E' stato firmato oggi un protocollo di conciliazione tra Sorgenia e 11 associazioni dei consumatori che fanno parte del Consiglio Nazionale dei Consumatori e degli Utenti (Adiconsum, Adoc, Assoutenti, Cittadinanzattiva, Codici, Confconsumatori, Federconsumatori, Movimento Consumatori, Movimento Difesa del Cittadino, Unione Nazionale Consumatori, Centro Tutela Consumatori e Utenti). Dopo un anno di sperimentazione, che ha permesso all'azienda e alle associazioni dei consumatori di concordare e rendere operativo il regolamento per lo svolgimento della conciliazione, il ricorso alla conciliazione paritetica per le controversie fra Sorgenia e clienti diventa un documento ispirato alle raccomandazioni europee.

Novità principale dell'accordo è che la procedura di conciliazione non riguarderà solo i titolari di fornitura di energia elettrica o di gas per uso domestico o condominiale, ma anche le piccole partite IVA con utenze di potenza non superiore ai 6 kW per l'elettricità o ai 3.000 metri cubi l'anno per il gas. Basterà compilare un modulo scaricabile dal sito Internet di Sorgenia e inviarlo per posta ordinaria o mail a un ufficio ad hoc costituito presso la sede della società. Una commissione di conciliazione, composta da un rappresentante di Sorgenia e da uno delle associazioni dei consumatori, favorirà il contatto tra la società e i clienti al fine di consentire la composizione pacifica della controversia.

L'accordo prevede anche delle penali a carico di Sorgenia nei casi in cui, al termine della conciliazione, la società non rispetti i tempi previsti per il pagamento di eventuali indennizzi ai clienti.

L'azienda ha poi concordato con le associazioni dei consumatori un decalogo con le regole di comportamento al quale dovranno attenersi le agenzie commerciali partner della società per assicurare una maggiore tutela dei consumatori. Tale decalogo sarà parte integrante dei contratti con le agenzie. Comunicazione corretta e trasparente, precise condizioni contrattuali ed economiche, modalità e tempi di fatturazione, nonché il metodo utilizzato per l'addebito dei consumi sono alcune delle regole del decalogo.

L'agente assicurativo deve essere una persona competente a cui ci si rivolge per una garanzia di sicurezza e non per ovviare a qualche obbligo di pagamento. E per questo il cittadino deve potersi fidare dell'assicurazione e, la compagnia deve fornire un servizio di qualità, considerando il cliente una risorsa e non un numero. E' così che dovrebbe essere, e invece? Invece il settore delle assicurazioni continua ad alimentarsi di un terreno opaco, stantio e corporativo. Ed è per questo che gli Agenti di assicurazione insieme alle associazioni dei consumatori hanno indetto oggi a Roma una conferenza stampa per portare all'attenzione del Governo questo problema.

Consumatori e Assicuratori stanno conducendo insieme una battaglia per difendere le novità introdotte dal decreto Bersani che ha cercato di rendere questa fetta di mercato più competitiva e trasparente, a tutela del cittadino che dovrebbe così beneficiare di un servizio migliore.

"Siamo accanto agli agenti assicurativi in una battaglia comune a favore del consumatore - ha detto Roberto Tascini, Segretario nazionale di Adoc che ha preso parte alla conferenza, insieme a Francesco Avallone, vicepresidente di Federconsumatori e Antonio Longo, presidente di Movimento Difesa del Cittadino (MDC).

"Il settore delle assicurazioni - ha aggiunto Tascini - è in continua crescita e le tariffe aumentano molto di più degli incrementi inflattivi. Dal 1996 al 2008 le tariffe sono aumentate del 149% e siamo preoccupati di un ulteriore aumento del 5%. Dunque la convergenza tra noi e gli agenti assicurativi, prima di tutto in difesa della liberalizzazione introdotta da Bersani, deve portare ad una maggiore trasparenza visto che questo settore, come quello bancario, è caratterizzato da una scarsa informazione ai consumatori".

Accanto alle associazioni dei consumatori ci sono le due associazioni di categoria degli agenti assicurativi, il Sindacato Nazionale Agenti (SNA) e l'Unione Nazionale Agenti Professionisti di Assicurazione (UNAPASS) che hanno messo in luce un'altra problematica: quella delle aree difficili, sostanzialmente le Regioni meridionali, che stanno correndo il rischio di essere abbandonate dalle compagnie d'assicurazione.

"In aree come Napoli e Palermo, caratterizzate da un alto tasso di sinistri - ha spiegato Giovanni Metti, presidente nazionale SNA - le compagnie non si preoccupano di gestire meglio la liquidazione degli incidenti, andando anche a scardinare il meccanismo delle truffe, ma aumentano in modo indiscriminato le polizze, danneggiando così tutti i consumatori. Il cittadino così viene indotto anche a trovare altre strade eludendo la legge e correndo il rischio di affrontare incidenti senza la copertura assicurativa. L'agente assicurativo è colui che presta un servizio al cittadino, mentre attualmente le compagnie non fanno altro che aumentare i costi e abbandonare le aree svantaggiate".

Il vicepresidente di Federconsumatori ha insistito sul fatto che soltanto riducendo il costo dei sinistri, gestendoli meglio, si può davvero incidere sul bilancio. Il presidente di MDC Antonio Longo ha sottolineato il fatto che l'assicuratore deve essere sinonimo di sicurezza e non di "pagamento obbligatorio".

Il 4 dicembre scorso la Federazione Unitaria SNA-UNAPASS ha inviato al Governo, all'Ania, all'Isvap e all'Antitrust, una lettera in cui si chiede urgentemente un tavolo di confronto con le principali compagnie assicurative per individuare insieme delle soluzioni a questi problemi, evitando che i costi non ricadano soltanto sui cittadini e sugli agenti assicurativi.

 

In Italia il futuro del rinnovabile sembra promettente, in particolare per il fotovoltaico. E' quanto emerge dal rapporto Deploying Renewables - Principles for Effective Policies dell'Agenzia Internazionale per l'Energia-IEA che è stato presentato oggi a Roma preso il Ministero dello sviluppo Economico. Lo studio ha fatto un'analisi comparativa dell'efficacia delle politiche di incentivazione delle energie rinnovabili adottate nei 30 Paesi membri dell'Ocse e in Brasile, Russia, Cina, India e Sud Africa, nel periodo che va dal 2000 al 2005.

Già nel 2005 questi 35 Paesi rappresentavano l'80% dell'energia elettrica mondiale da fonte rinnovabile, il 77% dell'energia rinnovabile termica e il 98% dei combustibili alternativi per trasporto. Ma dal rapporto si evince che soltanto un numero ristretto di Paesi ha attuato efficaci politiche di stimolo dell'energia rinnovabile che rappresenta, secondo l'IEA, un immenso potenziale di sviluppo. Dunque i Governi nazionali devono fare di più, oltre che sperare ad un accordo internazionale che si prospetta in questi giorni all'interno del vertice di Copenaghen.

"L'Italia vuole essere tra i protagonisti della diffusione delle nuove tecnologie energetiche" ha dichiarato Stefano Saglia, Sottosegretario allo Sviluppo Economico con delega all'energia, che ha introdotto la presentazione del rapporto. "Troppo spesso il nostro dibattito politico attorno alle nuove fonti energetiche si concentra sul nucleare, ma questa non è l'unica politica che stiamo attuando - ha spiegato Saglia - Il nucleare è fortemente correlato alle rinnovabili e noi crediamo che il nucleare oltre che un'opportunità sia una necessità per la sicurezza energetica perché garantisce quella continuità di approvvigionamento che le rinnovabili non assicurano".

"Ma la nostra volontà è anche quella di lavorare sulle rinnovabili perché siamo convinti che la green economy possa essere per l'Italia una nuova rivoluzione industriale, che oltre a creare prodotto interno lordo crea occupazione. E per questo - ha aggiunto il Sottosegretario - non vogliamo essere attori passivi; il nostro approccio è infatti organico e prevede incentivi compatibili con le bollette degli italiani. Purtroppo oggi non ci sono ancora regole chiare agli operatori e lavoreremo proprio per superare questo gap. Ci assumiamo così - ha concluso Saglia - un impegno nei confronti degli operatori italiani e della comunità internazionale ottenendo al più presto un quadro certo di regole economicamente e ambientalmente sostenibili. Stefano Saglia ha ribadito che l'obiettivo del Governo è quello di creare un mix energetico che includa il 25% di nucleare, il 25% di fonti rinnovabili e il 50% di idrocarburi. In particolare il rilancio delle rinnovabili dovrà partire dalle Regioni del Mezzogiorno che sono ricche di queste materie prime.

"Un consiglio per i giovani" sui temi della casa, del mutuo, dell'impresa, della famiglia, degli stranieri e dell'accesso alla professione notarile: è l'iniziativa lanciata oggi, un servizio telematico di informazione e consulenza gratuito, frutto di un protocollo d'intesa siglato questa mattina a Palazzo Chigi fra il Ministro della Gioventù e il Consiglio Nazionale del Notariato.

Il servizio telematico sarà disponibile sul sito web del Ministero della Gioventù www.gioventu.it e su quello del Notariato italiano www.notariato.it: è aperto a tutti i giovani ed è caratterizzato, oltre che da una serie di pagine informative, da un servizio di risposte a quesiti che si potranno inviare direttamente ai notai che presteranno il servizio di consulenza.

Da oggi i clienti Eni avranno a disposizione la conciliazione per risolvere eventuali controversie. E' stato, infatti, firmato il Protocollo di conciliazione fra l'amministratore delegato dell'Eni, Paolo Scaroni, e i rappresentati delle associazioni dei Consumatori aderenti al Consiglio Nazionale Consumatori Utenti (CNCU). Dopo la fase sperimentale partita a gennaio di quest'anno che ha riguardato i clienti gas del mercato domestico del Veneto, la conciliazione è ora estesa su tutto il territorio nazionale.

Sarà dunque possibile risolvere le richieste dei clienti per la ricostruzione dei consumi per contestazioni di fatturazioni in bolletta (nel caso di blocco totale o parziale del misuratore o di misuratore illeggibile). E si potrà richiedere la rateizzazione di fatture anomale.

Materassi Eminflex nel mirino dell'Antitrust, che ha sanzionato la società che li pubblicizza, la CEM SpA, con una multa di 65 mila euro per pratica commerciale scorretta. Sotto i riflettori dell'Autorità, dopo le segnalazioni dei consumatori, sono finite infatti le televendite sulle reti Mediaset (Rete4 e Canale5) fatte dal 2007 al 2009 e attraverso il sito internet per la pubblicizzazione dei materassi a marchio Eminflex. L'accusa: nelle televendite vengono fornite informazioni inesatte sul prezzo di vendita - il consumatore non veniva avvertito se includesse o meno l'Iva - sulla quantificazione delle spese di spedizione, sugli articoli qualificati come "regali" che risultavano di qualità inferiore e non conformi alle immagini mostrate, nonché la possibilità e le modalità del diritto di recesso. In relazione ai regali, poi, interveniva anche la presenza di "noti personaggi del mondo dello spettacolo" che invitavano i telespettatori all'acquisto.

Una campagna di richiamo per circa mezzo milione di automobili Fiat Grande Punto è stata avviata dall'azienda, che sta mandando una lettera ai possessori dell'automobile invitandoli a far controllare la vettura. L'automobile è infatti finita sul bollettino Rapex, il sistema di allerta rapido dell'Unione europea per i prodotti pericolosi, nel bollettino del 27 novembre, e riguarda i modelli Fiat Grande Punto e Grande Punto Abarth. Secondo il Rapex, le autovetture presentano un difetto di fabbricazione nel piantone dello sterzo: il rischio, causato da "un possibile serraggio non corretto del piantone dello sterzo superiore", è la possibile rottura dell'albero "con conseguente perdita del controllo direzionale che potrebbe portare a un incidente".

La Fiat sta dunque invitando i consumatori a rivolgersi all'azienda per un controllo gratuito. Le automobili sono state vendute metà in Italia e metà all'estero.

La crisi economica non ha determinato "il temuto tracollo sociale generalizzato": c'è una "stressata resistenza delle famiglie" che, complici i fattori strutturali della famiglia italiana, hanno ripensato stili di vita, tagliato gli sprechi, ridotto i consumi, modificato le abitudini alimentari, cercato i prezzi più convenienti. Il 28,5% delle famiglie ha avuto difficoltà a coprire le spese mensili con il proprio reddito, ma ha fatto ricorso a una serie di fonti alternative per sostenere le difficoltà. Sono alcuni dati che emergono dal Rapporto Censis, giunto alla 43a edizione, che analizza e interpreta tutti i fenomeni socio-economici del Paese.

Se ci si sofferma sulla dimensione della famiglia, "tra i fattori strutturali dell'italian way of life, che la crisi ha finito per esaltare, vanno ricordati il basso indebitamento privato, la propensione al risparmio e all'accumulazione di ricchezza reale, le garanzie di tutela del welfare grazie all'ampiezza della copertura pubblica". Così il 71,5% delle famiglie dichiara che il reddito mensile è sufficiente a coprire le spese mensili: la quota sale al 76,7% al Nord-Ovest, a quasi il 79% al Nord-Est, al 71% al Centro, mentre al Sud scende al 63,5%. Maggiori difficoltà hanno incontrato le famiglie monogenitoriali (circa il 39% ha avuto difficoltà nel coprire le spese mensili con il proprio reddito) e quelle residenti nei Comuni tra 10 mila e 30 mila abitanti (32,9%).

"Il 28,5% delle famiglie che ha avuto difficoltà a coprire le spese mensili con il proprio reddito ha fatto ricorso a una pluralità di fonti alternative, con una miscela che si è dimostrata efficace": il 41% ha fatto ricorso a risparmi accumulati in passato; in oltre un quarto delle famiglie uno o più membri hanno svolto qualche lavoretto saltuario; oltre il 22% ha utilizzato la carta di credito per rinviare al mese successivo i pagamenti; il 10,5% si è fatto prestare soldi da familiari, parenti, amici; l'8,9% ha fatto ricorso ai prestiti di istituti finanziari; il 5,1% ha acquistato presso commercianti che fanno credito.

Gli italiani hanno tagliato gli sprechi. Oltre l'83% delle famiglie negli ultimi 18 mesi ha modificato le proprie abitudini alimentari; di queste, la quota preponderante (quasi il 44%) ha modificato poco, il 32,2% ha modificato abbastanza, quasi il 7% molto. I cambiamenti riguardano per il 40% proprio il contenimento degli sprechi. Nei consumi si va inoltre alla ricerca dei prezzi più convenienti: un cambiamento segnalato dal 39,7% delle famiglie intervistate.

E' nata una nuova associazione dei consumatori europea. Si chiama European Consumers Union (ECU) ed è composta, per il momento dalle associazioni dei consumatori di 14 paesi dell'Unione Europea che sono, oltre all'Italia che con Federconsumatori e Adusbef ne è stata promotrice, Belgio, Bulgaria, Cipro, Estonia, Francia, Grecia, Lituania, Portogallo, Romania, Slovacchia, Slovenia, Spagna Ungheria. Si tratta dunque di una vera e propria associazione dei consumatori che non si limiterà a svolgere il ruolo di lobby nei confronti delle istituzioni europee, ma cercherà di raccogliere le esigenze delle realtà associative grandi e piccole dei vari paesi, dando così voce a tutti i consumatori e sviluppando una reale politica del consumo consapevole.

Nel 2010 le famiglie che hanno un mutuo e si troveranno in una situazione di rischio - cioè con una incidenza della rata sul reddito familiare superiore al 30% - saranno il 26%. Le famiglie più esposte saranno quelle unipersonali, con un solo genitore e un figlio a carico, con un titolo di studio medio-basso. Si concentreranno soprattutto nel Centro Nord (Liguria, Trentino, Lombardia, Toscana e Puglia). Considerando invece le famiglie che passeranno dall'affitto al mutuo, la percentuale di nuclei a rischio aumenterà fino al 37,5%, con una ulteriore rischiosità ancora per le famiglie unipersonali, con un genitore e un figlio a carico, per diplomati e lavoratori autonomi. Sono le previsioni dello scenario più critico, quello che prevede un peggioramento della crisi economica, elaborate dall'Osservatorio regionale sul costo del credito, promosso dalla Caritas Italiana e dalla Fondazione Culturale Responsabilità Etica e realizzato in collaborazione con il Centro culturale Francesco Luigi Ferrari.

Le stime sono state presentate oggi a Roma presso l'Abi e, sulla base dei dati disponibili al 2006, elaborano delle previsioni per il 2009 e per il 2010 sulla base di due scenari: uno tendenziale, con le aspettative più diffuse circa l'andamento della crisi economica, e uno alternativo con previsioni di peggioramento della crisi. Lo scenario tendenziale rileva che nel 2010 l'incidenza delle famiglie a rischio è pari al 25% mentre sale invece al 26% considerando lo scenario alternativo. "Tuttavia - si legge nel Rapporto - permangono vari elementi di incertezza rispetto alle prospettive per il prossimo anno, in particolare la situazione del mercato del lavoro ed il rischio di un ulteriore peggioramento della disoccupazione, che avrebbe delle ricadute rilevanti sui redditi familiari e conseguentemente sull'aumento della percentuale di famiglie a rischio".

L'analisi basata sulle famiglie in affitto "denota una maggiore vulnerabilità - prosegue il Rapporto - che si presenta nell'accesso al credito e nella sostenibilità economica dell'indebitamento". Lo scenario tendenziale in questo caso prevede una riduzione dell'incidenza delle famiglie a rischio rispetto al 2006 (37%) mentre lo scenario sfavorevole prospetta un'incidenza pari al 37,5%.

Per il Rapporto servono dunque "politiche fiscali più eque" per una crisi iniqua perché si riflette in modo diverso sui diversi settori lavorativi. "Il ricorso al mutuo da parte dei redditi familiari più bassi - si legge - riflette una sostanziale chiusura di canali alternativi, a basso costo quali le immobiliari etiche o l'autocostruzione, per accedere alla casa. Rispetto ai livelli reddituali si conferma la necessità di politiche di tutela del potere di acquisto in particolare con politiche fiscali più eque".

 

Il 30% delle ghirlande natalizie è a rischio evidente di scosse elettriche o di incendi e rappresenta dunque un pericolo per la sicurezza. Su 196 campioni esaminati, il 25% delle ghirlande luminose non ha superato le prove di sicurezza per l'ancoraggio dei cavi, il 23% ha cavi troppo sottili con aumento dei rischi di surriscaldamento, il 28% non ha superato le prove di sicurezza sui cavi come l'isolamento.

Nel 41% del campione esaminato mancavano le avvertenze e nel 35% adeguate istruzioni per l'uso. Riguardo all'origine dei prodotti pericolosi, il 41% circa dei campioni esaminati viene dalla Cina. Sono i risultati di una relazione pubblicata oggi dalla Commissione europea, che presenta i dati di un progetto comune di sorveglianza del mercato che coinvolge autorità competenti di 5 Stati membri (Ungheria, Germania, Slovacchia, Slovenia e Paesi Bassi) e la Commissione europea.

"Se vogliono i lumi natalizi, i consumatori devono essere sicuri che la loro sicurezza non sia in pericolo - sostiene il commissario Meglena Kuneva - I consumatori sono disposti a spendere e a scegliere in occasione degli acquisti natalizi, ma mai a scapito della sicurezza. Questa relazione è un campanello d'allarme. Le autorità nazionali e l'industria intensificheranno gli sforzi per colmare le carenze e i difetti che una serie di prodotti scadenti fanno entrare nei negozi e nelle nostre case. Ma per ridurre al minimo i rischi di sicurezza occorre anche la collaborazione dei consumatori: bisognerà che essi siano vigili, attivi e consapevoli in modo che tutti possano trascorrere un Natale sicuro e sereno".

 

"La sicurezza  è il pilastro su cui poggia l'intera attività del settore bancario. Per prevenire ulteriormente il fenomeno è necessario continuare a lavorare su quattro direttrici fondamentali: ridurre l'ampia circolazione di contante che ancora caratterizza l'Italia, in ritardo nell'utilizzo degli strumenti di pagamento elettronici; adottare sistemi di sicurezza sempre più evoluti e all'avanguardia; monitorare in modo sistematico gli eventi criminosi; proseguire nella formazione del personale di sportello".E' quanto ha detto il presidente dell'Abi Corrado Faissola alla presentazione dell'indagine Ossif in materia di sicurezza.

Nei primi sei mesi del 2009 diminuiscono le rapine in banca, diminuisce il bottino medio per rapina e il bottino complessivo. In particolare, nel primo semestre sono stati compiuti 874 "colpi" allo sportello con un calo del 25,5% rispetto ai 1.173 registrati nello stesso periodo del 2008, pari a circa 50 rapine in meno al mese. Si aggira intorno ai 22 mila euro il bottino medio per rapina, mentre diminuisce il bottino complessivo, che passa dai 24,6 milioni del 2008 ai 19,9 milioni del 2009. Sono i dati principali che emergono dall'indagine sul primo semestre 2009 condotta dall'Ossif, il Centro di ricerca dell'Abi in materia di sicurezza.

Si chiama Vuoto Indietro ed è la proposta di legge presentata ufficialmente oggi alla Camera, firmata dall'Onorevole Antonio Mazzocchi, Questore della Camera dei Deputati, e dall'Onorevole Fabio Gava, membro della X° Commissione Attività Produttive, Commercio e Turismo. Cosa prevede questa proposta di legge promossa da Italgrob - Federazione Italiana Grossisti e Distributori di bevande? Promuovere e stimolare il ritorno volontario all'utilizzo di contenitori in vetro "a rendere" in particolare per le bevande destinate al canale Horeca, mediante l'istituzione di vere e proprie filiere di recupero degli imballaggi, la creazione di sistemi di cauzioni più moderni, ma soprattutto l'incentivo, per i soggetti aderenti, di sgravi fiscali sulla Tarsu e dilazioni di pagamento dell'IVA.

Un progetto strategico che adegua l'Italia agli standard europei, dove il vuoto a rendere è una realtà ormai consolidata; per arrivare alla proposta di legge sono serviti tre anni di trattative e analisi che ha visto la stretta collaborazione di realtà come Fipe-Confcommercio, Legambiente, Sanpellegrino, Peroni, Pago, Savno, gestore dei servizi di igiene ambientale nel trevigiano, riuniti nel Comitato Vetro Indietro e coadiuvati dal supporto scientifico dell'Università Ca' Foscari di Venezia.

La televisione digitale arriva in Campania: da domani al 16 dicembre i ripetitori analogici saranno progressivamente convertiti in tecnica digitale secondo un calendario per aree: si parte da Napoli e Caserta, si prosegue con Salerno, Avellino e Benevento, si chiude con i Comuni del Cilento.

La transizione sarà seguita da una task force del dipartimento comunicazioni del ministero dello Sviluppo economico, che opererà direttamente sul territorio in collaborazione con la Regione Campania. Dal 16 dicembre la tv in Campania sarà dunque completamente digitale.

Ecco il calendario dello switch off:

  • 1 e 2 dicembre: Napoli e provincia, Caserta e provincia;
  • 3 e 4 dicembre: Salerno e parte della provincia;
  • 9 e 10 dicembre: Avellino e provincia, Comuni della Valle dell'Irno;
  • 11 dicembre: Benevento e provincia;
  • 14 dicembre: Comuni del Vallo di Diano;
  • 15 dicembre: Comuni del Cilento.

Per tutte le informazioni è attivo il call center del Ministero dello Sviluppo Economico al Numero Verde 800 022 000 e il sito www.decoder.comunicazioni.it e www.decoder.campaniadigitale.it.

Si è concluso oggi con un workshop il progetto OPEN WIND attraverso il quale l'Azienda ha aperto le porte alle associazioni dei consumatori per far conoscere il proprio lavoro. Così ha spiegato la portata dell'iniziativa Romano Righetti, Direzione Regulatory Affairs and Institutional Relations Wind. "Avete avuto modo di toccare con mano il nostro lavoro e l'Azienda no ha avuto paura di farlo", ha detto Righetti rivolgendosi alla platea dei rappresentanti delle Associazioni. Nello specifico, Wind ha aperto le porte dei call center di Molfetta, di Pozzuoli, di Ivrea, di Roma e di Palermo e ha ospitato le Associazioni presso i principali punti vendita sparsi sul territorio. "Oggi, invece, tiriamo le somme", ha aggiunto Righetti.

Nel corso del workshop è stato mostrato un filmato che ha raccolto i suggerimenti dei rappresentanti delle Associazioni in linea con quanto più volte evidenziato nel corso dell'incontro dai diversi esponenti del management Wind: tutti concordano, infatti, nel sostenere l'importanza del dialogo costruttivo con i Consumatori e la loro soddisfazione. Il Direttore Generale Ossama Bessada ha affermato a riguardo: "La tutela del consumatore è per la nostra Azienda una scelta di investimento". E in effetti i numeri gli danno ragione: i clienti dell'Azienda sono in costante aumento a dimostrazione di una scelta customer oriented, di una trasparenza dei piani tariffari, di una comunicazione chiara e non ingannevole. "Noi dipendiamo dal consumatore", ha chiosato l'Ad Luigi Gubitosi "per questo l'attenzione verso di lui è sempre massima".

Durante l'iniziativa di oggi sono stati resi noti anche i risultati di un sondaggio somministrato alle Associazioni che hanno preso parte al progetto. L'obiettivo era quello di sondare il gradimento dell'iniziativa; di valutare l'efficienza degli strumenti messi a disposizione per la gestione dei reclami e della conciliazione e, infine, di raccogliere i suggerimenti. "L'iniziativa è stata valutata come estremamente positiva", ha detto Patrizia Plini, responsabile dei rapporti con le associazioni dei consumatori, citando i risultati del sondaggio. "L'iniziativa è stata definita: interessante, innovativa e ripetibile" ha aggiunto la Plini. Stesso giudizio positivo ha attenuto al gestione dei reclami. La Plini ha anche fatto riferimento alla procedura di conciliazione e al suo successo: attivata con un protocollo siglato nel 2006, nel 2007 sono state risolte per via conciliativa 570 controversie che sono diventate 2114 nel 2008. "Non ci resta che trasformare il buono in ottimo", ha concluso la Plini.

A concludere la giornata sono stati gli interventi dei rappresentanti delle Associazioni che non hanno rinunciato al loro ruolo di "interlocutore critico".

Antonio Longo, presidente del Movimento Difesa del Cittadino, infatti, ha ricordato come "al di là della lodevole iniziativa, ci siano ancora dei problemi irrisolti facendo riferimento alle lunghe attese per ottenere la portabilità del numero fisso. Rita Battaglia, vicepresidente di Federconsumatori, invece, ha puntato il dito contro i tempi troppo lunghi per liquidare i risarcimenti. Mauro Vergari, Adiconsum, ha concluso con una proposta: coinvolgere le associazioni non solo in progetto di verifica come questo ma anche nelle fasi di costruzione dell'offerta tariffaria e di comunicazione della stessa.

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