Aumentano in Italia le richieste di finanziamento sospette di frode, con un percentuale pari al 40% nel 2009 e un'incidenza di circa 40 casi sospetti ogni 10 mila. Le frodi creditizie sono sempre più organizzate, e anche se il fenomeno a danni di banche e finanziarie appare contenuto, si segnala soprattutto "l'interesse sempre maggiore dimostrato da parte di gruppi microcriminali organizzati".

È quanto rileva Experian, società che offre informazioni commerciali e servizi d'analisi, per la quale "le segnalazioni di tentativi di frode riconducibili a gruppi di persone che si organizzano a tal proposito è aumentato di circa il 40%, con un'incidenza di circa 40 casi sospetti ogni 10.000, in confronto ai 28 registrati nel corso del 2008. Questi tentativi di frode - afferma la società - vedono più persone scambiarsi e condividere informazioni personali proprie o di terzi (come ad esempio documenti d'identità, conti bancari, indirizzi di residenza o recapiti telefonici), per richiedere finanziamenti poi in capo a terzi ignari o destinati a non essere mai più rimborsati".

Si tratta comunque di casi che possono essere bloccati dai sistemi antifrode che segnalano anomalie nell'uso dei dati personali.

Una nuova indagine Eurobarometro condotta su oltre 30mila cittadini rivela l'atteggiamento degli europei verso il turismo nel 2010: circa l'80% dei cittadini europei continua a recarsi in un altro luogo per trascorrere le vacanze; soltanto il 20% è quasi certo che nel 2010 non si sposterà, mentre nel 2009 la percentuale dei non-viaggiatori era del 33%. Cresce il numero degli europei che preferiscono trascorrere le vacanze in destinazioni turistiche tradizionali (57%), mentre il 28% preferirebbe "uscire dai sentieri battuti" e recarsi verso destinazioni turistiche emergenti. La metà degli intervistati intende trascorrere le vacanze nel proprio Paese o in un altro Paese, ma all'interno dell'Unione Europea.

L'attrattiva locale è il fattore principale nella scelta della destinazione e a seguire ci sono il patrimonio culturale e le possibilità di intrattenimento. La ricerca di "riposo e svago" (37%) è la motivazione principale che spinge a viaggiare, seguita da "sole e spiaggia" (19%) e "visitare amici e parenti" (17%).

Aumenta sempre di più il numero di europei che organizzano le loro vacanze da soli, sono il 58% e i paesi candidati principali sono la Croazia (83%) e la Turchia (82%); la Spagna, che era già la destinazione più popolare nel 2008 e nel 2009, domina anche tra i piani per le vacanze del 2010. Seguono la Francia (9,9%) e l'Italia (9,2%). Tuttavia, il 17% dei cittadini dell'UE che prevede di andare in vacanza nel 2010 non ha ancora deciso la meta. Rispetto allo scorso anno è aumentata di 5 punti la percentuale di europei che ritiene di disporre di un importo sufficiente per fare una vacanza: quest'anno sono quasi la metà.

La "schizofrenia di colori" dei contenitori per i rifiuti penalizza la raccolta differenziata. È quanto evidenzia l'UNI - Ente nazionale italiano di unificazione - che nell'ambito della riunione plenaria annuale del Comitato Tecnico Europeo CEN/TC 183 "Waste management" (competente proprio nella definizione di norme tecniche europee relative alla gestione e raccolta dei rifiuti) a Palermo, "ha avanzato - si legge in una nota - una nuova proposta relativa alla definizione di un modello di elementi visivi che permettano di identificare i rifiuti da parte dei consumatori e degli operatori. E' del tutto evidente, infatti, che con l'introduzione della raccolta differenziata, si sono diffusi schemi, abitudini e contenitori diversi da comune a comune e si rende quindi necessario un sistema che abbini forme, colori e scritte per permettere immediatamente di sapere se il contenitore specifico (ed il relativo servizio di raccolta) è riservato alla carta, o alla plastica, o ad un insieme di più materiali".

Qualche esempio rende bene l'idea della confusione che regna a livello nazionale. Nel contenitore giallo a Milano si gettano plastica e lattine, a Torino e Firenze la carta. Nel blu vanno plastica, lattine e vetro a Roma, mentre a Napoli e a Firenze ci finisce l'indifferenziato. Ancora più complicata la situazione dei rifiuti indifferenziati: a Milano vanno nel nero, a Sassari, Torino e Roma nel verde, a Napoli nel blu, mentre a Bologna vanno nel grigio. Il marrone dovrebbe essere il colore dove finiscono i rifiuti organici ma a Roma, Milano e Bari questo tipo di raccolta neanche esiste mentre a Palermo ci vanno a finire, carta, lattine e vetro.

Poi, per confondere ancora un po', ci sono le diverse tipologie di raccolta: a Roma e Firenze, infatti, plastica e lattine vanno insieme al vetro, che invece a Milano, Napoli e Bari va gettato soltanto nello specifico raccoglitore verde. Il bianco è il colore un po' più condiviso: in genere ci finisce la carta, tranne che a Torino e Firenze, dove il contenitore è giallo, e a Bologna e Bari, dove invece è blu. Per questo, sottolinea l'UNI, "individuare alcuni standard significherebbe rivoluzionare positivamente abitudini italiane ed europee di tutti i giorni".

L'aeroporto Leonardo da Vinci di Fiumicino si è aggiudicato il secondo posto, superato soltanto dall'aeroporto di Las Palmas delle Canarie. Purtroppo, però, non si parla di una classifica di merito, ma della statistica degli aeroporti che accumulano più ritardi nei voli. Dunque, secondo l'Eurocontrol, l'organizzazione europea per la sicurezza del traffico aereo, che ha stilato il Rapporto Annuale, 9 voli su 20, tra gli scali continentali europei dell'aeroporto di Fiumicino, sono in ritardo, con una media di 18,8 minuti.

Rispetto al 2008 la media dei ritardi al decollo nel 2009 è aumentata del 13% per colpa o responsabilità dei servizi delle compagnie aeree e degli handler: fattori che, complice anche il rodaggio della nuova Alitalia (che durante il suo primo ano ha integrato le società per i servizi di terra che facevano capo alla vecchia Alitalia ed a Air One), hanno pesato a Roma più che in tutti gli altri aeroporti ai primi posti per ritardi in partenza.

Le tratte più "ritardatarie" sono quelle per il Sud, in particolare per Bari, Palermo e Catania; ma anche Fiumicino-Malpensa non brilla per puntualità.

 

Sono più di trentamila i medicinali, i cosmetici e gli integratori alimentari di medicina alternativa sequestrati in una vasta operazione internazionale perché prodotti con derivati da piante e animali in via d'estinzione. In oltre 3 mila controlli fatti in Italia nell'ambito dell'operazione Tram (Traditional Medicine), presso le dogane e negli esercizi commerciali, i controlli hanno portato al sequestro di più di 30.000 confezioni di integratori alimentari, cosmetici e prodotti utilizzati nelle medicine alternative orientali ed europee (medicina cinese, ayurvedica tibetana e indiana, fitoterapia tradizionale europea).

È l'esito di una vasta operazione condotta in 18 paesi, mirata a contrastare il traffico di specie protette usate nella medicina alternativa, promossa e coordinata dall'Interpol-Enviromental Crime di Lione e condotta in Italia dai Nuclei e Servizi Cites del Corpo forestale dello Stato in sinergia con il Servizio Antifrode dell'Agenzia delle Dogane e con il supporto del Traffic WWF Italia.

Fra le specie tutelate a livello internazionale, che venivano usate nella preparazione dei prodotti, ci sono tigri, orsi, rinoceronti, squali, e piante tra cui orchidee rare, aloe, ginseng, aucklandia hymalaiana, legno della vita, legno di Agar e il pygeum.

I prodotti sequestrati erano importati direttamente da India, Cina, Taiwan, Honk Kong e Vietnam attraverso i porti di Mestre, Trieste e Napoli e gli aeroporti di Milano, mescolati a partite di erbe e integratori alimentari generici. L'operazione ha portato controlli in migliaia di erboristerie e grossisti, mentre due ditte denunciate e gestite da italiani evadevano i controlli attraverso la triangolazione dei prodotti per la Repubblica di San Marino. Fra i preparati sequestrati, molti erano i prodotti con etichette irregolari, che nascondevano la presenza delle sostanze derivanti da specie protette.

Gli italiani hanno ripreso ad acquistare nei supermercati, che registrano un aumento del 2,2% dei volumi di vendita, a fronte di una politica della grande distribuzione organizzata che tende al contenimento dei prezzi (meno 1% nel VI bimestre 2009 rispetto all'analogo periodo del 2008). Ma attenzione: la spesa è conveniente se ci si tiene alla larga dai surgelati - i surgelati dolci aumentano di oltre l'11%, il pesce naturale del 2,3% - e si punta sui prodotti della dieta mediterranea e in particolare su pasta, olio extravergine di oliva, mozzarelle, che spesso sono vendute in promozione. Questi i dati di Vendite Flash, il bollettino bimestrale di Unioncamere sulle dinamiche dei prodotti di largo consumo confezionato nella grande distribuzione organizzata.

La rilevazione comprende dunque i prezzi dei prodotti di drogheria alimentare, bevande, fresco, freddo, cura della casa, della persona e degli animali. L'andamento complessivo del costo della spesa per l'intero gruppo è di meno 1% nel VI bimestre 2009 rispetto allo stesso periodo del 2008, in linea con il bimestre precedente che aveva mostrato una analoga flessione su base annua.

"Tra i prodotti alimentari, - rileva Unioncamere - quelli del freddo segnano nel VI bimestre una riduzione della caduta del costo della spesa, che passa dal meno 3.7% anno su anno del periodo precedente al meno 1.8% dei mesi più recenti. I contributi più rilevanti rispetto a questa dinamica sono i rincari dei surgelati dolci, che vedono un aumento dei prezzi di oltre l'11%, delle pizze surgelate (più 2.9%) e dei surgelati di pesce (più 2.3%)".

La drogheria alimentare riduce il costo della spesa di meno 2,7%. In questo settore, risultano in aumento (dati VI bimestre 2009 sullo stesso periodo 2008) aromi e spezie a più 9,1% e barrette di cioccolato a più 2,3%, mentre in calo sono latte Uht a meno 4,8%, pasta di semola a meno 9,4% e olio extravergine di oliva a meno 6%.

Il reparto del fresco è quello che presenta la riduzione del costo della spesa più intenso, pari al meno 3.9% tendenziale, dal meno 4% del V bimestre. Fra i prodotti più rappresentativi del reparto che hanno contribuito alla flessione si trovano le mozzarelle (meno 3.8% tendenziale), lo yogurt funzionale (meno 5.2%) e il latte fresco (meno 6.5%) mentre aumentano i prezzi di merendine fresche (più 2,8%), specialità ittiche fresche (più 1,6%) e pasta fresca ripiena (più 0,8%). Le bevande registrano un incremento del costo della spesa di circa un punto percentuale, con rincari soprattutto per vini liquorosi e distillati bianchi.

I prezzi dei prodotti per la cura della casa si riducono dal meno 0.1% del V bimestre al meno 1% del VI: diminuisce il costo degli accessori da tavola usa e getta, dei prodotti per il trattamento del bucato e dei sacchetti e vaschette alimentari, mentre aumenta quello di asciugamani e rotoli in carta, prodotti per lavastoviglie e prodotti per bucato. Stabili invece nel complesso i prodotti per la cura della persona a meno 0,1% sull'anno: rincarano i saponi (più 11,5%) ma diminuiscono i prezzi di deodoranti e bagnoschiuma (rispettivamente a meno 3,5% e meno 4,6%).

I bilanci di banche e società finanziarie devono essere più chiari e trasparenti. Questo il richiamo che viene da Isvap, Banca d'Italia e Consob che, in un documento congiunto, ribadiscono "la necessità che i componenti gli organi di amministrazione e di controllo di società quotate, imprese di assicurazione, banche e società finanziarie nonché i dirigenti preposti si adoperino affinché le relazioni finanziarie risultino idonee a rappresentare in maniera chiara, completa e tempestiva i rischi e le incertezze cui le società sono esposte, il patrimonio di cui dispongono per fronteggiarli, la loro effettiva capacità di generare reddito".

In una nota congiunta delle tre istituzioni, si legge che "dalla lettura dei bilanci riferiti al 31 dicembre 2008 e delle altre relazioni finanziarie pubblicate nel corso del 2009 emerge, infatti, che, nonostante alcuni miglioramenti, sussistono ancora talune carenze nelle aree informative che risultano più sensibili all'impatto della crisi. Pur in presenza di segnali di miglioramento della situazione economica, le previsioni sono ancora caratterizzate da notevole incertezza. Ciò potrebbe influire sui fondamentali delle società e di conseguenza sulle principali voci di bilancio".

Arriva oggi la sentenza della Corte di Giustizia Europea che condanna l'Italia sul caso dei rifiuti in Campania. Su ricorso presentato dalla Commissione Ue, la Corte ha constatato che l'Italia non ha adottato tutte le misure necessarie allo smaltimento dei rifiuti nella Regione Campania, mettendo così in pericolo la salute dei cittadini e recando pregiudizio all'ambiente.

Il caso risale al 2007 quando in Campania si è verificata una situazione di crisi nello smaltimento dei rifiuti, per cui per un certo periodo sulle strade urbane si sono riversate ingenti quantità di spazzatura : 55.000 tonnellate di rifiuti riempivano le strade, e c'erano circa 120.000 tonnellate di rifiuti in attesa di trattamento presso i siti comunali di stoccaggio. In tali circostanze i rifiuti hanno provocato inconvenienti da odori ed hanno danneggiato il paesaggio, rappresentando così un pericolo per l'ambiente. L'Italia stessa ha ammesso la pericolosità della situazione per la salute umana, esposta ad un rischio certo.

La Corte oggi ha concluso che l'Italia, non avendo creato una rete adeguata ed integrata di impianti di recupero e di smaltimento dei rifiuti nelle vicinanze del luogo di produzione e non avendo adottato tutte le misure necessarie per evitare di mettere in pericolo la salute umana e di danneggiare l'ambiente nella regione Campania, è venuta meno agli obblighi che le incombono in forza della direttiva rifiuti.

Si chiama Europa 2020 ed è la strategia lanciata oggi dalla Commissione Europea per uscire dalla crisi e preparare l'economia per il prossimo decennio. Crescita intelligente, crescita sostenibile e crescita inclusiva sono le tre strade da seguire e 5 gli obiettivi da raggiungere entro il 2020: il 75% delle persone di età compresa tra 20 e 64 anni deve avere un lavoro; il 3% del PIL dell'UE deve essere investito in R&S (ricerca e sviluppo); i traguardi "20/20/20" in materia di clima/energia devono essere raggiunti; il tasso di abbandono scolastico deve essere inferiore al 10% e almeno il 40% dei giovani deve avere una laurea o un diploma; 20 milioni di persone in meno devono essere a rischio di povertà.

"Europa 2020 illustra le misure che dobbiamo adottare ora e in futuro per rilanciare l'economia dell'UE - ha dichiarato il Presidente della Commissione Barroso - La crisi ha messo in luce questioni fondamentali e tendenze non sostenibili che non possiamo più ignorare. Il disavanzo di crescita dell'Europa sta compromettendo il nostro futuro. Dobbiamo agire con decisione per ovviare alle nostre carenze e sfruttare i nostri numerosi punti di forza. Dobbiamo costruire un nuovo modello economico basato su conoscenza, economia a basse emissioni di carbonio e alti livelli di occupazione. Questa battaglia impone di mobilitare tutte le forze presenti in Europa."

Le famiglie confermano un atteggiamento prudente e incerto sul versante dei consumi. L'Indicatore dei Consumi Confcommercio (ICC) segnala infatti a gennaio un aumento dell'1,4% in termini tendenziali ed una flessione dello 0,3% rispetto a dicembre. I prezzi dei beni e servizi che compongono l'ICC risultano in aumento dello 0,6%. Per la domanda delle famiglie, bene auto, trasporti e comunicazioni, mentre continua la flessione degli acquisti in volume di prodotti alimentari, bevande e tabacchi.

Diminuisce dello 0,3% la domanda per beni e servizi ricreativi; in flessione dello 0,7% la domanda per servizi di ristorazione e alloggio. La componente più dinamica risulta quella di beni e servizi per la mobilità, che rispetto allo scorso anno è aumentata del 21,4%: l'andamento, afferma Confcommercio, è determinato dalla domanda per auto e motocicli, anche se le prospettive a breve sembrano negative, e dalla ripresa della spesa per i trasporti aerei.

In aumento a gennaio anche la domanda di beni e servizi per le comunicazioni e per l'ICT domestico (più 2,4% tendenziale). In flessione beni e servizi per la cura della persona (meno 0,3%), abbigliamento e calzature (meno 4,2%) e beni e servizi per la casa (meno 1,4%) anche se in quest'ultimo comparto la dinamica rimane positiva per elettrodomestici e TV. Prodotti alimentari, bevande e tabacchi segnalano a gennaio 2010 una diminuzione dello 2,9% dei volumi acquistati.

Verso bollette più semplici e trasparenti, con uno schema unico per elettricità e gas, per facilitare i controlli e la lettura. È quanto deciso dall'Autorità per l'energia elettrica e il gas: per facilitare il controllo dei consumi, della spesa e la lettura, verrà infatti introdotto uno schema di bolletta più semplice e più chiaro, corredato di spiegazioni e uguale per energia elettrica e gas. Le nuove bollette conterranno informazioni aggiuntive per agevolare i clienti nei rapporti con i fornitori - ad esempio, come presentare un reclamo o la procedura per tardivo pagamento - e informazioni sulle fonti usate per la produzione di elettricità (centrali idroelettriche, a carbone, a olio combustibile o a gas).

"La nuova bolletta trasparente vuole rafforzare le garanzie per i clienti finali - ha sottolineato il Presidente dell'Autorità Alessandro Ortis - contribuendo a rendere le scelte dei consumatori sempre più informate e le voci della spesa energetica sempre più chiare".

Le misure sono previste dalla Direttiva per l'armonizzazione e la trasparenza dei documenti di fatturazione dell'Autorità per l'energia, che si propone di rendere le bollette sempre più comprensibili e trasparenti, agevolando il confronto fra quelle per la fornitura di energia elettrica e quelle del gas. Il nuovo schema di bolletta sarà usato infatti sia per l'elettricità che per il gas che per le forniture congiunte, i cosiddetti contratti dual fuel. La novità riguarda sia le famiglie che i clienti non domestici di piccole dimensioni. Il nuovo schema dovrà essere adottato dalle imprese entro la fine di quest'anno e comunque per tutte le bollette da emettersi dal 1° gennaio 2011.

Sul sito internet dell'Autorità e delle imprese di vendita ci sarà inoltre un glossario per spiegare in linguaggio semplice i termini tecnici usati nelle bollette. La bolletta sarà invece composta da un quadro sintetico, con le principali informazioni (caratteristiche della fornitura, riepilogo dei consumi del periodo e dell'importo da pagare, scadenza del pagamento, numeri per i reclami e il servizio guasti) e da un secondo quadro con la spiegazione nel dettaglio della spesa per i consumi e la distinzione fra servizi di vendita liberalizzati e servizi di rete tariffati.

Nel 2009 sono state quasi 30.000 le domande di conciliazione avanzate dai consumatori nei settori delle tlc, banche, trasporti, energia, assicurazioni eccetera. Consumers' Forum ha presentato oggi il 1° Rapporto sulle conciliazioni paritetiche.

Quella delle small claims, ossia delle piccole liti tra consumatore e azienda, è un tema attualissimo, ma che, in Italia, affonda la sue radici nei primi anni '90, quando qualche grande impresa, nello specifico la Sip nel 1991, ha iniziato a porsi l'obiettivo di migliorare il servizio all'utente, dandogli la possibilità di risolvere eventuali disservizi. Questo accadeva appunto nel 1991 e nell'arco di 19 anni la pratica della conciliazione, come risoluzione alternativa a quella ordinaria delle controversie, si è diffusa in Italia, come in Europa, ed è uno strumento sempre più utilizzato dai consumatori che lo preferiscono di gran lunga alla soluzione giudiziaria.

Nel 2008 il 41% di tutte le domande di conciliazione registrate in Italia si è svolta in conciliazione paritetica, cioè il cittadino si è rivolto ad un'Associazione dei consumatori e nel 2009 i cittadini rappresentati dalle Associazioni dei consumatori hanno avanzato ben 29.938 domande di conciliazione paritetica. Il settore più interessato è stato quello delle telecomunicazioni (55%), a seguire quello bancario (38%), e i servizi postali, di energia e trasporti.

Il 77% dei procedimenti aperti, si è concluso a favore del consumatore, con una durata media delle controversie di 60 giorni. E quella della durata rappresenta un grande traguardo, a fronte di una media italiana di 1200 giorni necessari per ottenere un qualsiasi recupero credito.

Questo è in sintesi il quadro delineato dal 1° Rapporto sulla Conciliazione presentato oggi al Cnel da Consumers' Forum. E sono 23 i protocolli nazionali sottoscritti tra Associazioni dei consumatori e aziende, e 18 locali in 9 regioni nei diversi settori (tlc, banche, servizi postali, assicurazioni) con recenti e importanti sviluppi nel settore energetico e nei trasporti.

In merito all'oggetto delle controversie, le questioni più ricorrenti nel settore Tlc riguardano il disconoscimento del traffico (fonia-internet), il ritardo nell'attivazione o disattivazione di un servizio, l'attivazione servizi non richiesti, il ritardo per la riparazione dei guasti, il rimborso per l'anticipo di conversazione, la tariffazione applicata. Le liti più frequenti nel settore delle Poste insorgono per disservizi sulla consegna di pacchi o di raccomandate. Nel comparto energetico, le contestazioni contro le aziende riguardano soprattutto la doppia fatturazione, la ricostruzione dei consumi, la gestione delle morosità, la contestazione delle fatture. Per quanto riguarda il comparto bancario, sebbene la maggior parte delle conciliazioni più recenti abbia riguardato la gestione dei titoli Parmalat, le altre controversie riguardano i conti correnti e le carte (credito, bancomat, ecc.).

"Il Rapporto conferma l'importanza della conciliazione paritetica come strumento di difesa dei diritti dei consumatori e come sistema di giustizia alternativa per la soluzione delle controversie minori ed è per molte controversie l'unica forma di tutela", ha spiegato Sergio Veroli, presidente di Consumers' Forum, sottolineando il fatto che "quella delle small claims è una materia che o si risolve in sede conciliativa o non si risolve per niente". "Se il cittadino si rivolgesse ad un giudice per queste - ha aggiunto Veroli - non riuscirebbe ad ottenere una tutela e dunque subirebbe un'ingiustizia. La conciliazione paritetica, invece, risolve l'asimmetria tra cittadino e impresa, dando al consumatore l'ultima parola".

Gratuità e semplicità della procedura, tempi rapidi per la definizione delle liti, presenza di contraddittorio, trasparenza e informazione riguardo il funzionamento della procedura, libertà di scelta sono solo alcuni dei vantaggi che offre il modello di conciliazione paritetica, con evidente alleggerimento della giustizia ordinaria. Veroli ha poi sottolineato l'importanza della formazione che per le Associazioni dei consumatori e per le imprese avviene in concomitanza, permettendo quindi un reale scambio tra le due parti e un'analisi di casi concreti, visto che "il fine non è la conciliazione ma la soluzione dei problemi che emergono nel rapporto tra azienda e consumatore".

No alla conservazione illimitata e oltre il tempo consentito dei dati di traffico di telecomunicazioni e internet. È quanto ribadito dal Garante per la Privacy che, nell'ambito di un'azione comune deliberata dalle Autorità di protezione dati europee, ha messo sotto la lente di ingrandimento i gestori telefonici e gli internet provider e "ha vietato - informa l'odierna newsletter - a tre società che operano nel settore della telefonia e Internet l'uso di dati trattati in modo illecito e ne ha ordinato la cancellazione". In particolare, le violazioni emerse nell'ambito dei controlli sono state tempi di conservazione dei dati di traffico telefonico e telematico superiori al consentito e conservazione di informazioni sui siti visitati dagli utenti.

I dati di traffico telefonico, come il numero chiamato, la data e l'ora, e quelli internet, come indirizzi e-mail e accessi alla rete, sono delicati perché, anche se non riguardano il contenuto delle comunicazioni, permettono di ricostruire abitudini e informazioni di una persona.

Le società dovranno cancellare i dati di traffico telefonico e telematico conservati oltre i tempi previsti dalla normativa italiana per finalità di accertamento e repressione dei reati (24 mesi per i dati di traffico telefonico; 12 mesi per i dati telematici). E dovranno cancellare tutte le informazioni che possono rivelare gusti, opinioni, tendenze degli utenti, che non avrebbero mai dovuto essere archiviate nei data base. A una società è stato prescritto di innalzare i livelli di sicurezza dei flussi informativi con l'autorità giudiziaria e di garantire in modo più adeguato la riservatezza delle informazioni.

"Conciliazioni: l'esperienza delle associazioni dei consumatori e delle imprese nel quadro normativo italiano": questo il tema del convegno organizzato da Consumers' Forum presso il Cnel domani mattina, quando sarà presentato il primo Rapporto sulla conciliazione paritetica, curato dall'associazione, che raccoglie per la prima volta tutti i dati relativi alla procedura extragiudiziale per la soluzione dei contrasti tra consumatori e imprese. Una risposta dunque a domande quali il numero di liti fra consumatori e aziende risolte con successo grazie alla conciliazione, su comparti e aziende che più si sono affidate alla libera contrattazione, sulla durata media delle controversie.

Nel corso del convegno, che verrà aperto dal presidente di Consumers' Forum, Sergio Veroli, gli esperti si confronteranno sugli aspetti giuridici, legislativi ed economico-sociali della procedura. Interverranno fra gli altri Liliana Ceccarelli, responsabile ufficio conciliazioni di Cittadinanzattiva; Pierfrancesco Bartolomucci dell'Università Roma Tre; rappresentanti del Ministero dello Sviluppo economico, dell'Agcom, dell'Aeeg, del Ministero della Giustizia e di Confindustria, del CNCU e di Unioncamere.

Si parla di class action e nuove normative nell'appuntamento organizzato da Adiconsum e Federmobilità per lunedì 1° marzo: "Mobilità. Class action e le recenti novità normative". Il convegno si svolgerà presso il Centro Congressi di via Cavour a Roma a partire dalle 10.30. Sono previsti gli interventi di Sergio Marchi, assessore alla mobilità e trasporti del Comune di Roma e di Paolo Landi, segretario generale Adiconsum, insieme a interventi di esperti. La conclusione sarà affidata all'assessore ai Trasporti della Provincia di Milano Giovanni De Nicola.

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