Sono frequenti i casi di compagnie di assicurazione con sede legale in altri paesi, che esercitano l'attività assicurativa in Italia, pur non essendo autorizzate. L'Isvap, l'Istituto di Vigilanza sulle Assicurazioni Private e di Interesse collettivo, nella tutela dei cittadini, segnala puntualmente queste compagnie fantasma; ora arriva una sentenza del Tar che mette un freno a questo fenomeno.

La sentenza precisa che le compagnie di assicurazione straniere coinvolte nelle trattative per la stipula di un contratto di assicurazione in Italia, se i beneficiari finali delle prestazioni assicurative si trovano in territorio italiano, devono essere iscritte all'albo professionale dei mediatori assicurativi. In caso contrario incorrono nella sanzione irrogata dall'Isvap.

 

188 mila acquisti per un valore di 77 milioni di euro: già un quarto delle risorse stanziate per gli incentivi sono andate esaurite. Il primato di richiesta va agli sconti per le connessioni a banda larga, seguiti dagli elettrodomestici. Nella prima settimana di lancio degli incentivi, rende noto Confcommercio, sono stati effettuati acquisti per un valore di 77 milioni di euro e sono state 650.000 le chiamate arrivate ai call center di Poste Italiane dal 15 aprile da parte di cittadini e negozianti interessati alla campagna per gli incentivi al consumo promossa dal Ministero dello Sviluppo economico.

Nel campo degli sconti per la connessione alla banda larga sono state registrate finora 58 mila prenotazioni. 31 mila gli acquisti di lavastoviglie, 28 mila quelli di cucine componibili, mentre per motocicli fino a 400 cc o fino a 70 kw 'euro3' sono state fatte circa 20 mila prenotazioni. Acquistati anche 18 mila piani cottura e forni elettrici, e prenotate 10 mila cucine a gas.

Il credito al consumo è attualmente sotto i riflettori della Banca d'Italia e dell'Antitrust. Ma chi si rivolge al credito al consumo? Quanti sono gli italiani che lo utilizzano? Per quali motivi e per quali importi? Con quale frequenza? Quali sono i problemi maggiormente riscontrati? Quali sono le modalità di credito più richieste (prestito personale, presso il punto vendita, carta di credito revolving, cessione del quinto, ecc.)?

Per tracciare il profilo dei cittadini che ricorrono al credito al consumo, Consumers' Forum ha commissionato a 5 associazioni dei consumatori (Adoc, Assoutenti, Cittadinanzattiva, Confconsumatori, Federconsumatori), un'analisi che verrà presentata al CNEL martedì 27 aprile durante il convegno "Indagine sul credito al consumo: prospettive, normative e tutela del consumatore".

All'incontro, oltre a Bankitalia e Antitrust, parteciperanno i rappresentanti delle imprese, delle associazioni dei consumatori e delle istituzioni. Si discuterà del mercato del credito al consumo e dei vantaggi e dei limiti per i consumatori del fenomeno che interessa sempre più famiglie italiane.

Energia Tutto Compreso, l'offerta di Enel Energia dedicata alle famiglie che prevede un prezzo fisso e invariabile per un anno comprensivo di tutte le voci della bolletta (IVA e imposte escluse), diventa la prima offerta a livello nazionale completamente "eco-sostenibile".

Grazie a una procedura operativa di gestione dell'approvvigionamento da impianti rinnovabili sviluppata e certificata da Enel Energia in collaborazione con un Ente certificatore, infatti, chi sottoscriverà Energia Tutto Compreso Green - così si chiama la nuova offerta - saprà che l'energia proviene interamente da fonti rinnovabili. Anche la CO2 prodotta con l'emissione della bolletta e dagli impianti di generazione verrà compensata tramite un sistema di abbattimento delle emissioni.

Il Governatore Mario Draghi ha firmato una comunicazione di vigilanza, in aggiunta agli interventi di vigilanza già adottati nei confronti dei singoli intermediari, per richiamare "l'attenzione di tutti gli operatori" che operano nel settore delle carte di credito a rimborso rateale "sulla necessità di una scrupolosa e non formale applicazione della normativa e - più in generale - di comportamenti improntati a criteri di massima trasparenza e correttezza nei rapporti con la clientela".

Il Governatore ha individuato alcune anomalie ed ha raccomandato agli intermediari i comportamenti da assumere che devono essere improntati a canoni di massima trasparenza e correttezza sostanziale. Questo obiettivo va perseguito - secondo Draghi - non solo attraverso la predisposizione di contratti e di documenti di trasparenza (fogli informativi, etc) redatti in modo chiaro ma anche attraverso presidi organizzativi.

L'Autorità per le garanzie nelle comunicazioni ha proposto una serie di misure per avere indennizzi definiti e veloci per gli utenti di tlc: indennizzi minimi e un accredito automatico in fattura per la sospensione del servizio di telefonia o Adsl.

L'Autorità ha indetto una consultazione pubblica riguardante la misura minima degli indennizzi che gli operatori di comunicazioni elettroniche devono corrispondere agli utenti che lamentano un disservizio. Così, "oltre all'indicazione dell'importo delle somme stabilite per le varie fattispecie, lo schema di provvedimento contiene anche la proposta di indennizzo automatico, mediante accredito nella successiva fattura, per la sospensione illegittima e la ritardata attivazione dei servizi di base, ad esempio del servizio di telefonia o ADSL. Tra le novità, inoltre, l'introduzione di una misura minima di indennizzo con riferimento ad alcune ipotesi quali l'attivazione di servizi accessori o profili tariffari non richiesti e la perdita del numero". Le proposte sono state presentate oggi alle associazioni dei consumatori che faranno arrivare all'Autorità i loro commenti.

Qualche esempio? Per l'omessa o ritardata attivazione del servizio, si prevede un indennizzo di 7,50 euro per ogni giorno di ritardo; per la sospensione o cessazione del servizio, 10 euro per ogni giorno di sospensione per un minimo di 100 euro; per il malfunzionamento, 5 euro per ogni giorno di interruzione; per l'omessa o ritardata portabilità del numero, 5 euro per ogni giorno di ritardo; per l'attivazione di servizi accessori o profili tariffari non richiesti, 1 euro per ogni giorno di attivazione, da un minimo di 50 euro fino a 300 euro. Tutto questo, con indennizzi che aumentano per le utenze "affari" e diminuiscono se i servizi sono "accessori".

L'impegno delle grandi marche nel sociale è diventato un fondamentale criterio di selezione per i consumatori italiani che al momento dell'acquisto a parità di prezzo e qualità, nella grande totalità dei casi scelgono prodotti di aziende socialmente impegnate (10% in più della media Ue). Inoltre, la buona reputazione di un marchio condiziona più del 60% delle scelte d'acquisto e l'impegno nelle buone cause è diventato ormai un fondamentale valore aggiunto per i consumatori, al punto tale che la responsabilità sociale è a tutti gli effetti parte integrante delle strategie di business di numerosi marchi.

Sono queste le principali novità emerse dall'indagine annuale di Edelman Goodpurpose presentata oggi nel corso del convegno 'La Marca alla sfida dello sviluppo responsabile: tra obiettivi di crescita e istanze sociali' promosso da Centromarca. Fin dall'introduzione di Rossella Saoncella, direttore generale di Granarolo e consigliere di Centromarca, è apparso evidente che il concetto di sostenibilità è entrato ormai a far parte integrante dell'orientamento strategico di molte aziende.

Secondo i risultati della terza edizione dell'indagine condotta da Edelman Goodpurpose sulle abitudini di acquisto presentata oggi in anteprima, anche se gli effetti della crisi economica mondiale si fanno sentire, i consumatori chiedono sempre di più alle aziende, ai marchi e a se stessi un forte impegno nel sociale. Il sondaggio, che ha coinvolto 6mila persone in 10 Paesi, ha rivelato infatti che il 63% dei consumatori italiani, a parità di prezzo e qualità, sceglie marche che sono socialmente impegnate, valore nettamente superiore a quello medio nella UE, e che la buona reputazione di un marchio conta 'sempre' e 'quasi sempre' in oltre il 60% delle scelte d'acquisto.

Interessante anche la classifica dei 'temi' di carattere sociale che interessano personalmente gli italiani e che vede al primo posto la 'protezione dell'ambiente' (84%), seguita dalla 'comprensione e rispetto delle altre culture' (76%), mentre la lotta contro la 'povertà' e quella contro 'pandemie e malattie' si colloca invece agli ultimi gradini della graduatoria, diversamente dalla media UE.

"I risultati dello studio indicano che le marche continueranno a trarre vantaggio dall'impegno concreto nel campo sociale, non solo perché questo rende i clienti più fedeli e motivati, ma soprattutto perché, come dimostra la ricerca, la grande maggioranza degli intervistati consiglierebbe ad altri una marca impegnata in una buona causa", ha detto Luigi Bordoni, presidente di Centromarca, sottolineando come dall'indagine emerge chiaramente che due intervistati su tre si dichiarano disposti a passare a un altro brand di qualità analoga, se questo supporta una buona causa.

La responsabilità sociale è dunque sempre più parte integrante delle strategie di business di numerose marche, contribuisce ad aprire nuovi mercati e a migliorare fidelizzazione e reputazione presso i consumatori. Il maggior impegno è percepito infatti proprio dal mercato che ritiene nel 30% dei casi le marche 'molto' o 'abbastanza impegnate' e solo nel 9% dei casi 'per niente'.

"In Italia, trasparenza e l'onestà sono giudicati i fattori più importanti persino più dell'offerta di prodotti o servizi di alta qualità - ha proseguito il presidente di Centromarca - così come è considerato molto importante trattare bene i dipendenti e anche la partnership con le organizzazioni no profit aumenta la fiducia nella marca".

“Comunicare l’Industria di Marca. Tra obiettivi di crescita e istanze sociali. La Marca alla sfida dello sviluppo responsabile”: questo il tema del seminario organizzato da Centromarca che si svolgerà domani a Milano, a partire dalle 9.30, presso il Centro Svizzero di via Palestro. Saranno analizzati da un pool di esperti e rappresentanti di aziende diversi temi fra i quali l’evoluzione del rapporto tra impresa e cittadino, la sostenibilità come metro di comunicazione, opportunità e vincoli per l’industria di marca. Le conclusioni sono affidate al presidente di Centromarca Luigi Bordoni.

Il bilancio delle vendite dirette a domicilio, in un contesto che parla di generale flessione delle vendite al dettaglio, va in controtendenza e segnala nel 2009 un aumento del 4,3% rispetto all'anno precedente, con un fatturato che si attesta a 1miliardo 438 milioni di euro. È quanto comunica Avedisco, l'Associazione vendite dirette servizio consumatori, che rappresenta le più importanti realtà industriali e commerciali, sia italiane sia internazionali, che utilizzano la vendita diretta a domicilio per la distribuzione dei loro prodotti e servizi. Attualmente, sono 38 le aziende associate.

"Un dato molto lusinghiero - commenta Luca Pozzoli, presidente di Avedisco -, raggiunto in un anno in cui tutti gli indicatori economici sono stati negativi a causa della pesante crisi, che conferma la validità, l'attualità e la vitalità della vendita diretta a domicilio".

Nel dettaglio, il settore più dinamico è stato "l'alimentare/nutrizionale" con una crescita del 12,8%, seguito dai "beni durevoli casa" (+5%), dal comparto "cosmesi e accessori moda" (+3,7%) e dei "servizi" (+2,9%). Invariato il comparto dei "beni di consumo casa", mentre il "tessile" ha registrato una flessione del 4,9%, seguito dalla categoria "altro" (-10,6%). Settore trainante della vendita a domicilio si conferma quello dei "beni durevoli casa", con una quota di mercato pari al 46% del totale.

È stato convocato per il pomeriggio di mercoledì 21 aprile il tavolo di confronto sui carburanti, dove verrà presentata la proposta di accordo del Governo sulla riforma della rete di distribuzione e dei meccanismi di prezzo dei carburanti. È quanto ha reso noto il Ministero dello Sviluppo economico, annunciando che la proposta "tiene conto delle consultazioni dei mesi scorsi con le Regioni e con le categorie dell'industria petrolifera, della distribuzione e dei consumatori".

"C'è tempo fino al 30 aprile per le famiglie in difficoltà economica o numerose per fare richiesta anche del bonus gas retroattivo fino a tutto il 2009. Poi, dal mese di maggio, si potrà fare la richiesta del bonus gas per i dodici mesi successivi alla presentazione della domanda": è quanto rende noto oggi l'Autorità per l'energia elettrica e il gas, che ricorda come per richiede il bonus occorra compilare gli appositi moduli e consegnarli al proprio Comune di residenza o presso altro istituto designato dallo stesso Comune (ad esempio i Centri di Assistenza Fiscale CAF). I moduli sono reperibili presso i Comuni e sui siti internet dell'Autorità per l'energia, del Ministero dello Sviluppo Economico e dell'ANCI.

In soli quattro mesi dall'attivazione già 300 mila famiglie hanno richiesto il bonus gas che è cumulabile al bonus elettrico. Il bonus gas annuale per il 2010 può variare da un minimo di 26 ad un massimo di 164 euro per le famiglie fino a quattro componenti e fino a 236 euro per le famiglie numerose (più di 4 componenti), a seconda del tipo di consumo e dell'area climatica di residenza. Per informazioni si può chiamare lo Sportello del Consumatore al numero 800.166.654.

Il bonus consente uno sconto annuo del 15% circa, al netto da imposte, sulla bolletta del gas naturale e vale esclusivamente per il gas metano distribuito a rete (e non per il gas in bombola o per il GPL), per i consumi nell'abitazione di residenza. Hanno diritto al bonus tutti i clienti domestici con un contratto di fornitura diretto o condominiale, se in presenza di un indicatore ISEE non superiore a 7.500 euro, o non superiore a 20.000 euro nel caso di famiglie numerose (cioè con più di 3 figli a carico). L'entità del bonus varia a seconda della tipologia di uso, del numero di persone residenti nella stessa abitazione e delle aree climatiche che tengono conto, per i diversi comuni italiani, delle specifiche esigenze di riscaldamento.

E' stato approvato dal Consiglio dei Ministri, riunitosi oggi a Palazzo Chigi, lo schema di regolamento sul telemarketing proposto dal Ministro dello Sviluppo Economico, Claudio Scajola. Verrà istituito, dunque, il registro pubblico delle opposizioni: gli abbonati potranno chiedere, gratuitamente e secondo modalità semplificate (compilazione del modulo elettronico, chiamata, posta elettronica, raccomandata o fax), che il proprio numero telefonico sia iscritto nel registro se non desiderano ricevere chiamate con finalità promozionali, dirette all'invio di materiale pubblicitario o di vendita diretta o per il compimento di ricerche di mercato o di comunicazione commerciale.

"Abbiamo trovato un punto di equilibrio tra le esigenze degli abbonati telefonici che non vogliono essere contattati e quelle delle imprese che così potranno utilizzare con maggiore efficacia gli strumenti del telemarketing in un quadro di certezze e di concorrenza, che stimolerà la competitività", ha commentato il Ministro Claudio Scajola. Il Ministero dello Sviluppo Economico, in collaborazione con il Consiglio Nazionale Consumatori e Utenti-CNCU, promuoverà una campagna di informazione per gli abbonati telefonici per favorire la conoscenza delle nuove disposizioni e dei loro diritti.

Lo schema di regolamento verrà sottoposto al parere del Consiglio di Stato e delle Commissioni parlamentari nonché, per i profili di competenza, dell'Autorità per le garanzie nelle comunicazioni e del Garante per la protezione dei dati personali. L'iter dovrà concludersi entro il 25 maggio.

Nel primo giorno di incentivi, partiti ieri, sono stati prenotati 24 mila acquisti per circa 21,5 milioni di euro, con un boom di telefonate ai call center - circa 100 mila - e qualche disagio di intasamento delle linee. È quanto ha comunicato il Ministero dello sviluppo economico che parla di "boom di prenotazioni e richieste di informazioni sugli incentivi nella prima giornata di utilizzo". Ieri sono stati più di centomila i contatti telefonici dei Call Center predisposti da Poste Italiane per prenotare gli acquisti incentivati e informare cittadini, imprese e rivenditori sulle modalità di concessione degli incentivi.

"L'altissimo numero di telefonate - informa il Ministero - ha provocato qualche comprensibile intasamento ma secondo i gestori, dopo una prima fase di assestamento, il sistema di prenotazione sarà in grado di soddisfare le richieste in tempo reale, come avvenuto la settimana scorsa per la registrazione dei rivenditori". I numeri dell'avvio dicono che sono stati prenotati circa 24 mila incentivi, per 21,5 milioni di euro, pari a circa il 7% dei fondi (300 milioni di euro) disponibili. "I settori che hanno avuto maggior successo - scrive il MSE - sono i motocicli (7.500 prenotazioni, 30% dei contributi totali), gli elettrodomestici (8.300 prenotazioni, 1,5% dei contributi) e le cucine componibili (4.500 prenotazioni, 5,5% dei contributi). Anche gli abbonamenti a internet veloce per i giovani dai 18 ai 30 anni hanno avuto un immediato riscontro: sono stati prenotati 2.565 abbonamenti (sui 400mila contributi totali)".

Più controlli che si concentreranno sulla corretta applicazione delle tariffe di energia elettrica e gas, sulla qualità del servizio, sul rispetto delle norme per la sicurezza e il pronto intervento gas e sulla "Robin Hood Tax", ovvero la vigilanza sul divieto di trasferire l'addizionale Ires prevista per il settore elettrico e petrolifero sui prezzi a carico dei consumatori: questi gli interventi previsti dall'Autorità per l'energia elettrica e il gas e dal Comando Reparti Speciali della Guardia di Finanza.

Saranno dunque intensificate le attività di vigilanza e controllo nei mercati dell'energia elettrica e del gas, a favore di una rafforzata tutela dei consumatori e degli operatori del settore: è quanto stabilito dall'Autorità e dalle Fiamme Gialle con il Piano degli accertamenti programmati per il periodo aprile 2010 - marzo 2011, che prevede 132 verifiche ispettive a fronte delle 104 effettuate nell'ambito del programma annuale precedente. Il piano, annunciato in un incontro alla presenza del Comandante, Gen. C.A. Francesco Saverio Polella, e del Presidente dell'Autorità, Alessandro Ortis, prevede un aumento del 27% degli accertamenti svolti in collaborazione fra AEEG e Guardia di Finanza.

"Negli ultimi anni, - informa una nota stampa congiunta - le verifiche ispettive hanno registrato un progressivo incremento, aumentando da 58 del 2004 a 104 nel 2009 (+79%). Nel periodo 1 aprile 2009 - 31 marzo 2010 sono state effettuate dall'Autorità 116 verifiche ispettive, di cui 104 in collaborazione con le Unità Speciali della Guardia di Finanza".

In Italia "la ripresa economica è ancora debole", i consumi ristagnano, la fiducia dei consumatori torna a scendere, c'è una ulteriore contrazione degli investimenti e le imprese continuano a segnalare difficoltà di accesso al credito. È quanto rileva il Bollettino Economico della Banca d'Italia. "I consumi delle famiglie - si legge nel Bollettino - hanno ristagnato nel quarto trimestre del 2009, dopo essere cresciuti di oltre mezzo punto percentuale in quello precedente. La contrazione degli acquisti di beni semidurevoli (-2,2 per cento sul trimestre precedente) e durevoli (-1,4 per cento, nonostante lo stimolo proveniente dagli incentivi alla rottamazione scaduti a dicembre) è stata compensata dal rialzo dei consumi di beni non durevoli (0,6 per cento), il primo dopo sei cali consecutivi. La spesa in servizi è rimasta stazionaria. Nel complesso del 2009 la contrazione dei consumi (-1,8 per cento) ha riflesso soprattutto l'andamento del reddito disponibile delle famiglie. Sulla base di un insieme informativo ancora incompleto si stima infatti che in termini reali il reddito disponibile sia sceso di oltre due punti percentuali rispetto al 2008, registrando la seconda flessione annua consecutiva".

"Il clima di fiducia dei consumatori, in progressivo miglioramento nella seconda metà del 2009, è tornato a peggiorare quest'anno, riportandosi, in marzo, sui livelli dello scorso giugno", rileva ancora il Bollettino. Inoltre, "nel quarto trimestre del 2009, il debito delle famiglie in rapporto al reddito disponibile è lievemente salito, al 60 per cento. L'incremento ha riflesso prevalentemente l'aumento dei prestiti bancari a medio e a lungo termine e la riduzione del reddito disponibile. Il livello dell'indebitamento rimane comunque nettamente inferiore a quello medio dell'area dell'euro (prossimo al 95 per cento a settembre del 2009)".

 

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