AsvisUna proposta di legge costituzionale, l’approvazione della Strategia di sviluppo sostenibile, numerose iniziative della Pubblica Amministrazione, delle imprese e delle università in collaborazione con l’Alleanza consentono un bilancio positivo, ma la sfida più difficile comincia adesso.

È stata annunciata la presentazione di una proposta di legge costituzionale per introdurre nella nostra Costituzione il principio dello sviluppo sostenibile, come l’ASviS ha prospettato fin da settembre 2016. La proposta, a firma di alcuni senatori del Partito Democratico, ricalca sostanzialmente quanto suggerito dall’Alleanza. Ovviamente non ha alcuna probabilità di essere trasformata in legge nel corso di questa legislatura, a causa della ristrettezza dei tempi, ma rappresenta un segnale importante da parte della politica nei confronti dei temi dello sviluppo sostenibile, oltre che della crescente attenzione al lavoro dell’ASviS. La modifica costituzionale potrebbe essere ripresa subito all’inizio di quella che abbiamo chiamato “legislatura per lo sviluppo sostenibile”.

Questo non è l’unico segnale positivo che cogliamo. A partire dalla presentazione del Rapporto 2017, avvenuta il 28 settembre, l’attenzione a questi temi è cresciuta notevolmente sia da parte dei media (l’articolo di Claudia Caputi ne dà conto), sia da parte del Governo, del Parlamento e di diverse formazioni politiche. Infatti, il Governo sembra intenzionato a realizzare alcune delle azioni suggerite nel Rapporto, dopo quella, importante sul piano simbolico, di aver approvato, il 2 ottobre scorso, la Strategia Nazionale per lo Sviluppo Sostenibile in sede di Consiglio dei ministri e non solo attraverso il Comitato interministeriale per la programmazione economica (Cipe).

Inoltre, il ministro Padoan ha firmato il decreto che recepisce ufficialmente i 12 indicatori di Benessere equo e sostenibile (Bes) indicati dall’apposita Commissione (di cui ho fatto parte) che verranno inseriti nel ciclo della Programmazione di bilancio a partire dall’aprile 2018, a integrazione dei quattro già inseriti nel Documento di economia e finanza 2017. A fine novembre il Governo dovrebbe anche adottare la Strategia energetica nazionale, uno dei pilastri indispensabili su cui costruire una transizione ad un nuovo modello di sviluppo. Il Dipartimento della funzione pubblica ha avviato un gruppo di lavoro con l’ASviS per la predisposizione di linee guida per una “gestione sostenibile” delle pubbliche amministrazioni ed è iniziata la collaborazione tra ASviS e Scuola nazionale di amministrazione (Sna) per la formazione alla sostenibilità dei dirigenti pubblici.

Al momento non conosciamo ancora il testo definitivo della proposta di Legge di bilancio per il 2018, ma dalle anticipazioni fornite alla stampa ci dovrebbero essere interventi orientati ad affrontare alcune delle tematiche, ricordate nel Rapporto, cui corrispondono Target che il nostro Paese si è impegnato a raggiungere entro il 2020. D’altra parte, il Senato ha ripreso l’esame della legge contro il consumo di suolo, la cui approvazione potrebbe, a questo punto, avvenire entro la fine della legislatura.

La Conferenza delle Regioni ha deciso di aderire all’ASviS. Si tratta di un segnale molto importante, che completa, dopo l’adesione dell’Associazione nazionale dei Comuni italiani e dell’Unione italiana delle Camere di commercio, la partecipazione all’Alleanza delle principali istituzioni che operano sul territorio nazionale. Anche la Rete delle Università per lo sviluppo sostenibile, il network creato dalla Conferenza dei rettori italiani su questo tema, ha aderito formalmente all’ASviS, il che renderà ancora più stretto il legame tra università e le diverse iniziative condotte dall’Alleanza. Infine, è partito in questi giorni il gruppo di lavoro con le associazioni imprenditoriali per l’attuazione della “Carta di Milano” firmata il 1° giugno nel corso dell’evento del Festival italiano dello sviluppo sostenibile dedicato alle imprese.

Questo è un breve e parziale resoconto di quanto avvenuto in meno di un mese, che non rende giustizia al numero crescente di incontri, dibattiti, conferenze, libri nel quale il tema dello sviluppo sostenibile assume un ruolo centrale. Guardando a tutto questo, non possiamo non avere l’impressione che qualcosa si stia muovendo nella società italiana, anche grazie al lavoro dell’Alleanza. Ma non è certo questo il momento di cullarsi sugli allori: piuttosto, è il momento di intensificare gli sforzi per ottenere il massimo possibile nel corso dei prossimi mesi, cercare di portare il tema dello sviluppo sostenibile al centro delle piattaforme politiche in fase di elaborazione per poi essere pronti, dal giorno dopo le elezioni, a orientare ed influenzare le scelte che verranno decise all’inizio della prossima legislatura.

di Enrico Giovannini

giovedì 26 ottobre 2017

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