di Ivo Ferrario, Direttore Comunicazione e Relazioni Esterne Centormarca. Tratto dall’introduzione al libro “Marca, Internet e contrasto alla disinformazione - Tutelare il brand, affrontare la crisi, quantificare il danno”, promosso da Centromarca nell’ambito del piano di iniziative per la valorizzazione e la tutela della reputazione di Marca.

“Un tempo non era permesso a nessuno pensare liberamente. Ora sarebbe permesso, ma nessuno ne è più capace. Oggi la gente vuole pensare ciò che si suppone debba pensare. E questo lo si considera libertà”. Nel 1922 il filosofo e storico tedesco Oswald Spengler, ne Il Tramonto dell’Occidente, pose l’accento sulla perdita di valori e sul declino di un’Europa in cui prendevano piede forme di disprezzo della democrazia e della libertà. Un quadro che avrebbe contribuito allo scatenarsi del secondo conflitto mondiale.  Anni dopo, nel 1949, lo scrittore inglese George Orwell, nel suo romanzo 1984, preconizzò una società agonizzante, priva di libertà, in cui i libri erano banditi e le persone private dell’accesso alle informazioni. Un mondo in cui “la menzogna diventa verità e passa alla storia”. Dove il pensiero critico individuale diventa inconcepibile, le scienze e la produzione culturale sono addomesticate per essere coerenti con gli scopi del “Grande Fratello”. Dove la verità non conta: tutto è sistematicamente riscritto, per far spazio a una realtà ufficiale che nega quella fattuale.

Comunichiamo con soddisfazione un breve riassunto delle iniziative e delle attività di Consumers' Forum realizzate nell'ultimo anno.  Abbiamo lavorato con dedizione e impegno su numerosi fronti, dalla formazione alla realizzazione di eventi tematici di approfondimento e istituzionali di confronto con i nostri maggiori e più importanti interlocutori, quali le Authority; dalla realizzazione di campagne di promozione della conciliazione paritetica alla divulgazione di report e ricerche tematiche in collaborazione con Università Roma Tre e con Ipsos; dalla importante collaborazione con ASviS alla promozione di Protocolli sulla sostenibilità tra Associazioni dei consumatori e imprese, ultimo dei quali con Edison.

Ringraziamo tutti i Soci di Consumers' Forum per la loro importante collaborazione.
Sergio Veroli
Presidente Consumers' Forum



E-commerce farmacie, cresce richiesta online da consumatori. Requisiti e obblighi per evitare sanzioni L'e-commerce è in costante crescita e, anche se, rispetto al fatturato fatto registrare dalle vendite nel negozio fisico, il valore raggiunto è ancora piccolo (155 milioni di euro, pari a circa l'1,5%), le previsioni vedono, già alla fine del 2020, un raddoppio, per un totale stimato intorno ai 315 milioni di euro. In questo quadro, data anche la crescita delle richieste da parte dei cittadini, è quanto mai importante avere chiare tutte le norme che ne stanno alla base, anche per essere pronti in caso di eventuali ispezioni ed evitare così sanzioni. Vale la pena, allora, ripercorrere alcuni degli adempimenti obbligatori, anche perché, come si legge nella Guida sulle vendite online di Federfarma "La vendita online: tutti gli adempimenti a carico delle farmacie", recentemente aggiornata, «la normativa relativa ai farmaci si intreccia e si sovrappone a quella riguardante la vendita sul web di altri prodotti sanitari, rendendo il sistema complesso e non sempre di facile applicazione. Il farmacista deve infatti rispettare regole e disposizioni diversificate a seconda della tipologia di prodotto venduto». Va in ogni caso ricordato «che il farmacista che abbia deciso di utilizzare il web come canale di vendita di farmaci ed altri prodotti debba sempre cercare il contatto con il cittadino, mettendo la propria professionalità a disposizione anche di chi fa acquisti on line, chiedendogli se assume altri farmaci contestualmente a quelli che acquista on-line, invitandolo a contattare il farmacista per qualsiasi dubbio riguardante l'uso o la conservazione dei farmaci».

Nel contesto fortemente evolutivo dei consumi, della politica mondiale, della globalizzazione dei commerci e con l’avvio di nuove vie di comunicazione alternative al mare (come, ad es. la via della seta), appare evidente che il delicato ruolo che rivestono i mercati agroalimentari all’ingrosso debba adeguarsi a queste nuove realtà economico-sociali; pertanto è irrinunciabile avviare un profondo processo innovativo a tutti i livelli: innanzitutto culturale ma anche strutturale, tecnico, operativo, avvalendosi delle più aggiornate tecnologie informatiche, telematiche e logistiche.

È uno degli obiettivi dell’Agenda 2030 sottoscritta dai paesi ONU. Ecco cosa serve, però, per creare una vera e propria cultura della sostenibilità. Garantire modelli sostenibili di consumo è uno dei 17 obiettivi che l’Agenda 2030, sottoscritta da tutti i Paesi membri dell’Onu, si è prefissata per una salvaguardia complessiva delle persone e del pianeta. Ne parla anche il Manifesto della Sostenibilità consumeristica redatto e sottoscritto dai soci di Consumers’ Forum, dove si sottolinea l’importanza di formare un “consumatore informato e consapevole”. Questo concetto è indissolubilmente legato a due aspetti fondamentali: la lotta alla povertà e alla diseguaglianza, necessarie da combattere prima di parlare di qualsivoglia tipo di atteggiamento nei confronti dei consumi.

Consumare “consapevolmente” comporta infatti mediamente una spesa maggiore per chi lo fa. E questo trova tutti i suoi limiti in un Paese come l’Italia dove ci sono 4,7 milioni di persone che vivono al di sotto della soglia di povertà, 2 milioni di giovani che non studiano e non lavorano, il 5% delle famiglie più abbienti che detiene la stessa ricchezza del 75% delle famiglie non abbienti, il 18% delle case esistenti abusive.

Cambiamenti climatici webIn aumento il livello di responsabilità individuale nei confronti dell’ambiente e lo scetticismo verso il ruolo dei governi. Un nuovo studio globale Ipsos rileva il crescente livello di preoccupazione dell’opinione pubblica per le questioni ambientali. Quali tematiche preoccupano di più i cittadini? Più di un terzo della popolazione mondiale pensa che i cambiamenti climatici (37%), l’inquinamento atmosferico (35%) e lo smaltimento dei rifiuti non riciclabili (34%) rappresentino le principali minacce per il futuro del pianeta. Il grado di preoccupazione rilevato è in aumento rispetto al 2018.

sergioIntervista apparsa su Osservatorio Socialis - Testata giornalistica su Responsabilità sociale d'impresa, solidarietà, ambiente, cultura e sviluppo sostenibile.

sergioveroli"Alle prossime elezioni l’Unione Europea si presenta come un’istituzione criticata e contesa.  L’Europa, infatti, è investita da una crisi profonda dell’intero occidente.

La velocità del cambiamento innescato dalla globalizzazione e dall’innovazione tecnologica e, parallelamente, gli scarsi investimenti in capitale umano e sociale che avrebbero dovuto ricomporre le lacerazioni tra progresso e società, tra tecnica e uomo, hanno determinato l’aumento delle disuguaglianze e l’impoverimento della classe media. Ciò ha scosso profondamente la fiducia di una parte dei cittadini nel futuro e nelle istituzioni comunitarie.

C’è chi critica il burocratismo di Bruxelles e la sua incapacità di decidere o di attuare decisioni, chi lamenta la scarsa legittimazione popolare delle istituzioni europee, chi segnala le debolezze di organismi che appaiono prevalentemente intergovernativi e quindi nelle mani degli Stati nazionali. 

C’è chi critica gli squilibri europei, in particolare l’avere affidato all’Unione Europea la politica monetaria senza avergli affiancato la politica economica e fiscale.

Mai come in queste elezioni i temi europei si sono impossessati delle politiche nazionali dividendo l’opinione pubblica in europeisti e antieuropeisti.

Questa discrasia nei sondaggi può essere spiegata con la percezione che ci sia un trade-off tra l’essere membri dell’Unione Europea e la sovranità dei singoli Stati. Secondo questo modo di pensare, per riappropiarci della sovranità nazionale sarebbe necessario indebolire le strutture politiche dell’Unione Europea.

carrelloIl 70% degli italiani convinto che nei primi 12 mesi spebderà meno, ma l’egopower spinge a comprare prodotti biologici, superfood e Made in Italy. Il rapporto “Miti del consumo, consumo dei miti” di Censis e Conad.  “Il nuovo mito sono io”, e dunque: “compro ciò che mi fa stare bene, che mi gratifica e che parla di me”. A pensarlo sono milioni di italiani, che dagli anni della crisi a oggi hanno modificato le proprie abitudini di acquisto trasformando il panorama dei consumi. Un panorama dove schizzano gli acquisti di alimenti biologici, di superfood e di prodotti Made in Italy, ma che vede anche gli italiani sempre più sospettosi verso esperti e portatori di competenze, pronti a fidarsi solo di se stessi.

ue Agenda2030La Commissione Ue ha pubblicato un documento di riflessione, con tre ipotesi condizionate dal grado di integrazione dell’Unione. Giovannini: "solo il primo scenario corrisponde alle nostre proposte".  È stato lanciato dalla Commissione Ue il documento, già annunciato dal presidente Jean-Claude Juncker durante il discorso sullo stato dell'Unione del 2018, in cui viene formalizzato l’impegno dell'Unione a rispettare gli Obiettivi di sviluppo sostenibile delle Nazioni Unite, incluso l'accordo di Parigi sui cambiamenti climatici.

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