e l'inclusione digitale, ponendo particolare attenzione alla riduzione del divario digitale nei Paesi in via di sviluppo, alla protezione dei diritti umani online/offline. Focus anche sull'adozione responsabile nel business e sulla buona governance dei dati.
L’Assemblea Generale delle Nazioni Unite ha adottato, giovedì 21 marzo, una risoluzione sulla promozione di sistemi di intelligenza artificiale (IA) “sicuri, protetti e affidabili”, a beneficio dello sviluppo sostenibile collettivo. La notizia è stata diffusa dalle Nazioni Unite stesse, nella dichiarazione “General Assembly adopts landmark resolution on artificial intelligence”.
Il testo della risoluzione è datato 11 marzo e si intitola “Cogliere le opportunità offerte dai sistemi di intelligenza artificiale sicuri e affidabili per lo sviluppo sostenibile”. È stato approvato e co-sponsorizzato da più di 120 Stati Membri dell’Onu, che hanno riconosciuto l’opportunità di poter accelerare, attraverso l’intelligenza artificiale, il raggiungimento dei 17 Obiettivi dello Sviluppo Sostenibile (Sdgs) in tutte e tre le loro forme (economica, sociale, ambientale).
COSA CONTIENE LA RISOLUZIONE
Il primo obiettivo evidenziato è quello di avere gli stessi diritti sia offline sia online: gli Stati Membri e gli stakeholders devono «astenersi o cessare l’uso di sistemi di intelligenza artificiale che non possono operare nel rispetto del diritto internazionale dei diritti umani o che presentano rischi indebiti per i diritti umani».
Un’altra priorità è quella di riempire il “divario digitale”: sostenere i Paesi in via di sviluppo, di modo che possano beneficiare di un accesso inclusivo ed equo della tecnologia, aumentando l’alfabetizzazione digitale.
Inoltre, Linda Thomas-Greenfield, ambasciatrice Onu degli Stati Uniti e rappresentante permanente delle Nazioni Unite ha annunciato il proposito di un patto digitale globale, e di un organo consultivo di alto livello del Segretario generale sull’intelligenza artificiale.
Thomas-Greenfield ha inoltre espresso la speranza che il «dialogo inclusivo e costruttivo che ha portato a questa risoluzione serva anche da modello per le future conversazioni sulle sfide dell’IA in altri ambiti, ad esempio per quanto riguarda la pace e la sicurezza, e l’uso militare responsabile dell’IA».
Priorità sul piano di tutte le altre, governare l’intelligenza artificiale, senza che essa “governi” noi: cioè che l’IA venga impiegata attraverso la lente dell’umanità e della dignità, della sicurezza, dei diritti umani e delle libertà fondamentali. Gli Stati Membri e i multi-stakeholders di tutti i Paesi sono stati invitati, nei loro ruoli e nelle loro responsabilità (il settore privato, le organizzazioni internazionali e regionali, la società civile, i media, le università e gli istituti di ricerca, le comunità tecniche e singoli individui) a «sviluppare e sostenere approcci e quadri normativi e di governance relativi a sistemi di IA sicuri, protetti e affidabili che creino un ecosistema abilitante a tutti i livelli, anche per l’innovazione, l’imprenditorialità e per la diffusione delle conoscenze e delle tecnologie, a condizioni reciprocamente concordate, riconoscendo che nello sviluppo di tali approcci e quadri sono sono necessarie partnership e cooperazione efficaci tra i governi e le parti interessate».
In particolare, il settore privato viene fortemente incoraggiato ad aderire ai Principi Guida su Imprese e Diritti Umani dell’Onu (Un Guiding Principles on Business and Human Rights), e a implementare il framework Protect, Respect and Remedy per «fornire e promuovere un ambiente di business equo, aperto, inclusivo e non discriminatorio, attività economiche e commerciali, ecosistemi e mercati competitivi in tutto il ciclo di vita dell’intelligenza artificiale sicura, protetta e affidabile». In questo ambito, si rimanda al paper sull’impatto dell’IA sulla competizione e sulla tutela dei consumatori della Competitions and Markets Authority britannica: “AI Foundation Models – A report following the CMA’s review into AI Foundation Models, and their impact on competition and consumer protection” .
Fondamentale anche la questione dei dati, che influenzano il funzionamento e l’output dell’IA (inclusi l’esattezza delle informazioni da essa generate, gli obiettivi di diversità, equità e inclusione, i rischi riguardanti la diffusione di informazioni false e che minacciano la proprietà intellettuale, la trasparenza).
La risoluzione esorta gli Stati Membri a «condividere le pratiche più efficienti in materia di governance dei dati e a promuovere la cooperazione, la collaborazione e l’assistenza internazionali in materia di governance dei dati per una maggiore coerenza e interoperabilità, laddove possibile, degli approcci per far progredire i flussi transfrontalieri di dati affidabili per i sistemi di intelligenza artificiale sicuri, protetti e degni di fiducia, e rendere il loro sviluppo più inclusivo, equo, efficace e vantaggioso per tutti».