Il prossimo venerdì, 13 marzo, si celebrerà a Bruxelles la Giornata Europea del Consumatore, giunta alla sua decima edizione. Quest'anno il tema principale sarà "I diritti dei consumatori" nell'ambito degli scambi transfrontalieri; professori di diritto economico, di diritto privato, esperti del mercato interno e delle politiche per il consumatore discuteranno di contratti a distanza e contratti transfrontalieri, di clausole contrattali abusive, di vendita e garanzia dei beni al consumo.

In un momento di pesante crisi economica che chiama in causa anche il mercato unico dell'Ue, è necessario garantirne il buon funzionamento, rafforzando la fiducia dei consumatori nel pieno rispetto dei loro diritti e incoraggiando le imprese ad aprirsi agli scambi transfrontalieri. A fine 2008 la Commissione Ue ha per questo presentato una proposta di direttiva sull'armonizzazione dei diritti dei consumatori a livello comunitario e il Cese, il Comitato europeo economico e sociale, diffonderà presto il suo parere.

La Giornata si terrà presso la sede del Cese, con il partenariato della Commissione Ue e della Presidenza ceca dell'Unione europea; a inaugurarla sarà Mario Sepi, Presidente del Cese, alla presenza del Commissario Ue alla tutela dei consumatori Meglena Kuneva.

Gli acquisti online sono sempre più popolari nell'Unione europea. Fra il 2006 e il 2008 la quota di consumatori europei che ha acquistato almeno un articolo via Internet è passata dal 27% al 33% ma quella del commercio elettronico transfrontaliero è rimasta stabile, con solo il 7% nel 2008. Lo sviluppo dello shopping online è dunque frenato da una serie di ostacoli agli scambi transfrontalieri che riguardano barriere linguistiche, problemi logistici e normativi. È quanto rileva una nuova relazione sugli "Ostacoli al commercio elettronico", presentata oggi da Meglena Kuneva, Commissario Ue responsabile per i consumatori.

Fra il 2006 e il 2008 la quota di consumatori dell'Ue che hanno acquistato almeno un articolo via Internet è passata da 27% a 33% ma si tratta di un valore medio che nasconde disparità territoriali. Nel Regno Unito, in Francia e in Germania nell'ultimo anno più del 50% degli utilizzatori di Internet ha fatto acquisti online. In Danimarca, Svezia, Norvegia, Finlandia e Islanda, la proporzione degli utilizzatori di Internet che hanno acquistato prodotti e servizi su internet era del 91% nel 2008. Paesi quali l'Italia e la Spagna rappresentano mercati in rapida crescita. Ma rispetto alla crescita dei mercati nazionali, gli acquisti transfrontalieri restano appunto modesti e fermi al 7%.

Secondo lo studio, i consumatori sono generalmente soddisfatti del commercio online e acquistano soprattutto prodotti dell'informatica, per lo svago e il tempo libero. Fra i punti forti dell'acquisto in rete ci sono la possibilità di confrontare i prezzi e l'ampia gamma di offerte, mentre i punti deboli sono rappresentati dalla disponibilità di informazioni chiare sui prodotti, dalla pubblicità, dalla tutela della privacy e da tutte le questioni legate alla fiducia e alla possibilità di restituire i prodotti.

Gli scambi transfrontalieri online hanno potenzialità di sviluppo, in quanto un terzo dei cittadini dell'Unione acquisterebbe un prodotto di un altro Stato se fosse a buon prezzo, ma si tratta di possibilità che ancora non si sono tradotte in pratica. E qui lo studio dell'Unione europea identifica alcuni ostacoli. C'è il problema della segmentazione geografica e dunque il fatto che, nonostante la maggior parte dei commercianti disponga di un sito web, in pratica i consumatori finiscono col vedersi rifiutare la vendita di un prodotto o sono rinviati al paese di origine.

Ci sono poi barriere linguistiche e problemi logistici legati ai sistemi postali e di pagamento. E ci sono ostacoli normativi quali il diritto del consumo, le regole in materia di Iva, le leggi sulla distribuzione selettiva, la tutela della proprietà intellettuale, il recepimento nazionale della normativa Ue sullo smaltimento dei rifiuti. A questi si aggiungono problemi che finiscono per minare la fiducia dei consumatori, come le esitazioni legate a pagamenti, consegne, reclami, applicazione delle garanzie, domande di rimborso (assistenza post-vendita) e privacy.

Il 2009 parte male. Lo scrive la Confcommercio diffondendo oggi l'Indicatore dei Consumi Confcommercio (ICC). Nel primo mese dell'anno i consumi delle famiglie italiane si sono ridotti del 4,6%, in termini tendenziali e dello 0,9% in termini congiunturali. E' da 12 mesi che la Confcommercio registra un calo dei consumi, ma quello di oggi è il terzo peggior risultato da un anno a questa parte.

Oltre alla significativa contrazione della domanda di beni (-6,4%) c'è stata una riduzione della domanda per i servizi (-0,3%). In particolare è calata di tanto la domanda di beni e servizi per la mobilità (-24,8% rispetto a gennaio 2008): pochi acquisti di autovetture e motocicli e calo della domanda per i trasporti aerei, soprattutto a causa della forte concorrenza fatta, sulla tratta Roma-Milano, dal trasporto ferroviario che, con l'avvio dell'Alta Velocità, ha registrato un forte incremento di passeggeri.

Si è ridotta anche la domanda di beni e servizi ricreativi (-1,7%) e di quelli per la cura della persona (-1,2%), con un calo consistente dei consumi di articoli di profumeria e di prodotti farmaceutici e terapeutici. Un gennaio negativo anche per gli articoli di abbigliamento e calzature, i cui acquisti sono calati dell'1,3%, nonostante la stagione dei saldi.

Un'altra importante flessione l'ha subita la domanda di beni e servizi per la casa (-3,5%), in particolare il settore dei mobili che è in calo da tempo. Per quanto riguarda i consumi di prodotti alimentari, le bevande e i tabacchi, pur essendoci stata una flessione dell'1,4% nel mese di gennaio 2009, c'è una tendenza alla stabilizzazione dei consumi delle famiglie, fortemente compressi nel 2008.

E' cresciuta di poco (+0,3%) la domanda relativa ai servizi di ristorazione e d'alloggio; permane la dinamica positiva della domanda relativa ai beni e servizi per le comunicazioni (+4,4%).

Oltre la metà dei cittadini, in tutto il mondo,4 miliardi e 100 milioni di persone, possiede un cellulare. Nel 2008 si è raggiunto il valore del 61%, con un aumento del 10% rispetto all'anno precedente. Tra i Paesi in cui si è registrata la crescita maggiore ci sono l'Africa, che è passata dal 4% di possessori di telefonini nel 2002 al 30% nel 2008, e l'Asia, dal 12% a quasi il 40% attuale.

In Italia e Gran Bretagna, invece, ci sono più cellulari che abitanti. Dal 2002 al 2007 il numero di cellulari nel mondo è passato dal 19% al 50%. La crescita più forte c'è stata in Europa, dove si è passati dal 51% al 111%, dunque più telefonini che abitanti. Nelle Americhe si è passati dal 30% al 72%; in Australia e Oceania, dal 49% al 79%.

Sono alcuni dati del Rapporto di un'agenzia dell'Onu, la International Telecommunications Union, sulla diffusione delle telecomunicazioni nel mondo. Lo studio, diffuso ieri, mette in luce la lentezza dei progressi delle telecomunicazioni nei paesi in via di sviluppo; per molte tecnologie, dunque, il divario tra mondo ricco e mondo povero è ancora enorme.

Infatti a parte la formidabile diffusione dei telefonini in Africa e in Asia, dove gran parte della popolazione ha abbandonato la linea fissa per quella mobile, assai più lenta risulta la penetrazione di Internet. Il Rapporto dell'Onu stima che oggi un quarto della popolazione mondiale utilizza internet; tra il 2002 e il 2008, il numero degli internauti è più che raddoppiato, passando dall'11 al 23%. In Africa, meno del 5% della popolazione ha navigato abitualmente nel 2007; in Asia la percentuale è stata del 15%; mentre in Europa è del 43% e negli Stati Uniti del 44%.

Più le tecnologie sono avanzate e più si accentuano le differenze. Ha accesso alla banda larga solo il 5% della popolazione mondiale; ma se guardiamo solo l'Occidente il dato sale al 20%. Secondo il rapporto alla fine del 2008 gli abbonati ad Internet a banda larga sono stati, in tutto il mondo, 335 milioni. In testa alla classifica dei paesi più sviluppati dal punto di vista delle tecnologie della comunicazione (cellulari e internet soprattutto) ci sono nell'ordine Svezia, Corea del Sud e Danimarca.

Comunque il progresso delle telecomunicazioni procede speditamente nel mondo intero. Ogni anno vengono erette 100mila nuove antenne per la ricezione dei cellulari. Nel 2007 China Telecom ha installato un'antenna sul monte Everest e luoghi che fino a poco tempo fa erano irraggiungibili, come il Tibet, il deserto del Sahara e la Corea del Nord, oggi hanno la copertura per i cellulari. Oltre il 90% della popolazione globale, attualmente, può avere accesso a un telefonino.

Non si possono usare le impronte digitali per controllare le presenze dei lavoratori. E dunque le aziende non possono utilizzare sistemi di identificazione biometrica per controllare le presenze e gli orari di entrata e di uscita dei propri dipendenti se non vi sono particolari esigenze di sicurezza. Lo ha ribadito il Garante per la Privacy davanti al caso sollevato dal dipendente di un'azienda che aveva fatto installare un sistema di rilevazione delle impronte digitali per conteggiare l'esatta retribuzione ordinaria e straordinaria.

Il Garante ha vietato all'azienda l'ulteriore trattamento dei dati raccolti, in quanto illegittimo e invasivo. Dai controlli effettuati e dalle dichiarazioni rese all'Autorità dalla società non sono state individuate ragioni specifiche in grado di giustificare l'adozione del sistema di riconoscimento né alcuna particolare esigenza di sicurezza. Inoltre il sistema era stato installato senza che fosse stato raggiunto un accordo con le rappresentanze sindacali aziendali, o vi fosse l'autorizzazione del Ministero del lavoro, una procedura prevista dallo Statuto dei lavoratori.

Chiamate telefoniche a campione ai numeri di pronto intervento dei distributori di gas, per verificare il funzionamento del servizio di tutela della sicurezza: è l'iniziativa lanciata dall'Autorità per l'energia elettrica e il gas in collaborazione con la Guardia di Finanza. L'Autorità ha infatti avviato una campagna di controlli nei confronti di 50 distributori di gas con l'obiettivo di verificare il corretto funzionamento del servizio di pronto intervento, a tutela della sicurezza dei consumatori. L'iniziativa si propone di migliorare ulteriormente l'affidabilità della rete di distribuzione del gas, di ridurre i disservizi e rafforzare la prevenzione rispetto al rischio di incidenti.

I controlli si svolgeranno attraverso chiamate telefoniche "campione" al servizio di pronto intervento dei distributori, in collaborazione con le Unità Speciali della Guardia di Finanza, per verificare l'applicazione da parte delle imprese delle disposizioni fissate dall'Autorità che prevedono, ad esempio, l'obbligo di funzionamento continuativo 7 giorni su 7, 24 ore su 24, e la risposta da personale qualificato. Ci saranno anche sopralluoghi nelle sedi delle aziende.

L'Autorità ha inoltre ordinato a 19 imprese distributrici di gas di ottemperare, entro il 31 marzo 2009, a quanto disposto dalla Regolazione della qualità servizi di distribuzione e misura del gas in materia di attivazione di recapiti telefonici per il pronto intervento. Secondo la normativa, le imprese devono attivare uno o più recapiti telefonici con linea fissa, dedicati esclusivamente al servizio, con risposta diretta di un operatore, senza necessità di comporre altri numeri telefonici. E' invece risultato che 12 imprese si sono limitate a fornire solo numeri di telefonia mobile e 7 hanno fornito sia recapiti di rete fissa che di rete mobile, con il rischio di creare confusione tra gli utenti che avessero chiamato per segnalare una situazione di potenziale pericolo.

Dall'Unione Europea arriva un forte impegno per un consumo più sostenibile. Il Commissario all'Ambiente Stavros Dimas, il Commissario alla tutela dei consumatori Meglena Kuneva, il senatore e presidente dell'EuroCommerce Feargal Quinn e il rappresentante dell'ERRT (Tavola rotonda europea della distribuzione) lanceranno domani un Forum della distribuzione, cui parteciperanno produttori, consumatori e organizzazioni di difesa dell'ambiente.

L'obiettivo del Forum sarà quello di ridurre l'impatto sull'ambiente del settore del commercio al dettaglio e della distribuzione dei beni, promuovendo i prodotti più sostenibili e informando i consumatori sulle possibilità di fare acquisti ecologici. Oltre allo scambio di informazioni sulle buone pratiche, il Forum sarà anche il luogo in cui i dettaglianti potranno proporre le loro azioni per un consumo sostenibile, e potranno stringere partenariati con i fornitori; tutto questo comprenderà una vasta gamma di prodotti al consumo, dall'alimentare agli elettrodomestici, dai mobili all'abbigliamento. L'adesione al Forum sarà su base volontaria ed è aperta a tutti i dettaglianti che partecipano al REAP (Piano d'azione dei dettaglianti per l'ambiente).

"Se noi desideriamo davvero che i consumatori acquistino ecologico, bisogna incoraggiarli e facilitarli su questa via - ha dichiarato Meglena Kuneva - E' necessario che le informazioni sui prodotti siano chiare e che i prodotti sostenibili non siano prodotti di lusso. I dettaglianti europei sono in teoria pronti a collaborare a realizzare questo obiettivo. Essi partecipano alla quotidianità dei consumatori e possono influire sulle loro scelte. Sono convinta che questo Forum costituirà una buona base di partenza per un approccio comune tra i dettaglianti e gli altri attori interessati".

Sul sito dell'Agenzia delle entrate arrivano i modelli per presentare la dichiarazione annuale dell'imposta sul valore aggiunto tradotti in lingua inglese. La dichiarazione annuale Iva relativa all'anno 2008 deve essere presentata fra il 1° febbraio e il 31 luglio 2009 nel caso in cui il contribuente sia tenuto alla presentazione in via autonoma; va inoltrata sempre entro la stessa data nel caso in cui il contribuente sia tenuto a comprenderla nella dichiarazione unificata. I modelli in lingua inglese riprendono le novità degli omologhi italiani e sono consultabili nella sezione modulistica del sito Internet dell'Agenzia delle Entrate.

Sono quattro i modelli disponibili in inglese:

  • Modello dichiarazione annuale Iva 2009 da utilizzare per i redditi 2008;
  • Modello VR/09, da presentare per chiedere il rimborso dell'eccedenza d'imposta detraibile relativa al 2008;
  • Modello Iva 26 LP/09, che contiene il prospetto delle liquidazioni periodiche di enti o società controllanti;
  • Modello Iva 74-bis 2009 per le operazioni effettuate nella frazione di anno antecedente alla dichiarazione di fallimento o liquidazione coatta amministrativa, da utilizzare per l'anno di imposta 2009.

Da settembre 2009, sugli scaffali dei supermercati europei, non ci sarà più traccia delle lampadine a incandescenza, quelle tradizionali, che saranno sostituite da lampadine fluorescenti ed alogene. Dal 2012 l'Europa abbandonerà definitivamente le vecchie lampadine, con un risparmio energetico per le famiglie e per l'ambiente.

Le lampadine fluorescenti compatte, infatti, consumano il 75% di energia in meno di quelle tradizionali; le alogene sono almeno il 25% più efficaci. Inoltre si ridurrebbe di 15 tonnellate ogni anno l'emissione di CO2. Questa misura è stata proposta dalla Commissione Ue lo scorso dicembre e approvata in seguito dalla Commissione Ambiente, sanità e sicurezza alimentare del Parlamento europeo.

La sostituzione permetterà un risparmio di 40 terawatt l'ora, che corrispondono al consumo di 11 milioni di famiglie europee o all'equivalente della produzione annuale di 10 centrali elettriche di 500 megawatt. E una famiglia arriverà a risparmiare 50 euro all'anno sulla bolletta dell'energia elettrica, utilizzando le lampadine fluorescenti. Il risparmio per l'intera Unione dovrebbe oscillare tra i 5 e i 10 miliardi di euro ogni anno.

Il regolamento entrerà in vigore dopo venti giorni dalla sua pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale dell'Unione europea. I prodotti già presenti sul mercato continueranno a essere commercializzati.

Un quarto dei servizi offerti dalla microfinanza è per i giovani, clienti che in banca crescono più degli altri. Carte bancomat, prepagate e conti correnti a pacchetto sono i prodotti più richiesti, seguiti a una certa distanza dall'accredito dello stipendio e dall'internet banking. A rivelarlo è la ricerca condotta dall'Associazione bancaria italiana su "Banche e inclusione finanziaria: indagine sul territorio italiano", per la quale la microfinanza è soprattutto giovane perché va a studenti e lavoratori precari il maggior numero di servizi e prodotti forniti dalle banche. Altra clientela importante è rappresentata inoltre dagli immigrati.

"Considerando sia le offerte dedicate agli studenti sia quelle per i lavoratori atipici - scrive l'Abi - dei servizi di risparmio quasi il 24% va alla clientela giovane, per quelli di credito il 22%, il 26,2% per il comparto dei conti correnti e dei servizi di pagamento". Fra i servizi di microfinanza, agli studenti va il 13,5% dei servizi di risparmio, il 9% dei servizi di credito e oltre il 14,2% se si considera il comparto dei conti correnti e dei servizi di pagamento. I lavoratori con contratti atipici raccolgono il 10% dei servizi di risparmio, oltre il 13% di quelli di credito e il 12% per servizi di conti correnti e di pagamento. Secondo l'ultimo monitoraggio Abi sul tasso di sviluppo per tipologia di clientela, in banca i clienti di età fino a 25 anni sono aumentati del 23% nel 2007 e rispetto a una media dell'1,5% è la clientela giovane quella che aumenta di più.

La microfinanza è giovane ed è immigrata. "In particolare - rileva l'Abi - dei servizi di microfinanza offerti alla clientela straniera va il 17,9% di quelli inerenti al risparmio, il 20,1% dell'offerta per i servizi di credito, circa il 26% per il comparto dei conti correnti e dei servizi di pagamento". Aumenta la clientela immigrata (più 12% in due anni) che si avvale inoltre di tutti i servizi legati alle rimesse, al prodotti di risparmio e a prodotti di credito immobiliare.

Nelle famiglie italiane aumentano le antenne paraboliche, le linee adsl e i lettori dvd. Ma il computer, che pure comincia a essere più diffuso, raggiunge solo la metà delle famiglie, fra le quali esiste un divario tecnologico legato a fattori generazionali, culturali ed economici: le famiglie più tecnologiche sono quelle con almeno un minorenne, quelle escluse sono formate da sole persone over 65. Aumenta il divario tecnologico fra Nord e Sud del Paese. E nelle classifiche europee l'Italia continua ad arrancare nell'accesso ad internet da casa e mediante banda larga: si piazza infatti quart'ultima e praticamente "doppiata" da Olanda, Svezia, Danimarca.

Il quadro emerge dal Rapporto "Cittadini e nuove tecnologie" pubblicato oggi dall'Istat e relativo al 2008, fatto su un'indagine condotta su oltre 19 mila famiglie lo scorso febbraio. I numeri: i beni tecnologici più diffusi sono il televisore, presente nel 95,4% delle famiglie e il cellulare (88,5%). Seguono il lettore dvd (59,7%), il videoregistratore (58,1%), il personal computer (50,1%) e l'accesso ad Internet (42%). Tra i beni tecnologici presenti nelle famiglie hanno un certo rilievo anche l'antenna parabolica (30,7%), la videocamera (26,8%), il decoder digitale terrestre (23,8%) e la consolle per videogiochi (18,1%). Rispetto al 2007 aumenta la quota di famiglie che dispone di decoder digitale terrestre (dal 19,3% al 23,8%), di antenna parabolica (dal 28,6% al 30,7%) e del personal computer (dal 47,8% al 50,1%). L'accesso ad Internet passa dal 38,8% al 42% e migliora anche la qualità della connessione usata per accedervi da casa: aumenta la quota di famiglie con connessione a banda larga (linea telefonica ADSL o altro tipo di connessione a banda larga), che passa dal 22,6% al 27,6%.

Le famiglie più tecnologiche sono quelle con un minorenne, che possiedono personal computer e accesso a Internet nel 74.3% e nel 60,9% dei casi. Sono queste le famiglie che hanno il più alto tasso di possesso di connessione a banda larga (41%), mentre per loro il telefono cellulare ha raggiunto i livelli di diffusione della televisione (99,6%). Molto diffusi anche il lettore dvd (84,5%), il videoregistratore (74,7%), la videocamera (47,5%) e la consolle per videogiochi (42,7%). Sull'altro versante, le famiglie più escluse dalla tecnologia sono quelle formate da sole persone di 65 anni e oltre: appena il 7,1% di esse possiede il personal computer, soltanto il 5,5% ha l'accesso ad Internet ed è quasi del tutto inesistente la diffusione di connessioni a banda larga (3,5%). Il divario fra le due tipologie si è ridotto solo rispetto al cellulare, che fra le famiglie di soli anziani arriva al 58,1%, mentre aumenta il divario nel possesso di beni quali decoder digitale, antenna parabolica, accesso a Internet, connessione a banda larga, videocamera e lettore dvd.

C'è poi il divario tecnologico fra Nord e Sud, in aumento. Sono le famiglie del Centro e del Nord a possedere le quote più elevate di beni tecnologici. Il personal computer, ad esempio, è diffuso in uguale misura al Centro e nel Nord (oltre il 52%) e meno nel Sud (44,9%). Inoltre, nel Centro-nord si riscontra la quota più alta di famiglie con accesso ad Internet (circa il 45%) e alla connessione a banda larga (circa il 30%), mentre nel Sud e nelle Isole le quote scendono rispettivamente al 35% e al 21% circa. Aumenta la distanza nel possesso del personal computer, dell'accesso a Internet, della connessione a banda larga.

Il 49,9% delle famiglie italiane non possiede un personal computer e il 58% non accede a Internet da casa. Fra le ragioni del mancato accesso a Internet, aumenta rispetto agli anni passati l'indicazione da parte degli intervistati della mancanza di capacità, segnalata nel 40,6% dei casi. Per l'Istat, dunque, il fenomeno del mancato accesso a Internet da casa dipende solo in misura ridotta da un problema di costo: "Si tratta in primo luogo di un problema culturale in quanto molte famiglie, pur riconoscendone l'utilità, non sono in grado di utilizzarlo".

L'Italia è ancora indietro rispetto all'Europa. Considerando la percentuale di famiglie con almeno un componente tra i 16 e i 64 anni che possiedono un accesso ad Internet da casa, rileva l'Istat, l'Italia è indietro rispetto a molti dei paesi della Comunità europea, risultando quartultima in graduatoria (con un tasso di penetrazione del 42% rispetto alla media europea del 60%). Un altro indicatore del digital divide è dato dalle famiglie con almeno un componente tra i 16 e i 64 anni che possiedono un accesso ad Internet da casa mediante banda larga: anche in questo caso l'Italia si colloca solo al ventesimo posto con un tasso di penetrazione del 31% rispetto alla media europea del 48%.

Nell'uso delle nuove tecnologie pesano inoltre differenze generazionali. Il picco dell'uso del personal computer si ha infatti fra i 15 e i 19 anni (oltre l'80%) e per Internet fra i 15 e 24 anni (oltre il 71%) mentre l'uso diventa più contenuto al salire dell'età. Ci sono anche differenze di genere: dichiarano, infatti, di utilizzare il personal computer il 50,4% degli uomini a fronte del 39,7% delle donne. Navigano in Internet il 45,8% degli uomini e il 35% delle donne. Ma fino a 34 anni le differenze di genere sono molto contenute e tra i 18-19 anni c'è invece il sorpasso femminile, mentre la differenza di genere si accentua a partire dai 35 anni a favore degli uomini e raggiunge il massimo tra le persone di 45-64 anni.

Cinque milioni. Tante saranno le famiglie che potranno usufruire del bonus elettrico. La stima è del Ministro Scajola che oggi ha presentato, con la collaborazione dell'Autorità dell'Energia Elettrica ed il gas (che ha definito le modalità applicative) e l'Anci, gli ultimi dettagli del bonus. Si tratta di un "aiuto" in bolletta a favore delle famiglie disagiate, quelle numerose e degli ammalati, una aiuto che varia a seconda del reddito familiare e che può arrivare fino ai 150 euro annui. "Avevamo promesso di agire per le categorie in difficoltà - ha spiegato Scajola - Il bonus è uno di questi strumenti al quale si aggiungerà entro l'estate il bonus gas che verrà erogato attraverso le stesse modalità. Sommando i diversi bonus, quello sociale, quello elettrico e si spera quello del gas, le famiglie a basso reddito potranno contare su aiuto complessivo annuo di 1400 euro".

Ma come si accede a questo bonus? "Non in maniera automatica - ha spiegato il Ministro - perché è necessario verificare il titolo di diritto ma attraverso una semplice domanda da presentare al proprio Comune di residenza. I Comuni, attraverso un software, saranno in grado di verificare immediatamente se si ha diritto o meno al bonus".

Ma facciamo chiarezza. Innanzitutto il bonus elettrico è retroattivo per il 2008 ciò significa che a partire dal 16 marzo e fino al 30 aprile (per ottenere il bonus relativo alle fatturazioni del 2008) le famiglie a basso reddito (con un ISEE fino a 7500 euro), le famiglie numerose (con quattro e più figli a carico con un ISEE fino a 20 mila euro) nonché gli ammalati che utilizzano macchinari elettromedicali possono fare richiesta del bonus presentando (in prima persona o attraverso un proprio delegato) la domanda al Comune di residenza. Se in possesso dei requisiti verrà erogato il bonus che va dai 60 ai 150 euro all'anno (dipende dal reddito). Per l'anno 2009, la domanda va presentata a partire sempre dal 16 marzo ma non c'è una scadenza nel senso che il bonus ha validità di 12 mesi a partire dalla data della presentazione della domanda e viene erogato non una tantum bensì spalmato sulle sei bollette.

Il bonus - ha spiegato Alessandro Ortis, presidente dell'Autorità per l'Energia Elettrica ed il gas - non costituisce vincolo di fedeltà a quel determinato gestore dal momento che non è l'Azienda che lo eroga, cioè il destinatario del bonus può in qualsiasi momento cambiare fornitore qualora si presenti un'offerta per lui più vantaggiosa. Il bonus non fidelizza il cliente, insomma. Abbiamo messo a punto un sistema di solidarietà che non discrimina nessun consumatore di energia elettrica in grado, cioè, di aiutare le famiglie bisognose ma pensando in modo del tutto marginale sulle molte altre famiglie e sulla totalità delle Aziende".

Cosa accade se le condizioni familiari si modificano dopo la presentazione della domanda? "Nessun problema - continua Ortis - Abbiamo predisposto una procedura semplice e adattabile flessibilmente al mutare delle situazioni familiari dei beneficiari".

Torna sui binari il Treno Verde, la campagna di Legambiente e Ferrovie dello Stato, che misura l'inquinamento atmosferico e acustico delle città italiane, portando a bordo della vettura tante informazioni sulla mobilità sostenibile, sull'energia rinnovabile, sul risparmio energetico e soprattutto sulle scelte responsabili e sulla gestione dei rifiuti.

"Quest'anno il Treno Verde è alla sua ventesima edizione e si presenta particolarmente ricco di connessioni con i maggiori problemi del Paese e tutto proiettato verso il traguardo del taglio delle emissioni di CO2" ha dichiarato Vittorio Cogliati Dezza, presidente di Legambiente, in occasione della conferenza stampa di lancio della campagna che si è svolta oggi presso la stazione Termini di Roma.

Il Treno Verde è accompagnato dalla campagna Mal'aria di città, che ogni anno misura il PM10, la quantità di polveri sottili, nell'aria delle maggiori città d'Italia. "La classifica di quest'anno si presenta identica a quella dello scorso anno con l'aggravante delle piogge copiose di quest'inverno - ha detto Cogliati Dezza - Le piogge, infatti, contribuiscono ad abbassare l'inquinamento, che dunque quest'anno è stato maggiore".

Si confermano quindi al primo posto della classifica delle città inquinate Torino e Frosinone, che al 22 febbraio 2009, quindi ancora prima dello scadere dei primi due mesi dell'anno, hanno già esaurito il bonus dei 35 giorni di superamento del limite medio giornaliero consentito di 50 microgrammi/metro cubo previsto dalla legge. Quarantuno giorni di superamento per Torino e Frosinone, 38 per Brescia, Sondrio e Alessandria, 35 per Milano.

Oltre il 70% delle città che hanno registrato più di 20 giorni di superamento appartengono alle regioni dell'area padana, ma anche grandi città del centro-sud si attestano tra le prime posizioni; ad esempio Napoli con 30 giorni e Firenze con 24. Roma, aiutata dalle abbondanti piogge, ha diminuito drasticamente la concentrazione di polveri sottili nell'aria, superando il limite solo 17 giorni, al 22 febbraio.

"Purtroppo - ha specificato il presidente di Legambiente - il traffico veicolare resta il maggior responsabile e quanto emerso dal dossier dimostra che le misure adottate dalle amministrazioni locali non sono state sufficienti per affrontare concretamente il problema dell'inquinamento atmosferico e le possibili alternative alla mobilità privata su strada, in un Paese che vanta un'altissima media di automobili in circolazione: 62 su 100 abitanti".

Che fare allora? Secondo Vittorio Cogliati Dezza i punti prioritari su cui intervenire sono 3: la cura del ferro, azioni sul pendolarismo e politiche locali di trasporto sostenibile, di cui l'Ecopass di Milano è un esempio. "Gli interventi che proponiamo con la nostra campagna sono tutti interventi anticrisi: si possono mettere in atto da subito perché sono a costo zero e non hanno bisogno di investimenti".

"Anche quest'anno abbiamo avviato una bella collaborazione con Legambiente per offrire ai cittadini un termometro della salute e del clima delle grandi città" ha detto Mauro Moretti, amministratore delegato Ferrovie dello Stato, intervenendo alla conferenza stampa di oggi. Durante la conferenza è apparsa evidente l'importanza del treno, come mezzo di trasporto alternativo all'automobile e come strumento di riduzione dell'inquinamento.

"Soltanto nel trasporto regionale - ha dichiarato Moretti - nel 2008, un milione e 680mila viaggiatori al giorno hanno scelto il treno sottraendo alla strada 65mila automobili in più rispetto al 2007. Un risparmio di 27mila tonnellate di CO2 a cui si aggiungono i benefici che è in grado di produrre l'Alta Velocità. Infatti, a soli due mesi dall'attivazione della nuova linea Milano - Bologna oltre 2 milioni di italiani hanno viaggiato sul Frecciarossa. In molti hanno abbandonato l'aereo o l'auto preferendo il treno, e la loro scelta virtuosa vale, potenzialmente, 6mila tonnellate di anidride carbonica in meno. E a dicembre - ha annunciato l'ad FS - con l'apertura della Bologna - Firenze, e della Milano - Novara si completerà il sistema AV/AC da Torino fino a Salerno e la distanza tra Roma e Milano sarà coperta in sole tre ore. Il treno è destinato a crescere ancora".

Il Treno Verde farà tappa in sette città: partirà da Napoli per poi spostarsi a Taranto e risalire la penisola passando per Pescara, Verona, Alessandria, La Spezia e Firenze. Più di un mese di viaggio per monitorare la qualità dell'aria e il rumore ma anche per informare e sensibilizzare i cittadini sulle tematiche ambientali, raccogliendo la grande sfida ambientale contro i mutamenti climatici.

Per ogni tappa il Treno Verde effettuerà il monitoraggio sulla qualità dell'aria e i livelli di rumore attraverso le rilevazioni condotte dal Laboratorio mobile dell'Istituto sperimentale di RFI (Rete Ferroviaria Italiana), la società dell'infrastruttura del Gruppo Ferrovie dello Stato, mentre per il primo anno l'equipaggio del Treno Verde con l'ausilio di attrezzature scientifiche, fornite da Con.tec, effettuerà monitoraggi che forniranno ulteriori indicazioni sulla concentrazione delle polveri sottili anche in altre zone.

Nelle tre carrozze del Treno Verde i visitatori potranno saperne di più sulle problematiche legate ai mutamenti del clima e l'uso consapevole dell'energia e attraverso una mostra interattiva potranno testare i modi migliori per risparmiarla.

La prima carrozza è dedicata alla mobilità e a come può diventare sostenibile puntando sul trasporto pubblico e in particolare su ferro o su scelte di modelli particolarmente sostenibili. Grazie a un percorso articolato che va dal "pensare globale" all'"agire locale", nella seconda carrozza si spiega il meccanismo dell'effetto serra e i vantaggi delle energie rinnovabili, temi che conducono alla terza carrozza a bordo della quale si potranno scoprire le opportunità e le novità per risparmiare energia, eliminare gli sprechi e differenziare i nostri rifiuti smaltendoli correttamente, contribuendo alla salvaguardia dell'ambiente.

Tra le grandi novità di quest'anno a bordo del Treno Verde c'è Remedia, il principale sistema collettivo italiano multi-settore per la gestione eco-sostenibile dei rifiuti di apparecchiature elettriche e elettroniche (RAEE) che presenta Remigia, la locomotiva del riciclo per spiegare ai cittadini, grandi e piccoli, come si raccolgono, smistano e recuperano i RAEE. A bordo del convoglio di Legambiente ci sarà spazio anche per gli incontri e le conferenze organizzate per affrontare a livello territoriale i problemi legati al traffico e all'emergenza smog e per spronare gli amministratori a trovare soluzioni concrete, efficaci e continuative in tema di mobilità sostenibile, risparmio energetico e riduzione dell'inquinamento.

 

Se non è indispensabile in sede giudiziaria, non si può effettuare il test sulla paternità e maternità senza il consenso del figlio. Il principio è stato ribadito dal Garante privacy affrontando il caso di un genitore, il quale, nell'ambito di indagini avviate per verificare l'effettiva consanguineità, aveva effettuato un'analisi genetica ad insaputa del figlio. L'Autorità ha ritenuto violati i diritti del figlio e ha vietato al genitore e al suo legale l'ulteriore trattamento dei dati genetici illecitamente raccolti. "Il test di paternità senza consenso del figlio è possibile in sede giudiziaria solo se indispensabile e svolto nel rispetto delle regole", ha affermato Giuseppe Fortunato, relatore del provvedimento.

Su incarico del legale del genitore, un'agenzia di investigazioni aveva infatti raccolto due mozziconi di sigaretta gettati dal figlio maggiorenne. I campioni organici rilevati erano poi stati sottoposti, in segreto e senza informare l'interessato, a test per appurare la compatibilità genetica tra figlio e genitore. Venuto a conoscenza del fatto al momento della richiesta di disconoscimento di paternità presentata dal padre in tribunale, il figlio si era rivolto al Garante. La società d'investigazione e l'avvocato si erano difesi affermando che la legge garantirebbe la possibilità di effettuare analisi genetiche senza richiedere il consenso dell'interessato, qualora si tratti di difendere o far valere un diritto in sede giudiziaria. L'Autorità ha ritenuto invece violati i diritti del figlio e ha vietato al genitore e al suo legale l'ulteriore trattamento dei dati genetici illecitamente raccolti.

Il Garante ha innanzitutto ricordato che la raccolta e il trattamento dei dati genetici può avvenire esclusivamente con il consenso informato, "manifestato previamente e per iscritto", dell'interessato. Si può derogare all'obbligo del previo consenso per far valere o difendere un proprio diritto in sede giudiziaria, ma solo nel caso in cui l'accertamento sia assolutamente "indispensabile" e venga svolto nel rispetto delle regole fissate dal Garante. In particolare, l'obbligo di sottoporre all'interessato una specifica informativa nel caso in cui l'analisi dei suoi dati genetici sia volta ad accertare la maternità o paternità.


 

Un decreto pubblicato nella Gazzetta Ufficiale dell'11 febbraio 2009 definisce gli standard minimi dei servizi che gli alberghi devono fornire sul territorio nazionale. Tra gli obiettivi, offrire un più alto livello di tutela ai turisti, assicurare maggiore competitività all'offerta turistica e promuoverne un'immagine unitaria. Il decreto, emanato dal Dipartimento per lo sviluppo e la competitività del turismo, indica le dotazioni per la classificazione degli alberghi, basata su un codice rappresentato da un numero di stelle crescente; le regioni e le province autonome, nelle norme di recepimento, possono introdurre miglioramenti o applicare caratteristiche più aderenti alle specificità climatiche o culturali dei loro territori. Gli standard minimi sono definiti in relazione all'apertura di nuovi alberghi o alla ristrutturazione di quelli già esistenti.

Le stelle indicano un insieme di servizi garantiti dall'albergatore per una certa struttura. In aggiunta a ciò, al fine di assicurare una maggiore tutela del turista, il decreto istituisce un sistema di rating che consentirà la misurazione e la valutazione della qualità del servizio reso ai clienti. A tale sistema aderiscono, su base volontaria, i singoli alberghi.

In un albergo ad 1 stella il ricevimento è assicurato 12 ore su 24, la pulizia delle camere una volta al giorno, le dimensioni minime della camera doppia sono di 14 metri quadri, il cambio della biancheria da camera è previsto una volta alla settimana.

In quello a 2 stelle ci dovrà essere anche l'ascensore e il cambio della biancheria da camera avviene due volte a settimana.

Le 3 stelle richiedono, tra l'altro, un servizio bar, la conoscenza di una lingua straniera da parte della reception (aperta almeno per 16 ore), divise per il personale, servizio internet e tutte le camere dotate di bagno privato.

Gli alberghi a 4 stelle devono offrire, oltre al servizio di pulizia giornaliero della camera, anche un riassetto pomeridiano e il cambio della biancheria ogni giorno, salvo diverse scelte del cliente a tutela dell'ambiente; servizio di lavaggio e stiratura della biancheria dei clienti, parcheggio per almeno il 50% delle camere, camere doppie di almeno 15 metri quadrati e bagno di 4.

Le 5 stelle garantiscono un servizio di ricevimento aperto 24 ore su 24 e tre lingue straniere da parte degli addetti; le camere singole devono avere una dimensione minima di 9 metri quadrati e le doppie di 16.

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