Più prodotti con l'Ecolabel e uno studio per verificare se il marchio può essere assegnato solo ai cibi biologici. Il logo potrà applicarsi a tutti i prodotti e servizi ma non ai medicinali né ai prodotti tossici. È quanto prevede un regolamento approvato dal Parlamento europeo che semplifica le norme sul marchio europeo di qualità ecologica, l'Ecolabel, che ha l'obiettivo di ridurre le ripercussioni negative del consumo e della produzione sull'ambiente e sulla salute e promuovere presso i consumatori l'uso di prodotti con elevate prestazioni ambientali.

Entro nove mesi dalla consultazione del Comitato dell'Unione europea per il marchio di qualità ecologica, la Commissione dovrà adottare provvedimenti per stabilire criteri specifici per il logo da assegnare a ogni gruppo di prodotti.

Secondo quanto rileva il Parlamento europeo, l'Ecolabel è attualmente assegnato a 26 gruppi di prodotti e servizi, tra cui gli elettrodomestici, i prodotti per la pulizia, i materassi, le forniture per ufficio, i prodotti per il giardinaggio, i prodotti per il fai da te e i servizi di ricettività turistica. Sono inoltre circa 500 le imprese che producono prodotti Ecolabel, per un fatturato totale di oltre 1 miliardo di euro l'anno. La Commissione ha proposto di rivedere il regolamento per includere un maggior numero di prodotti. E dunque il regolamento si applicherà "a tutti i beni e i servizi destinati alla distribuzione, al consumo o all'uso sul mercato comunitario, a titolo oneroso o gratuito". Non si applicherà invece ai medicinali per uso umano né a quelli veterinari e non potrà essere assegnato a prodotti che contengono sostanze o miscele tossiche.

Prima di elaborare criteri Ecolabel per alimenti e mangimi, la Commissione dovrà realizzare (entro il 31 dicembre 2011) uno studio che valuti se sia possibile assegnare il logo solo ai prodotti certificati come biologici. Solo allora verrà deciso "se è fattibile elaborare criteri Ecolabel per alimenti e mangimi e, in caso affermativo, per quali gruppi di tali prodotti".

Le difficoltà economiche obbligano a spendere poco e meglio. I consumatori si responsabilizzano, comprano meno e sono più esigenti sulla qualità della spesa. Credono che la crisi peggiorerà, si scoprono prudenti, disprezzano lo spreco. E' quanto emerge da un sondaggio commissionato da Consumers'Forum e presentato questa mattina a Roma durante il convegno dedicato al cambiamento dei consumi degli italiani.

L'evento è stato anche l'occasione per presentare la prima edizione dell'Osservatorio sui consumi degli italiani, uno strumento di monitoraggio progettato e coordinato dal prof. Giampaolo Fabris, ordinario di Sociologia dei consumi all'Università San Raffaele di Milano e uno dei maggiori esperti europei in materia.

L'indagine presentata dal prof. Fabris rileva che la fiducia dei consumatori non solo tocca, in questi mesi, lo score più basso dell'ultimo decennio ma viene anche valutata come meno sicura rispetto all'anno precedente da due italiani su tre: la percezione d'insicurezza è passata dal 41% nel 2008 al 67% nel 2009.

L'incertezza del futuro ha avuto come conseguenza il fatto che negli ultimi mesi il 70% degli italiani ha ridotto le spese mentre oltre metà degli italiani ritiene di avere meno soldi da spendere rispetto all'anno precedente. Dunque, emerge una maggiore cautela nello spendere conseguente ad una diffusa sensazione d'impoverimento che taglia ormai trasversalmente tutta la popolazione italiana.

La cautela nel compiere le spese è presto dimostrata: il 90% degli italiani ritiene di dover pensare bene prima di fare degli acquisti e una percentuale analoga (79%) ritiene che si debba comperare soltanto ciò che è strettamente necessario. Dunque per vivere meglio si dovrebbe consumare di meno (lo pensa il 75% del campione intervistato).

L'indagine mette in luce un sostanziale cambiamento nei comportamenti di acquisto frutto anch'esso del momento di crisi che stiamo attraversando. Il consumatore è diventato virtuoso, è diventato un bravo consumatore che percepisce lo spreco come un disvalore, attento alle promozioni e alle offerte. Ma non solo. Assistiamo ad una crescente sensibilità alle tematiche ambientali: 9 italiani su 10 si dichiarano, infatti, disposti a spendere di più per un prodotto rispettoso dell'ambiente sia nel corso del processo della sua creazione sia al momento dell'uso. Ed ancora, avendo la possibilità di scegliere tra due marche, l'89% degli italiani afferma di preferire il brand caratterizzato da esplicite strategie di responsabilità ambientale.

Ma non solo, in questa fase caratterizzata da un cambiamento radicale dei comportamenti di consumo, il consumATTORE percepisce l'etica come un elemento della qualità. Ciò induce a scegliere quelle marche che garantiscono il rispetto dei diritti dei lavoratori così come quelle che si dimostrano trasparenti verso il consumatore.

Per concludere, se è vero che la maggior parte degli italiani avverte in maniera acuta la crisi economica, quasi il 90% degli intervistati considera se stesso "felice": sono circa 4 su 5 a considerare soddisfacente la propria qualità della vita e a dichiarare che non si possono davvero lamentare su come si vive. È un dato che fa registrare una sostanziale omogeneità per i diversi background socioculturali.

Ancora in calo le bollette di elettricità e gas. Da domani, 1° aprile, l'Autorità ha stabilito una nuova diminuzione: -2% per l'energia elettrica e -7,5% per il gas, con una riduzione totale media ponderata di circa il 6%. La spesa su base annua della famiglia tipo diminuirà così di circa 9,4 euro per l'energia elettrica e di 83 euro per il gas naturale, con un risparmio complessivo di 92 euro su base annua (-6%). Continua inoltre il sensibile calo del Gpl (gas di petrolio liquefatto) distribuito in rete: -5 %, con una minore spesa di 35 euro su base annua, sempre per una famiglia tipo.

Nel 2008 i consumatori hanno dovuto subire le conseguenze dei forti aumenti del greggio; ora invece, la discesa delle quotazioni del petrolio, a partire dallo scorso settembre, ha avuto ripercussioni favorevoli sull'aggiornamento delle componenti energia delle bollette: con tempi più ravvicinati per il Gpl e l'energia elettrica, più differiti per il gas naturale.

"Il nuovo sensibile calo delle bollette della luce conferma che la diminuzione dei prezzi al consumo, dovuta al calo dei prezzi del petrolio, continua ad alleviare i bilanci delle famiglie": così il Ministro dello Sviluppo economico Claudio Scajola ha commentato la decisione dell'Autorità per l'energia elettrica e il gas. "In Italia ci sono quasi 18 milioni di lavoratori dipendenti a reddito fisso - ha proseguito il Ministro - la grandissima maggioranza di essi non teme per il proprio posto di lavoro, ha un reddito certo e un potere d'acquisto in aumento rispetto a sei mesi o un anno fa. Nei giorni scorsi il Centro Studi Confindustria, confermando una previsione che avevo fatto nell' ottobre scorso, ha calcolato che quest'anno una famiglia media che ha un mutuo immobiliare spenderà circa quattromila euro in meno per il calo dei prezzi energetici e dei tassi d'interesse. Qualche settimana fa il Presidente della Bce Trichet ha dichiarato che le imprese e la famiglie non hanno ancora adeguato i propri comportamenti ai ribassi dei prezzi delle materie prime e degli interessi. Ciò significa che si stanno riaprendo margini significativi per l'investimento e il consumo, elementi importantissimi per arginare la crisi".

Dal 1° luglio 2009 telefonare in roaming, cioè da un altro paese dell'Ue, costerà massimo 43 centesimi al minuto, Iva esclusa, mentre ricevere una telefonata sarà ancora meno caro: si potrà spendere al massimo 19 centesimi. E il calo continuerà fino all'estate del 2011: dal 1° luglio 2010 i tetti massimi per chiamare e ricevere telefonate in roaming saranno di 39 centesimi e di 15; dal 1° luglio 2011 queste tariffe limite scenderanno di altri 4 centesimi ciascuna.

E' quanto prevede il compromesso sul regolamento per il roaming, negoziato tra il Parlamento e il Consiglio europei e approvato definitivamente oggi dagli eurodeputati della Commissione parlamentare Industria.

E altri traguardi si sono raggiunti anche per gli SMS in roaming e per il collegamento internet dall'estero. Dal 1° luglio 2009 mandare un messaggio di testo con il cellulare dall'estero non costerà più di 11 centesimi, contro la media attuale di 29; ascoltare i messaggi in segreteria quando si è fuori dal proprio Paese non costerà nulla.

Per quanto riguarda le tariffe per navigare in internet e scaricare dati dalla rete con il proprio telefonino dall'estero, l'Ue ha fissato dei limiti precisi ai provider locali: dal 1° luglio 2009 ogni megabyte scaricato costerà massimo un euro; dal 1° luglio 2010 il limite scenderà a 80 centesimi e dal 1° luglio 2011 a 50 centesimi.

Il primo regolamento comunitario relativo al roaming è stato adottato dal Parlamento Ue a maggio 2007 ed è entrato in vigore il 30 giugno 2007; grazie a questo circa 140 milioni di utenti hanno beneficiato di costi minori per effettuare e ricevere chiamate mentre si trovavano in altri paesi dell'Unione.

 

Record di euro da rimborsare ai contribuenti italiani e tempi di attesa biblici. Secondo Contribuenti.it, il fisco italiano ha ormai raggiunto a febbraio la cifra di 30,4 miliardi di euro da rimborsare agli oltre 12,6 milioni di contribuenti. Il debito è aumentato di 15,1 miliardi rispetto a settembre 2003 quando viaggiava sui 15,3 miliardi di euro. E i tempi di attesa sono lunghissimi. Bisogna aspettare, denuncia l'Associazione Contribuenti Italiani, anche più di 27 anni per un rimborso Irpef consistente e in media oltre 13 per uno più "leggero".

Secondo la classifica di Contribuenti.it, l'Italia si aggiudica dunque il "primato mondiale" per la lentezza nei rimborsi fiscali, seguita dalla Turchia (4 anni), dalla Grecia (3,1 anni), dalla Spagna (2,2 anni), dalla Francia (1,7 anni), dall'Inghilterra (1,3), dalla Germania (1 anno). "I soldi veri dei contribuenti italiani devono andare anzitutto a chi ha versato maggiori imposte del dovuto", spiega Vittorio Carlomagno, presidente Contribuenti.it, sottolineando l'esigenza del "rispetto dei diritti dei contribuenti da parte degli enti impositori per non incentivare l'evasione fiscale. Urge un'armonizzazione del fisco a livello europeo in modo che, quanto prima, i rimborsi fiscali possano essere erogati in tutta Europa con gli stessi tempi e modalità".

Piccoli comuni laboratori di innovazione ed esempi avanzati di buon governo del territorio: sono numerosi quelli che hanno scelto il futuro e l'ambiente, sostenendo le energie rinnovabili e l'efficienza. Di queste buone pratiche e delle alleanze possibili per lo sviluppo dell'energia verde tra cittadini, enti locali e imprese si è parlato oggi a Roma in un incontro organizzato da Enel Green Power e Legambiente - nell'ambito di Voler Bene all'Italia, la festa dei piccoli comuni italiani che si festeggerà quest'anno il 19 aprile - per fare il punto sugli ultimi progressi del fotovoltaico, della geotermia e dell'eolico in quel 72% dei comuni italiani con meno di 5.000 abitanti.

Proprio nei piccoli comuni infatti, l'applicazione delle fonti energetiche rinnovabili ha conosciuto negli ultimi anni il maggior incremento, dando corpo sul territorio italiano a un nuovo modello di generazione distribuita. Il rapporto Comuni Rinnovabili 2009 di Legambiente ha censito 5.991 Comuni con almeno una fonte rinnovabile installata all'interno del territorio comunale. Di questi 3.851 sono Piccoli Comuni, pari al 64% dei comuni rilevati nel rapporto e al 65% dei 5.835 piccoli comuni totali.

La collaborazione di Enel Green Power con Legambiente in Voler Bene all'Italia - attraverso una campagna di informazione sull'uso intelligente delle risorse per valorizzare i piccoli comuni italiani anche grazie all'energia rinnovabile - sottolinea l'impegno dell'azienda in favore dell'ambiente e delle fonti rinnovabili, strumento fondamentale per la sostenibilità del sistema produttivo, la sicurezza degli approvvigionamenti energetici e la protezione del pianeta.

Ecco perché Legambiente e Enel Green Power, nel rinnovare la loro collaborazione per Voler Bene all'Italia, sottolineano l'importanza di una semplificazione delle autorizzazioni per gli impianti da fonti rinnovabili nel nostro Paese. La complessità delle procedure, infatti, è un problema riconosciuto da tutti gli operatori del settore e le difficoltà nell'approvazione degli impianti riguardano sia piccoli sia grandi interventi. Per evitare di avere in ogni Regione normative diverse, occorre approvare quanto prima le Linee Guida per l'approvazione dei progetti di impianti da fonti rinnovabili previste dal DL 387/2003.

"I Comuni, le Province e le Regioni d'Italia si impegnano ad adottare politiche e azioni integrate di adattamento e mitigazione dei cambiamenti climatici che consentano di ridurre di oltre il 20% le emissioni di gas serra ed aumentare l'equilibrio sociale, ambientale ed economico del territorio". È quanto si legge nel documento elaborato da Coordinamento Agenda 21, ANCI (Associazione nazionale comuni italiani) e UPI (Unione province d'Italia).Si tratta dalla Carta delle Città e dei Territori d'Italia per il Clima, che sarà presentata ufficialmente il prossimo 3 aprile a Roma, in previsione della Conferenza delle Nazioni Unite che si terrà a Copenhagen nel dicembre 2009.

Le autonomie locali rivendicano dunque un ruolo più attivo nel Protocollo di Copenhagen e chiedono di aggiungere un capitolo dedicato alle città e ai territori per il clima. "Le città - ha spiegato Flavio Morini, Presidente della Commissione Ambiente ANCI - propongono al Governo di escludere dal patto di stabilità gli investimenti locali in progetti finalizzati al cambiamento climatico, ovvero alla efficienza energetica, alla diffusioni delle energie rinnovabili e alla mobilità sostenibile".

Finora sono stati i piccoli comuni i più virtuosi nell'adottare politiche per la riduzione dei gas serra e di aumento dell'efficienza energetica. "Insieme a Mauro Guerra, il Coordinatore piccoli Comuni ANCI, - ha detto Morini - ci stiamo impegnando per la realizzazione di un regolamento edilizio tipo, ovvero Linee guida sulle regole per il risparmio energetico che i cittadini potranno adottare nelle proprie abitazioni. Ora dobbiamo essere più incisivi nei confronti delle città più grandi dove vive circa il 75% della popolazione e dove si consuma più del 75% dell'energia. Proprio dalle città deriva l'80% delle emissioni di gas serra".

 

Poste Italiane aggiorna il Codice di avviamento postale in 14 città che da domani passano da un unico Cap alla suddivisione in più aree. Le novità riguardano 20 mila strade e circa un milione di famiglie. È quanto comunica Poste Italiane rendendo noto che sono 47 i nuovi codici di avviamento postale che verranno introdotti ad Alessandria, Cesena, Ferrara, Foggia, Forlì, Modena, Parma, Pesaro, Piacenza, Ravenna, Reggio Emilia, Rimini, Taranto e Trento. Inoltre, Bari aggiunge un nuovo Cap mentre a Trieste, Palermo e Roma alcune zone vengono accorpate.

Poste Italiane sta distribuendo a tutti i residenti nelle zone interessate un opuscolo che illustra le novità. I vecchi Cap resteranno comunque in vigore per i prossimi sei mesi. Per avere informazioni sui Cap ci si può rivolgere agli uffici postali, chiamare il call center di Poste 803.160 oppure consultare www.poste.it. È inoltre disponibile presso gli uffici postali l'edizione 2009 del libro dei Cap che contiene, oltre alle novità riguardanti le 14 città, i codici di avviamento postale degli oltre 8mila Comuni d'Italia, 1.900 nuove strade e 4.200 strade con nomenclatura aggiornata.

 

Cellulare e internet non conoscono crisi economica. La telefonia mobile registra prezzi più bassi di oltre il 34% rispetto a cinque anni fa. E se gli europei passano più tempo a inviare sms e più spesso cambiano operatore mantenendo il proprio numero, l'intero settore europeo delle telecomunicazioni resiste alla crisi economica: nel 2008 ha infatti registrato introiti stimati in oltre 300 miliardi di euro, con un aumento dell'1,3% sull'anno precedente rispetto all'1% del resto dell'economia. È quanto emerge dalla relazione della Commissione europea sui progressi del mercato unico delle telecomunicazioni, che offre un'immagine aggiornata del mercato europeo delle telecomunicazioni e della situazione della concorrenza nei 27 paesi dell'Ue.

L'Europa risulta leader mondiale dei servizi di telefonia mobile con un numero di abbonamenti pari al 119% della popolazione nel 2008 (7 punti percentuali in più rispetto al 2007), al di sopra degli Stati Uniti (87%) e del Giappone (84%). La competitività del settore fa scendere i prezzi: nel 2008, rileva la Commissione, la bolletta di telefonia mobile è scesa in media da 21,48 euro a 19,49 euro. E il 75% degli utenti europei dispone di un collegamento Internet da 2 megabit o più al secondo.

Il settore delle telecomunicazioni ha dunque registrato nel 2008 una crescita superiore a quella del resto dell'economia. La telefonia mobile è il segmento più dinamico delle tlc, con aumenti record nell'uso del cellulare, dal 112% della popolazione nel 2007 al 119% nel 2008 e percentuali superiori al 140% in Italia, Lituania e Lussemburgo. Il mercato è diventato più competitivo e in media si spende il 34,5% in meno rispetto al 2004.

Aumenta inoltre in Europa il numero di collegamenti Internet fissi a banda larga. Sono 14 milioni in più nel 2008, oltre 114 milioni in totale. Danimarca e Paesi Bassi detengono il primato mondiale della banda larga, con un tasso di penetrazione superiore al 35% della popolazione. Si tratta di paesi che, come anche Svezia, Finlandia, Regno Unito, Lussemburgo, Belgio, Germania e Francia, superano gli Stati Uniti, che nel luglio 2008 raggiungevano solo il 25%. Sta inoltre decollando la banda larga mobile che registra un numero di collegamenti pari al 13% della popolazione europea e sta diventando una valida alternativa alla banda larga fissa in diversi paesi come l'Austria, la Finlandia e il Portogallo.

Nel 2008, sono stati 20,5 milioni gli utenti che hanno cambiato operatore telefonico conservando il proprio numero fisso o mobile.

A fronte di questa fotografia, quali sono dunque i problemi? Per la Commissione europea il rischio è che, senza un migliore coordinamento a livello europeo, i vantaggi del mercato unico delle telecomunicazioni vengano compromessi da regolamentazioni nazionali incoerenti. È dunque l'esistenza di normative divergenti nei diversi Stati che può rappresentare un ostacolo alla creazione di un mercato unico per operatori e utenti delle telecomunicazioni.

Oggi il Parlamento europeo ha adottato un regolamento che rafforza le attuali norme di sicurezza dei cosmetici che, per entrare nel mercato, dovranno essere sottoposti a una valutazione della sicurezza, e il produttore dovrà elaborare una relazione sulla sicurezza in base alle indicazioni del regolamento. Per 10 anni egli dovrà, inoltre, tenere una documentazione informativa sul prodotto per il quale è responsabile.

Aumenta, dunque, la responsabilità della persona, giuridica o fisica, che fabbrica, controlla o distribuisce il prodotto cosmetico. Se il prodotto venduto non fosse conforme ai requisiti stabiliti, spetterà a questo soggetto il compito di adottare tutte le misure correttive necessarie, inclusi la notifica alle autorità competenti e il ritiro dal mercato.

Il nuovo regolamento conferma le circa 1.370 sostanze che è proibito utilizzare nei cosmetici. Tra queste figurano l'arsenico, il cloro, il curaro, il mercurio, la nicotina, il piombo, le sostanze radioattive, la stricnina, il cloroformio, i catrami di carbone, numerosi idrocarburi e gas, la pece e diverse paraffine. L'uso di altre sostanze - come l'ammoniaca, l'acqua ossigenata o il nitrato d'argento - è permesso con precise limitazioni di impiego, di concentrazione. Il regolamento elenca inoltre i coloranti, i conservanti e i filtri UV ammessi. Sono rafforzate, inoltre, le norme relative all'utilizzo, nei prodotti cosmetici, di sostanze classificate come cancerogene, mutagene o tossiche per la riproduzione, sulle quali pende un divieto generalizzato.

Gli eurodeputati hanno voluto introdurre nuove norme sull'eventuale utilizzo di nanomateriali nei cosmetici, attualmente presenti nel 5% dei prodotti. Per nanomateriale s'intende "ogni materiale insolubile o biopersistente e fabbricato intenzionalmente avente una o più dimensioni esterne, o una struttura interna, di misura da 1 a 100 nm". Questa definizione dovrà essere adattata ai progressi scientifici. Per ogni prodotto contenente nanomateriali dovrà essere assicurato "un livello elevato di protezione del consumatore e della salute umana". Nell'elenco degli ingredienti esposto sulle confezioni dei cosmetici dovrà figurare chiaramente la presenza di nanomateriali. Entro 48 mesi dall'entrata in vigore del regolamento, la Commissione metterà a disposizione un catalogo di tutti i nanomateriali utilizzati nei prodotti cosmetici immessi sul mercato.

Per quanto riguarda le etichette, esse dovranno contenere anche informazioni sulla funzione del cosmetico, la durata di conservazione minima, le precauzioni particolari per l'impiego e una lista degli ingredienti elencati in ordine decrescente di peso. Per l'etichetta, inoltre, non dovranno essere impiegati diciture, denominazioni, marchi, immagini o altri segni, figurativi o meno, "che attribuiscano ai prodotti stessi caratteristiche o funzioni che non possiedono".

La Commissione Ue dovrà stabilire un piano d'azione, in cooperazione con gli Stati membri, riguardante le dichiarazioni ("claims") figuranti sui cosmetici e fissare le priorità per determinare criteri comuni che giustificano il loro uso. Dovrà poi adottare un elenco di criteri comuni per le dichiarazioni che possono essere utilizzate sui prodotti cosmetici.

Saranno gli Stati membri a vigilare sul rispetto del regolamento "attraverso controlli all'interno del mercato dei prodotti cosmetici messi a disposizione sul mercato". Dovranno poi vigilare sul rispetto dei principi delle buone prassi di fabbricazione e conferire alle autorità di vigilanza del mercato le competenze, le risorse e le conoscenze necessarie per consentire loro di espletare i loro compiti in modo adeguato. Infine, per contribuire a semplificare la vigilanza sul mercato e a migliorarne l'efficienza, occorrerà garantire la rintracciabilità di un prodotto in tutta la catena di fornitura.

"I risultati nel settore dell'accertamento dimostrano non solo che nel 2008 non si è verificato alcun arresto della lotta all'evasione, ma l'azione di contrasto si è ulteriormente consolidata rispetto al passato sia per volumi sia per quantità. Un dato per tutti: la riscossione correlata alla complessiva attività di contrasto degli inadempimenti dei contribuenti è stata pari a 6,9 miliardi di euro, l'8% in più rispetto al 2007". Questo il bilancio della lotta all'evasione fiscale tracciato oggi dal direttore dell'Agenzia delle Entrate Attilio Befera, per il quale "se il contrasto all'evasione è sicuramente importante nei momenti di crescita economica, diventa ancor più determinante nei momenti di crisi, come quello attuale, quando la concorrenza sleale rischia di essere un fattore che taglia fuori dal mercato le imprese sane".

L'accertamento ha portato nelle casse dell'erario 3,7 miliardi di euro, in aumento del 28% rispetto al 2007. Sono in crescita anche i controlli, passati da circa mezzo milione dell'anno scorso ai 645mila accertamenti di quest'anno su imposte dirette, Iva e Irap, con un aumento del 29%. Per il direttore dell'Accertamento Luigi Magistro, "riscuotere 7,2 miliardi di euro è l'obiettivo che ci siamo prefissi per il 2009 attraverso l'impiego di circa il 50 per cento delle risorse umane".

 

Una faccina verde e sorridente se il giudizio è positivo. Una gialla per la neutralità. Una rossa se si è insoddisfatti. Debutta la sperimentazione dell'uso di emoticon per rilevare la customer satisfaction nella pubblica amministrazione. Da oggi infatti i cittadini potranno esprimere il loro giudizio sui servizi ricevuti dagli uffici pubblici da appositi terminali vicini agli sportelli delle amministrazioni che hanno aderito all'iniziativa pilota "Mettiamoci la faccia", presentata oggi a Roma dal ministro per la Pubblica Amministrazione e l'Innovazione Renato Brunetta.

I cittadini insoddisfatti del servizio - potranno essere valutati servizi previdenziali, anagrafici, pratiche automobilistiche, servizi alle imprese, tributi locali, biblioteche comunali - potranno indicare fra le motivazioni il tempo d'attesa, il comportamento degli impiegati, la necessità di tornare o l'esito negativo della richiesta.

La sperimentazione inizierà oggi in 4 sportelli della sede Enpals di Milano, 12 sportelli delle sedi Inps di Aosta, Lamezia Terme e Catanzaro, 14 sportelli del Comune di Milano. Nelle prossime settimane si aggiungeranno gli sportelli degli enti che hanno aderito, fra i quali Aci, Camere di Commercio di Bologna, Taranto e Vicenza, Ipost, Poste Italiane, i Comuni di Firenze, Parma, Roma, Reggio Calabria, Reggio Emilia e Torino. Entro giugno saranno oltre 300 gli sportelli dotati di terminali per la rilevazione della soddisfazione degli utenti, attraverso touch pad e totem nelle aree che servono più sportelli. E da oggi sarà possibile impiegare la stessa modalità di giudizio per i servizi erogati on line dall'ACI e per quelli erogati al telefono da Ipost.

Telecom si apre alla grande distribuzione consentendo ai suoi clienti di poter pagare le bollette presso i 64 punti vendita di Coop Centro Italia (Umbria, Toscana in provincia di Arezzo e Siena, Lazio in provincia di Rieti e per l' Abruzzo in provincia de L'Aquila) e su altri punti vendita pilota di altre cooperative in Emilia e Toscana. Dal prossimo 23 marzo, infatti, le bollette Telecom potranno essere pagate con estrema semplicità assieme ai prodotti di tutti i giorni (pane, pasta, verdure).

L'opportunità è riservata ai clienti residenziali di Telecom Italia e per pagare sarà sufficiente presentare alla cassa la bolletta di Telecom Italia sulla quale è stampato un apposito codice a barre (presente nelle bollette dei clienti dove è già attivo il servizio) che verrà passato dalla cassiera allo scanner così come avviene per i normali prodotti della spesa.

E' previsto l'addebito di una commissione comunque vantaggiosa e competitiva rispetto alle attuali modalità di pagamento. Per procedere si potrà utilizzare il contante, il bancomat o altre forme definite dalle singole cooperative. Al socio e al cliente rimarrà un apposito promemoria dell'avvenuto pagamento.

La riduzione della ricchezza patrimoniale e immobiliare prodotta dalla crisi in atto si traduce in una prevedibile compressione in termini di consumi da parte delle famiglie, stimabile in 2 miliardi di Euro nel 2008, con la previsione di un ulteriore arretramento di 7 miliardi nel 2009 (una riduzione di circa l'1%). E' quanto stima Nomisma nel I Rapporto sul Mercato Immobiliare 2009.

Il Rapporto evidenzia gli effetti che la crisi ha avuto sul mercato immobiliare dove nel 2008 le compravendite si sono ridotte in misura del -15,1% per le case, del - 15,5% per gli uffici, del -11,7% per il commerciale e del -8,7% per gli immobili produttivi. Le abitazioni compravendute sono passate da 845 mila del 2006, anno record, alle 686 mila del 2008, perdendo quasi 40.000 unità fra il 2006 ed il 2007, ed oltre 120.000 fra il 2007 il 2008, con il conseguente ritorno ai livelli di inizio anni 2000.

In questo contesto la diminuzione degli acquisti di case finanziati con mutuo è stata anche più intesa della diminuzione complessiva delle compravendite: la quota di acquirenti persone fisiche che non ricorrono al mutuo per acquistare l'abitazione cresce significativamente e passa dal 50,6% del 2007 al 57,3%, del 2008 con una riduzione in termini di ipoteche iscritte del -26,8%, mentre in relazione al capitale erogato la riduzione sull'anno è anche più consistente (-27,5%). Il calo delle compravendite è quindi prevalentemente riconducibile alla componente finanziata con mutuo.

Della crisi sul mercato della compravendita sta parzialmente beneficiando il settore della locazione dove si registra un calo nei canoni: i prezzi, per la prima volta da almeno un decennio, flettono: -2,2% per le abitazioni nuove, -2,4% per quelle usate, -1,5% per gli uffici, -2% per i negozi, -1,9% per i capannoni, mentre i box auto e garage sono gli unici a far segnare lievi variazioni positive (+0,9%). Si tratta di variazioni negative che interessano pressoché tutte le città considerate.

 

Contro il cyberbullismo e i rischi del web la Polizia delle Comunicazioni lancia l'Agente Lisa, la cyberpoliziotta al quale i giovani potranno rivolgersi in caso di pericoli o se riceveranno minacce online. Il progetto, nato in collaborazione con Microsoft Italia, intende offrire ai cittadini un servizio di informazione e supporto. "Con una identità virtuale, quella della 'cyberpoliziotta' Lisa - informa il Ministero dell'Interno - la Polizia delle Comunicazioni mette in campo uno strumento in più a disposizione delle forze dell'ordine per essere presenti nella Rete e aiutare chi la frequenta".

La nuova iniziativa era stata anticipata a gennaio durante la presentazione della campagna informativa "Non cadere nella rete! Cyberbullismo e altri pericoli del web". "Dietro questa identità fittizia - aveva detto Domenico Vulpiani, direttore della Polizia delle Comunicazioni - ci saranno i nostri uomini che potranno essere un punto di riferimento per tutti quei giovani frequentatori dei social network che si sentiranno in difficoltà".

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