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AI, consumatori e imprese nel settore bancario, assicurativo e finanziario: fondamentale la formazione, la mappatura del rischio e la valutazione di impatto.

14 Aprile 2025
La ricerca “Consumerism”, dal titolo “Intelligenza Artificiale e protezione dei consumatori: il ruolo delle Autorities e Agenzie nazionali”, svolta da Consumers’ Forum in collaborazione con Università Roma Tre e illustrata oggi dal Professor Fabio Bassan Ordinario di Diritto dell’Unione Europea, ha analizzato l'applicazione del Regolamento... [continua]

Intelligenza Artificiale: l'Unione Europea lancia un piano per rendere l'Europa un leader globale

10 Aprile 2025
Il piano d'azione per un continente dell'IA rafforzerà le capacità di innovazione dell'Ue nell'IA attraverso azioni e politiche articolate in 5 pilastri chiave: dalle Gigafactory all'accesso dati. [continua]

Banca d'Italia promuove progetto di intelligenza artificiale nel settore finanziario italiano

9 Aprile 2025
  Banca d'Italia comunica che la Commissione Europea - SG Reform, in collaborazione con l'Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo Economico (OCSE), ha avviato un progetto dedicato all'uso dell'intelligenza artificiale (IA) nei mercati finanziari italiani. L'iniziativa è promossa da Banca d'Italia nell'ambito del Technical support... [continua]

Omnibus, il Parlamento europeo approva lo “stop the clock” per la CSRD e CSDD

8 Aprile 2025
Il Parlamento europeo ha approvato a larga maggioranza la proposta Omnibus “stop-the-clock” che prevede il rinvio dell’applicazione della CSRD e della CSDD. A questo punto sarà sufficiente l’approvazione formale del Consiglio europeo per rendere ufficiali le nuove scadenze e dare alle aziende maggiori certezze sulle tempistiche da rispettare. [continua]

Una Unione Europea più coraggiosa, più semplice e più agile: il programma di lavoro della Commissione per il 2025

12 Febbraio 2025
La Commissione ha adottato il programma di lavoro per il 2025, che delinea l'ambizione di promuovere la competitività, rafforzare la sicurezza e migliorare la resilienza economica nell'UE. Il programma concretizza gli impegni illustrati negli orientamenti politici e nelle lettere di incarico inviate dalla presidente von der Leyen.   [continua]

Acquirenti male informati su resi, garanzie, prezzi e sostenibilità. L'indagine della commissione Ue e delle autorità nazionali per la protezione degli acquirenti mette in guardia.

Il settore delle vendite online di prodotti usati continua il suo boom, iniziato nel 2020 con la pandemia: migliaia di piattaforme, come Vinted e Facebook marketplace, offrono ogni giorno a milioni di utenti qualsiasi tipo di articolo di seconda mano, dai vestiti ai mobili, dalle auto e gli articoli per la casa all’elettronica. Questa crescita del mercato tuttavia, sembra non accompagnarsi ad un aumento della trasparenza da parte dei rivenditori, almeno per quanto riguarda il vecchio continente.

Un’investigazione, condotta dalla Commissione Ue con la partecipazione di un network composto dalle autorità nazionali per la protezione dei consumatori di 25 Stati membri (Italia inclusa) e di Norvegia e Islanda, ha diffuso i risultati della sua operazione di monitoraggio sui venditori di usato online. La conclusione? Su 365 rivenditori presi in esame, 185 (il 52 per cento) sono stati identificati come potenzialmente in violazione della legge Ue a difesa dei consumatori. Oltre alle leggi nazionali, cinque direttive europee normano la vendita dei prodotti dentro e fuori la rete, tra cui quella per i diritti dei consumatori e quella per l’e-commerce.

In particolare, il 40 per cento dei commercianti osservati non informa in modo chiaro i consumatori dei propri diritti di recesso (come ad esempio il diritto al reso gratuito ed ingiustificato entro 14 giorni), mentre il 45 per cento non comunica la possibilità di rispedire indietro prodotti danneggiati o differenti da come mostrato online. Il periodo minimo di garanzia di un anno per i prodotti di seconda mano, richiesto per legge, non viene rispettato dal 57 per cento dei rivenditori, mentre tra coloro che sul proprio sito presentano rivendicazioni di natura ambientale, il 20 per cento non presenta argomentazioni valide, mentre il 28 per cento mente o le sue dichiarazioni costituiscono una pratica commerciale sleale.

L’investigazione ha inoltre sottolineato l’importanza del verificare che i venditori attestino correttamente la propria identità (ciò non accade per il 5 per cento di loro) e che venga fornito il prezzo totale del prodotto, tasse incluse (non fornito nell’8 per cento dei casi). Le autorità nazionali ora decideranno se prendere provvedimenti contro i 185 rivenditori “non conformi”.

https://www.eunews.it/2025/03/10/usato-online-venditori-ue-regole-consuma/

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