Il 100% dei bambini italiani di 4 anni sono iscritti ad una struttura educativa per l'infanzia; in generale per l'iscrizione prescolare dei bambini dai 3 ai 6 anni l'Italia è seconda solo alla Francia. Sono i servizi educativi per la prima infanzia che scarseggiano: l'Italia è al penultimo posto, con il 10% delle iscrizioni dei bambini sotto i 3 anni, contro una media Ocse (Organizzazione per la cooperazione e la sviluppo economico) del 25% e un picco danese del 60%. Sono i dati principali di uno studio comparativo dei servizi educativi e assistenziali dell'infanzia nei 25 Paesi Ocse, pubblicato oggi dall'Unicef Centro Ricerca Innocenti.

Sui 10 standard minimi di base, presi come parametri comparativi per la prima infanzia, l'Italia ne soddisfa 4:

  1. un Piano nazionale che dia priorità alle persone svantaggiate;
  2. servizi educativi per l'infanzia finanziati e qualificati per l'80% dei bambini di 4 anni;
  3. formazione dell'80% di tutto il personale di assistenza all'infanzia;
  4. il 50% del personale dei servizi educativi per l'infanzia qualificati con istruzione di livello universitario e relative qualifiche.

E' la Svezia l'unico paese a soddisfare tutti i parametri, ma anche Islanda, Danimarca, Finlandia, Francia e Norvegia se la cavano. "I parametri di riferimento proposti devono essere considerati come un primo passo verso l'istituzione di una serie di standard minimi che facilitino buoni sviluppi nella prima infanzia" ha detto Marta Santos Pais, Direttore dell'Unicef Centro di Ricerca Innocenti.

Ecco il quadro in base ai 10 parametri:

  • Il diritto ad un periodo minimo di congedo parentale retribuito (1 anno al 50% di stipendio); è soddisfatto da 6 paesi dei 25 Ocse. L'Italia ha un indice di 32, al 10° posto e non soddisfa lo standard previsto; prima è la Norvegia con un indice di 116 e ultimi sono Stati Uniti e Australia con 0.
  • Un Piano Nazionale che dia priorità ai bambini svantaggiati: è presente in 19 Paesi tra cui l'Italia.
  • Standard minimo di assistenza per i bambini sotto i 3 anni (servizi di assistenza all'infanzia finanziati e regolamentati per il 25% dei bambini sotto i 3 anni): l'Italia non si conforma allo standard minimo (del 25%) ed è agli ultimi posti. Per quanto concerne il tasso di occupazione delle donne con bambini sotto i 3 anni, l'Italia è sotto il 50% .
  • Standard minimo di assistenza per i bambini di 4 anni (servizi educativi per l'infanzia finanziati e qualificati per l'80% dei bambini di 4 anni): l'Italia, come altri 14 dei 25 Paesi OCSE, soddisfa lo standard.
  • Standard minimo di formazione per il personale (formazione dell'80% di tutto il personale di assistenza all'infanzia): solo 17 dei 25 Paesi OCSE - tra cui l'Italia- soddisfano lo standard.
  • Percentuale minima di personale (50%) dei servizi educativi per l'infanzia qialificata con un diploma universitario e di formazione professionale: 20 Paesi OCSE (tra cui l'Italia) su 25 sono riusciti a conformarsi a questo standard.
  • Rapporto numerico minimo tra personale e bambini (di 1:15 nell'istruzione prescolare): soltanto 12 dei 25 Paesi OCSE soddisfano questo standard; l'Italia non soddisfa lo standard.
  • Standard minimo di finanziamento pubblico (1% del PIL speso nei servizi per la prima infanzia): l'Italia è intorno allo 0,5%, sotto la media OCSE (0,7%). Soltanto 6 dei 25 Paesi OCSE raggiungono o superano il minimo dell'1% del PIL.
  • Livello basso di povertà infantile (inferiore al 10%): solo 10 Paesi soddisfano lo standard; tra questi non c'è l'Italia.
  • Inclusione universale (copertura quasi universale ai servizi sanitari di base per l'infanzia): solo 8 paesi su 25 soddisfano 2 dei 3 criteri. L'Italia non soddisfa questo parametro poiché ha:
  • un tasso di mortalità infantile pari a 4,7 decessi su mille nati vivi (l'Islanda è al primo posto con il 2,3 su mille, il Messico all'ultimo con il 18,8 su mille), rispetto allo standard del 4%;                 
  • il 6,7% di bambini nati sottopeso (peso inferiore a 2.500 grammi) alla nascita (al primo posto c'è l'Islanda, con il 3,9% ), rispetto allo standard del 6%;
  • una copertura media della vaccinazione dei bambini dai 12 ai 23 mesi pari al 93,3%, rispetto allo standard del 95%; in particolare: la copertura contro il morbillo è pari all'87%, contro la polio al 97%, contro difterite-tetano- pertosse al 96%.

"L'alta qualità dei servizi educativi e della cura hanno un enorme potenziale nel migliorare lo sviluppo cognitivo, linguistico e sociale dei bambini - afferma Marta Santos Pais - può contribuire a rafforzare l'istruzione, limitare l'iniziale situazione di svantaggio, promuovere l'inclusione, diventare un investimento su buone pratiche di cittadinanza e migliorare il progresso per le donne".


 

Nel 2007 il Pil procapite del Lussemburgo è stato più di 2 volte e mezzo la media europea, a parità di potere d'acquisto. Austria, Svezia, Danimarca, Regno Unito e Belgio hanno registrato un Pil procapite tra il 15% e il 25% al di sotto della media Ue; Francia, Italia e Spagna si sono posizionati tra lo 0 e il 10% della media, come anche Grecia e Cipro.

Sono i dati pubblicati oggi dall'Eurostat che mettono in evidenza come nel 2007 il Pil procapite dei 27 Stati membri è oscillato, a seconda del Paese, dal 37% al 267% della media Ue.
 

 

Sabato sarà il Pegi Day, la giornata per l'acquisto consapevole dei videogiochi in occasione del Natale. L'iniziativa, che coinvolgerà 105 punti vendita dell'elettronica di consumo a Milano, Roma e Napoli, consiste in una campagna di informazione per far conoscere il Pegi, il sistema di classificazione dei videogiochi in base a contenuto ed età, e si rivolge in particolare ai genitori.

La campagna ha il patrocinio del Ministro della Giventù Giorgia Meloni: "Da molti anni il Governo italiano è impegnato, in collaborazione con gli organismi europei preposti al controllo e alla applicazione del codice Pegi, nella valutazione di una normativa che possa rafforzarne il peso in ambito nazionale. Le ultime decisioni prese dall'Advisory Board europea, in cui l'Italia è rappresentata fin dalle origini, sono in pressoché totale sintonia con quanto valutato negli ultimi tempi in ambito governativo - ha dichiarato il Ministro Meloni - Nel frattempo faccio appello al senso di responsabilità di tutti i soggetti in campo perché, ne sono convinta, la maturità di una comunità non può essere valutata solo dalla sua capacità di rispettare le norme ma anche e, forse soprattutto, dalla sua capacità di credere nel valore etico di un comportamento".

La giornata è organizzata da Aesvi (Associazione Editori Software Videoludico Italiana), Federdistribuzione (Organismo di coordinamento e di rappresentanza della distribuzione moderna) e Aires (Associazione Italiana Retailer Elettrodomestici Specializzati) e prende le mosse dalla sempre più ampia diffusione dei videogiochi in Italia.

Nel 2007 il mercato ha infatti registrato un volume d'affari di oltre 1 miliardo di Euro, nei primi quattro mesi del 2008 le vendite di hardware e software hanno segnato un aumento del 29,5% e le previsioni per l'intero 2008 (più 44%) e per il 2009 (più 51%) confermano la tendenza.

Il Pegi Day si svolgerà dunque sabato 13 dicembre in 105 punti vendita delle insegne dell'elettronica di consumo aderenti ad Aires a Milano, Roma e Napoli. In ogni punto vendita sarà presente una hostess che, con l'ausilio di totem e volantini informativi, spiegherà il funzionamento del Pegi.

L'iniziativa rappresenta inoltre il primo passo del protocollo d'intesa firmato oggi da Aesvi e Federdistribuzione, si legge in una nota, con lo scopo di "sviluppare un piano di azioni condivise per la definizione, l'adozione e la promozione di condotte socialmente responsabili al fine di consentire ai consumatori di avere le informazioni necessarie per l'acquisto consapevole dei videogiochi".

Presto la televisione mobile arriverà anche sui cellulari dei cittadini europei. La Commissione Ue ha pubblicato oggi una serie di orientamenti per accelerare l'istallazione del servizio in tutta Europa che, nel 2013, potrebbe arrivare a fatturare 7,8 miliardi di euro. I servizi commerciali di tv mobile sono stati lanciati prima dell'estate 2008 ed hanno avuto una risposta di gradimento da parte dei consumatori: nei soli Paesi Bassi 10 000 utenti si sono abbonati al servizio all'inizio dell'autunno.

Prima che gli operatori telefonici possano lanciare qualsiasi offerta commerciale, gli Stati membri devono ottenere l'autorizzazione per i servizi di televisione mobile. Gli orientamenti della Commissione mirano a creare un ambiente normativo omogeneo e favorevole per il decollo e l'adozione di questo nuovo servizio. Con una regolamentazione non onerosa e regimi di autorizzazione delle licenze chiari, l'industria avrà la certezza del diritto necessaria a lanciare rapidamente offerte per la TV mobile.

Già nel luglio 2007 la Commissione aveva proposto una strategia di promozione della televisione mobile in Europa che prevedeva l'utilizzo dello standard aperto DVB-H come norma comune per la televisione mobile terrestre in tutta Europa. Nel marzo 2008 la Commissione ha approvato l'aggiunta del DVB-H all'elenco europeo delle norme ufficiali.

I servizi commerciali basati sul DVB-H sono sempre più diffusi e applicati in altre parti del mondo, come il Marocco, l'Indonesia, la Russia o Singapore. Inoltre è probabile che servizi di televisione mobile transfrontalieri satellitari che utilizzano lo standard DVB-SH inizino già nel 2009 in Europa e in tutto il mondo. Finora pochi Stati membri, come l'Austria, la Finlandia, la Francia e la Germania, hanno adottato una normativa per i nuovi servizi di televisione mobile.

"Il successo delle operazioni commerciali di lancio della televisione mobile in Austria, Italia, Finlandia e Paesi Bassi ha dimostrato che l'efficienza delle procedure di autorizzazione costituisce un fattore cruciale per la rapida diffusione della televisione mobile. In Austria 5 000 cittadini utilizzavano la televisione mobile nelle prime settimane del suo lancio. Con l'aumento delle vendite previsto nel periodo natalizio, molti più cittadini europei dovrebbero avere la possibilità di guardare la televisione nel corso dei loro spostamenti", ha dichiarato Viviane Reding, Commissario europeo alle telecomunicazioni.

"Per questo motivo vogliamo fornire orientamenti agli Stati membri sui metodi che consentono all'industria di far partire questi servizi innovativi con la massima rapidità e un minimo di complicazioni. Siamo a favore di un'impostazione collaborativa tra tutti i soggetti interessati, comprese le emittenti, gli operatori mobili e di piattaforme, e osteggiamo pesanti interventi normativi o procedure di autorizzazione macchinose per l'introduzione della televisione mobile in Europa."

Una procedura diretta, trasparente e non discriminatoria per la concessione delle licenze è fondamentale per un'impostazione adeguata che non provochi inutili ritardi. La qualità del servizio prestato ai consumatori, compresa la ricezione negli interni e la qualità della trasmissione, dovrebbe rientrare nelle condizioni di aggiudicazione. Le frequenze disponibili per la televisione mobile verranno ritirate qualora il servizio non inizi entro un periodo di tempo ragionevole.

Le autorità di regolamentazione potranno tenere aperto a tutti i soggetti dell'industria il processo di autorizzazione, incoraggiando la cooperazione tra operatori di telecom (prestatori di servizi) ed emittenti (che forniscono il contenuto). L'industria deve assicurare la collaborazione dei servizi di televisione mobile DVB-H in ogni paese dell'Ue. A tal fine sarà possibile scegliere tecnologie non proprietarie che tutti i consumatori potrebbero utilizzare senza plug-in supplementari e indipendentemente dal dispositivo utilizzato, per accedere ai contenuti della tv mobile.

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"Prodotto da consumarsi solo dopo bollitura": questa la dicitura che dovrà essere esposta, in rosso e a caratteri di almeno quattro centimetri, sulle macchine erogatrici di latte crudo. La data di scadenza, che dovrà essere indicata dal produttore, non potrà superare i tre giorni dalla messa a disposizione del consumatore. Vietato l'uso di bicchieri che possano incoraggiare a un consumo diretto, indicazione di bollitura anche su eventuali bottiglie presenti nelle macchine. E somministrazione di latte crudo vietata nella ristorazione collettiva e nelle mense scolastiche. Sono i provvedimenti disposti dall'ordinanza firmata questa mattina dal sottosegretario alla Salute Francesca Martini.

"Solo dopo la bollitura - ha detto Martini - il latte si può consumare in sicurezza. Soggetti più fragili sul piano sanitario, come bambini, anziani e portatori di patologie, sono più esposti a patologie che possono essere trasmesse con gli alimenti". E dunque "la bollitura del latte, per chi vuole utilizzare questo tipo di prodotto, è una necessità". Fra le disposizioni dell'ordinanza, si prevede che in caso di cessione diretta il produttore è tenuto a informare il consumatore con mezzi idonei (come opuscoli) sulla necessità di consumare il latte previa bollitura. Finora sono 862 gli allevamenti autorizzati alla produzione di latte crudo e 1111 i distributori registrati.

L'ordinanza fa seguito ai casi di bambini colpiti da sindrome emolitico uremica che hanno consumato latte crudo nei giorni precedenti: a oggi risultano dieci casi. In particolare, nel 2007 sono stati segnalati tre casi (a Rimini, Padova e Mantova) mentre nel 2008 ne sono stati segnalati sette (a Bolzano, Ancona, Bologna, Cremona, Mantova, Verona, Torino). La sindrome è correlata alla presenza del batterio Escherichia Coli 0157 che può essere presente negli animali da latte e trasmettersi all'uomo attraverso latte non pastorizzato e non bollito.

L'azione del Ministero, ha detto Martini, è stata intrapresa di concerto con il ministro delle Politiche agricole Luca Zaia. L'obiettivo è garantire dunque la sicurezza dei consumatori, che in parte si sono affezionati a una tipologia di latte prodotta sul territorio, in un'ottica in cui l'uso della filiera corta è considerato positivo ma "deve avvenire - ha detto Martini - in sicurezza per i consumatori".Quale il peso di questo mercato? Si stima, ha detto il sottosegretario, che valga circa 6 milioni di euro l'anno e dunque che vi siano circa 6 milioni di litri di latte crudo erogato ogni anno.

Dall'11 giugno i carabinieri dei Nas hanno svolto controlli sui distributori automatici di latte crudo: 156 le ispezioni, 289 i campioni prelevati (dei quali 155 regolamentari e 129 in attesa di analisi). I campioni non regolamentari a oggi sono risultati 5: 1 carica batterica superiore ai limiti, 1 presenza di aflatossine M1, 1 presenza di Escherichia Coli 0157, 1 positivo allo stafilococco coagulasi, 1 positivo al campylobacter jejuni. Sono stati sequestrati 8 distributori automatici, 4757 litri di latte crudo, una azienda agricola con 315 bovini e 111 suini, 91 capi bovini privi di marci auricolari e un apparecchio per la filtrazione del latte. Dieci le persone segnalate all'autorità giudiziaria o amministrativa.

Tutto pronto per la presentazione delle domande relative all'acquisizione del bonus straordinario, introdotto dal decreto legge n. 185/2008, e indirizzato a sostenere le famiglie a basso reddito alle prese con gli effetti indotti dalla crisi economica. Il direttore dell'Agenzia delle Entrate ha approvato, infatti, nei giorni scorsi i modelli per la richiesta del bonus che dovranno essere compilati e presentati dai soggetti che ne hanno diritto.

Cos'è il bonus - Il beneficio, di cui potranno avvantaggiarsi milioni di famiglie, consiste in un bonus straordinario, erogato quindi una sola volta, il cui ammontare può variare da 200 fino a 1.000 euro in considerazione sia del reddito sia dei componenti del nucleo familiare che ne fa richiesta. Peraltro, come indicato dalla norma, il beneficio erogato non costituisce reddito né a fini fiscali, né a quelli previdenziali, né tanto meno per il rilascio della social card.

Chi sono i beneficiari - Il bonus può essere richiesto dai cittadini residenti, lavoratori e pensionati, incluse persone non autosufficienti, che facciano parte di una famiglia qualificata come a basso reddito. A questo riguardo, il reddito complessivo familiare che dà diritto al beneficio non deve comunque superare la soglia dei 35mila euro l'anno.

È la scelta dell'anno d'imposta che detta i tempi e le modalità - Le scadenze per richiedere l'agevolazione dipendono dall'anno d'imposta che viene preso come riferimento per la verifica dei requisiti previsti dalla norma per il riconoscimento del bonus. A questo riguardo, due sono le alternative. Gli aspiranti beneficiari che scelgono come anno di riferimento il 2007 devono presentare la richiesta al datore di lavoro o all'ente pensionistico entro il 31 gennaio 2009, utilizzando il modello predisposto per la richiesta del bonus al sostituto d'imposta e agli enti pensionistici, che erogheranno il beneficio nei successivi mesi, rispettivamente, di febbraio e marzo. Nei casi in cui il beneficio non è erogato dai sostituti d'imposta, la domanda potrà essere invece inviata, in via telematica, all'Agenzia delle Entrate entro il 31 marzo 2009, utilizzando il modello denominato "Modello per la richiesta all'Agenzia delle Entrate del bonus straordinario per famiglie, lavoratori, pensionati e non autosufficienza".

Per tutti coloro che scelgono di richiedere il beneficio in relazione al nucleo familiare e ai redditi relativi all'anno di imposta 2008, c'è invece tempo fino al 31 marzo 2009 per presentare la domanda al datore di lavoro o all'ente pensionistico, che erogheranno il bonus nei successivi mesi, rispettivamente, di aprile e maggio, oppure entro il 30 giugno 2009 all'Agenzia delle Entrate, ma soltanto per i contribuenti esonerati dall'obbligo di presentazione della dichiarazione dei redditi.

Infatti, i contribuenti tenuti alla presentazione della dichiarazione dei redditi potranno richiedere il bonus straordinario con la dichiarazione relativa al periodo d'imposta 2008.

Il testo del provvedimento è disponibile sul sito Internet dell'Agenzia delle Entrate - www.agenziaentrate.gov.it. Sul quotidiano telematico dell'Agenzia - www.nuovofiscooggi.it - sarà inoltre pubblicato un articolo di approfondimento sul tema.

Nel 2008 circa due terzi delle imprese europee hanno un sito web; in particolare a gennaio 2008 erano il 64% le aziende dell'Ue con un sito internet e, se si considerano solo le imprese con più di 10 dipendenti, la percentuale sale al 93%; di queste ultime l'81% possedeva una connessione a banda larga, contro il 77% di gennaio 2007.

L'Italia ha registrato percentuali sopra la media: il 94% delle imprese aveva una connessione ad internet, l'81% a banda larga. E' quanto emerge da un'inchiesta comunitaria sulle tecnologie dell'informazione e della comunicazione, realizzata dall'Eurostat all'inizio del 2008.

I Paesi leader nell'accesso ad internet da parte delle imprese sono stati i Paesi Bassi e la Finlandia, con il 99% ciascuno, seguiti da Danimarca (98%), Belgio, Austria e Slovenia (97%). Soltanto in 5 Paesi si sono registrate percentuali inferiori al 90%: Romania, Bulgaria, Ungheria, Cipro e Lettonia.

Non si sa mai chi può sbirciare nella tua spazzatura elettronica. Per questo il Garante ha messo a punto una serie di indicazioni per evitare che, al momento di dismettere apparecchiature elettriche ed elettroniche (anzitutto pc, ma anche cd rom o dvd), rimangano in memoria nomi, indirizzi mail, rubriche telefoniche, foto, filmati, numero di conto bancario, dati personali in generale, anche di tipo sensibile come quelli sanitari, riferiti non solo all'utilizzatore, ma anche a terzi.

Da oggi in poi, privati cittadini, professionisti, ma anche aziende e pubbliche che intendono dismettere il proprio "usato" o consegnarlo ai punti di raccolta per lo smaltimento dovranno preoccuparsi di cancellare in maniera definitiva - anche con l'aiuto degli stessi rivenditori o se proprio necessario di tecnici specializzati - i dati personali memorizzati. Questo innanzitutto allo scopo di non esporsi e non esporre altri a rischi anche gravi, come ad esempio la manipolazione di dati e il furto di identità.

Sempre più frequenti sono i casi in cui si segnala il ritrovamento di dati personali all'interno di apparecchi elettronici (compresi i telefonini), non solo nei casi in cui essi siano ceduti ad un rivenditore per la dismissione o la rivendita, ma anche quando siano dati in consegna per riparazioni o sostituzione di componenti.

Le misure suggerite dal Garante per una "rottamazione" sicura di pc e dispositivi elettronici (con un provvedimento di cui è stato relatore Giuseppe Fortunato) hanno dunque l'obiettivo di richiamare tutti gli utilizzatori sulla necessità di assicurare una reale ed effettiva cancellazione dei dati o venga garantita la loro non intelligibilità. Le misure possono essere adottate sia nel momento preliminare della memorizzazione dei dati sia in quello successivo della loro distruzione.

  • Misure tecniche preventive
    E' bene proteggere i file usando una password di cifratura, oppure memorizzare i dati su hard disk o su altri supporti magnetici usando sistemi di cifratura automatica al momento della scrittura.
  • Misure tecniche di cancellazione sicure
    La cancellazione sicura delle informazioni su disco fisso o su altri supporti magnetici è ottenibile con programmi informatici di "riscrittura" che provvedono - una volta che l'utente abbia eliminato dei file dall'unità disco con i normali strumenti previsti dai sistemi operativi (ad es., con l'uso del "cestino" o con comandi di cancellazione) - a scrivere ripetutamente nelle aree vuote del disco. Si possono anche utilizzare sistemi di formattazione a basso livello degli hard disk o di "demagnetizzazione", in grado di garantire la cancellazione rapida delle informazioni.
  • Smaltimento di rifiuti elettrici ed elettronici
    Per la distruzione degli hard disk e di supporti magnetici non riscrivibili, come cd rom e dvd, è consigliabile l'utilizzo di sistemi di punzonatura o deformazione meccanica o di demagnetizzazione ad alta intensità o di vera e propria distruzione fisica.

La "temperanza dei consumi" è la risposta italiana alla crisi e la cautela si sta dimostrando "una polizza contro l'erosione delle risorse familiari". Gli italiani affrontano la crisi con strategie di difesa e maggiori risparmi, vengono da un anno caratterizzato dalla moltiplicazione delle paure ma a fronte di una società che continua a restare "mucillagine" (questa la definizione d'effetto usata l'anno scorso) la crisi odierna può attivare anche processi di cambiamento profondo, un adattamento innovativo che dà vita a una "seconda metamorfosi" - dopo la prima compresa fra il '45 e il '75) - dove i fattori innovati esogeni e trainanti sono l'internazionalizzazione permanente, gli immigrati, le mega cities, le donne e la cultura digitale. E questa metamorfosi "forse è già silenziosamente in marcia". È il panorama tracciato dal Censis che ha oggi pubblicato il "Rapporto sulla situazione sociale del paese 2008".

Quali i numeri? A fronte della crisi, il 71,7% degli italiani pensa che il terremoto dei mercati finanziari potrà avere ripercussioni dirette sulla propria vita mentre solo il 28,3% dichiara che ne uscirà indenne. Ma l'atteggiamento degli italiani rivela anche le possibilità insite nella crisi. Il 37% pensa infatti che la crisi potrebbe migliorarci e avere un impatto positivo costringendo a rivedere quello che non va; il 30,3% dichiara, "più cinicamente" afferma il Censis, che tutto ci scivolerà addosso; un altro 32,8% crede pessimisticamente che la crisi farà emergere egoismi e interessi esasperati.

Gli italiani sono preoccupati più di tutto (71,1%) dal rischio di dover rinunciare in futuro al tenore di vita raggiunto. Ma chi è in difficoltà? L'11,8% delle famiglie italiane, circa 2,9 milioni, possiede azioni o quote di fondi comuni, soggetti al mercato borsistico. Ci sono circa 250 mila famiglie che hanno molta difficoltà a pagare le rate del mutuo. In particolare, quasi il 60% delle famiglie con mutuo (oltre 2,8 milioni) non ha difficoltà nel pagamento delle rete, mentre il 29,1% pari a 838 mila famiglia ha qualche difficoltà ma senza rischi di insolvenza. Le aree più critiche riguardano il 9,7% delle famiglie con mutuo (circa 279 mila) che ha notevoli difficoltà e un altro 2,8%, pari a 81 mila famiglie, che non riesce a rispettare le scadenze.

I consumi hanno subito una flessione in termini reali e il livello di indebitamento delle famiglie è aumentato negli ultimi tre anni, attestandosi al 48,5% del reddito disponibile. Si tratta comunque, rileva il Censis, di livelli più bassi rispetto alla media dei paesi dell'area euro: in Francia, Spagna e Regno Unito le passività finanziarie delle famiglie superano infatti il valore del reddito disponibile.

Quali strategie per affrontare la crisi? Soprattutto risparmiare e rivolgersi a un consumo meno emozionale, più razionale. Significativamente, fra le strategie non si afferma quella di lavorare di più. Il 33,9% degli italiani dichiara infatti che intende risparmiare di più, il 25,2% sembrerebbe non avere altra strada che il taglio dei consumi mentre solo il 7,4% è orientato a lavorare di più e l'8,6% a barcamenarsi spendendo di meno. Il 3,8% dichiara che sarà costretto a intaccare i risparmi e lo 0,5% che si indebiterà.

Gli italiani sono dunque orientati alla liquidità, ritengono che i soldi vadano tenuti in contanti o in depositi bancari o postali (rispettivamente, 29,3% e 23,4%), che al limite vadano usati per le occasioni sul mercato immobiliare (22,2%) o, se si deve investire, per ricorrere ai titoli di Stato (16,4%). "La propensione alla cautela - scrive il Censis - si sta dimostrando una polizza contro l'erosione delle risorse familiari".

Sul fronte "consumi" sono 5,5 milioni gli italiani che spenderanno allo stesso modo contro 880 mila che dovranno effettuare un radicale taglio dei consumi e delle spese. Ci sono poi quote di italiani che considerano "irrinunciabili" singoli settori di consumo: il cellulare (59%, oltre il 69% fra i giovani), una vacanza l'anno di almeno una settimana (53,7%), l'automobile (50%), gli alimenti per la propria dieta quotidiana (53,7%), le spese per sport e fitness (47,8%), il parrucchiere e l'estetista (41%) mentre naturalmetne spese per dentista e visite mediche specialistiche coprono una percentuale maggiore (85,8%).

 

In Italia si sono verificati fra i 30 e i 40 casi di bimbi sospettati di essere stati colpiti da sindrome emolitico-uremica, grave infezione renale dovuta al batterio Escherichia coli O157, che compromette la funzionalità dei reni e costringe alla dialisi. Si sospetta il contagio con latte non pastorizzato e carne cruda. I casi sono stati segnalati al sistema di sorveglianza attivo presso l'Istituto Superiore di Sanità (Iss).

Il Ministero ha predisposto, con la collaborazione delle Regioni e Province Autonome, un documento approvato in Conferenza permanente per i rapporti tra lo Stato, le Regioni e le Province autonome di Trento e di Bolzano con Intesa del 25 gennaio 2007.

Tale testo costituisce una linea guida per le Regioni in quanto fornisce indicazioni circa le procedure di registrazione delle Aziende destinate alla produzione di latte crudo, le modalità di controllo ufficiale e le procedure di autocontrollo che gli stessi allevatori devono mettere in vigore per garantire un prodotto sicuro. L'Intesa prevede in particolare che ai fini delle prevenzione delle infezioni da Escherichia coli verocitotossici l'azienda di produzione che intende commercializzare latte crudo dovrà effettuare controlli analitici in allevamento, sulle feci e sul latte, volti ad escludere eventuali positività da questo tipo di agente patogeno ed escludere dalla produzione di latte crudo i soggetti portatori.

I controlli sugli animali produttori sono stati inclusi poiché il controllo del prodotto finito, da solo, non garantisce una riduzione significativa del rischio per il consumatore per la bassa prevalenza ed il carattere sporadico della contaminazione, dovuti ad escrezione fecale intermittente da parte degli animali positivi ed alla episodicità della contaminazione del latte durante la mungitura.

Pertanto come suddetto l'Intesa ha previsto l'esclusione dalla produzione di latte crudo degli animali portatori del suddetto agente patogeno.

La problematica è stata portata all'esame del Consiglio Superiore di Sanità che si è già riunito lo scorso 19 novembre. Lo stesso Consiglio si riunirà il prossimo 18 dicembre e in quella sede verranno fissate ulteriori misure a tutela della salute pubblica ad informazione dei consumatori

Per gli esperti la soluzione sta nel bollire il latte crudo. Il problema nasce dal fatto che gli animali da latte possono essere contaminati da batterio E.coli O157 senza conseguenze per la loro salute, ma il latte contaminato è pericoloso per l'uomo se non viene bollito.

La vendita diretta del latte crudo si è diffusa in Italia fra il 2004 e il 2005, amplificato dai distributori automatici e resa interessante sia dal costo contenuto sia dalla preferenza per gli alimenti naturali. Il latte crudo va distinto sia dal latte fresco che dal latte a lunga conservazione. Ecco le differenze:

  • Il latte fresco è il latte pastorizzato, venduto nelle confezioni che si acquistano normalmente al bar o al supermercato. Viene trattato a temperature relativamente basse per un tempo piuttosto breve, sufficiente per uccidere i germi patogeni senza rovinare prodotto, che resta fresco.
  • Il latte a lunga conservazione viene trattato con il calore in modo più drastico, tanto che può essere consumato nell'arco di sei mesi.
  • Il latte crudo viene commercializzato così come viene munto, senza alcun trattamento ad eccezione di una filtrazione.

Latte crudo con la dicitura "da bollire" ma anche un vertice con il Ministro dell'Agricoltura per studiare eventuali provvedimenti restrittivi e una riunione del Consiglio Superiore di Sanità. È quanto annunciato oggi dal sottosegretario alla Salute Francesca Martini, intervenuta in relazione ai casi di malattia renale provocata nei bambini dal batterio Escherichia coli O157 che sarebbero legati al consumo di latte crudo. Mercoledì 10 dicembre ci sarà dunque un vertice con il ministro dell'Agricoltura Luca Zaia e il giorno prima, il 9, si svolgerà una riunione urgente del Consiglio Superiore di Sanità.

Il sottosegretario ha annunciato un "provvedimento di informazione" che dovrà contenere indicazioni alle Regioni e alle associazioni di categoria perchè i distributori di latte crudo evidenzino l'informazione che il latte crudo non è pastorizzato e dunque non ha subito trattamenti che eliminano eventuali agenti patogeni pericolosi. "Deve essere chiaro - ha detto Martini - che il latte crudo non pastorizzato deve essere assunto solo dopo la bollitura".

 

Le pompe di benzina, in molte stazioni di servizio dell'Ue, dovranno essere dotate di attrezzature per il recupero di almeno l'85% di tali vapori. I vapori di benzina contengono benzene, sostanza altamente cancerogena, e contribuiscono alla formazione di ozono a livello del suolo (il comune smog), uno degli inquinanti atmosferici più nocivi per la salute e per l'ambiente.

La Commissione Ue ha presentato oggi una proposta legislativa per garantire la cattura e il riciclaggio dei vapori nocivi di benzina che fuoriescono durante il rifornimento delle automobili nelle stazioni di servizio.

Tutte le stazioni di servizio nuove o completamente ristrutturate con un flusso annuo di benzina superiore a 500 metri cubi dovranno essere provviste delle cosiddette tecnologie della fase II del recupero dei vapori di benzina.

Inoltre, dovranno dotarsi di tali attrezzature anche tutte le stazioni di servizio situate sotto edifici residenziali, indipendentemente dalla loro dimensione, nonché le stazioni esistenti di grandi dimensioni che abbiano un flusso annuo di benzina superiore a 3 000 metri cubi (queste ultime, entro il 2020). Le attrezzature per la fase II del recupero dei vapori di benzina sono già state installate nelle stazioni di servizio di quasi metà degli Stati membri.

La proposta di direttiva estenderà tale prassi all'intera Unione europea, contribuendo a un'ulteriore riduzione delle emissioni. È necessario che tutti gli Stati membri intervengano per far fronte all'inquinamento da ozono, che attualmente supera gli obiettivi comunitari in materia di salute in tutta l'Unione europea.

Si stima che l'inquinamento atmosferico nell'Ue, in particolare quello causato dalle polveri sottili ma, in misura minore, anche quello provocato dall'ozono a livello del suolo, causi ogni anno la morte prematura di circa 370 000 persone, riducendo la speranza di vita media di nove mesi.

Il Commissario Ue all'ambiente Stavros Dimas ha dichiarato: "Questa proposta migliorerà la salute dei cittadini europei. Contribuirà all'innalzamento degli standard di qualità dell'aria, limitando le emissioni di due inquinanti nocivi: l'ozono a livello del suolo e il benzene".

 

Si moltiplicano le proposte della Camera di Commercio di Milano per dirimere le controversie che funestano la vita dei consumatori metropolitani. Dopo aver messo a disposizione l'estate scorsa il servizio relativo alle problematiche che possono guastare le vacanze dei cittadini (vedere www.conciliazione.com), con le indicazioni su come sporgere reclamo e tentare di risolvere la controversia gratuitamente (fino a fine dicembre prossimo), semplicemente utilizzando due servizi della Camera Arbitrale di Milano, il Servizio di Conciliazione e RisolviOnline, adesso arriva la conciliazione internazionale online, che riguarda, oltre ai consumatori, anche le aziende lombarde.

Oltre ai litigi che riguardano direttamente i consumatori, le controversie riguardano infatti in molti casi anche le aziende lombarde - che rappresentano il 31% del totale italiano - per appalti, cessioni d'azienda ma anche turismo, autonoleggio e compagnie aeree.

I maggiori partner delle aziende lombarde nel mondo sono l'Europa, con quasi il 70% del totale (tra Unione europea e altri Paesi europei) e l'Asia orientale (9%), ma è in aumento il commercio con il Medio Oriente (+39,3% l'import, +17,9% l'export).

Ma per i consumatori o le aziende lombarde, litigare con un'impresa di un Paese straniero diventa da oggi meno problematico. Costi aggiuntivi e difficoltà operative dovute anche al linguaggio, alle regole giuridiche e agli approcci culturali differenti vengono affrontati con meno ostacoli grazie all'International Business Mediation Service (IBMS) e a RisolviOnline.com, due servizi progettati dalla Camera di Commercio di Milano, particolarmente adatti, per i costi molto contenuti, alla gestione delle liti tra consumatori e imprese e per tutte le liti commerciali in cui le parti si trovano a notevole distanza.

RisolviOnline.com è ormai anche un sito che da oggi può operare nelle 23 lingue ufficiali dell'Unione europea, facendo affidamento a conciliatori provenienti da 30 diversi Paesi.

"Sono 132 i casi finora gestiti con una parte estera - spiega un portavoce della Camera di Commercio di Milano - Nella maggior parte si trattava di controversie tra imprese e consumatori il cui valore medio rientrava entro i 500 euro".

I soggetti maggiormente interessati da RisolviOnline.com continuano a essere comunque i consumatori dell'Unione Europea e i motivi di controversia più frequenti riguardano nella gran parte dei casi i settori dell'autonoleggio, delle compagnie aree, del commercio e turismo.

"Il Governo e il Parlamento possono differire, per periodi limitati e in particolari contingenze, aumenti che gravano sui bilanci familiari". E' quanto ha affermato il Presidente dell'Antitrust Antonio Catricalà, durante la sua audizione alla Camera, in merito al blocco dell'aumento dei pedaggi autostradali per 4 mesi deciso nelle misure anticrisi approvate dall'ultimo Consiglio dei Ministri.

Il decreto legge cui si fa riferimento adegua le tariffe all'andamento dell'inflazione reale e tale sistema, secondo il Presidente dell'Antitrust, "non consente di ottimizzare i miglioramenti di produttività nella gestione della rete esistente". L'Autorità ritiene che "l'attuale stato di crisi economica possa giustificare un intervento di sospensione degli incrementi, purché rimanga circoscritto nel tempo".

Comunque Catricalà sottolinea che "la storia economica del Paese ha mostrato come simili provvedimenti di rado riescano a conseguire i risultati istituzionali che li ispirano al di là di un brevissimo orizzonte temporale, superato il quale i mancati ricavi vengono inevitabilmente recuperati".

Il Presidente dell'Antitrust auspica poi che si intensifichi il processo di controllo, attraverso "un organo assolutamente indipendente, un' Autorità dei trasporti di cui si sente il bisogno nel settore aereo, ferroviario e autostradale dove si vanno creando monopoli".

Catricalà si è detto contrario a una eccessiva frammentazione nella gestione delle tratte, "una polverizzazione sarebbe contraria al fatto che le quote mercato devono comunque essere utili per gli investimenti e per produrre redditi". Riguardo alla specializzazione, Catricalà ha detto che tale caratteristica non deve essere propria delle società concessionarie, e che "l' unico sistema per scegliere il migliore è la gara".

 

Tra le novità introdotte dal decreto anti crisi ce ne è una che riguarda le agevolazioni sul risparmio energetico. Introdotta con la Finanziaria 2007, l'agevolazione sarà concessa - per le spese sostenute nel 2008, nel 2009 e nel 2010 - solo se alla presenza dei requisiti previsti dalla legge (su tipologia di intervento e limiti di spesa) si accompagni la concreta disponibilità delle risorse pubbliche stanziate per tale agevolazione.

Tale disponibilità sarà determinata dall'ordine cronologico di presentazione di una nuova, apposita istanza che i soggetti interessati all'agevolazione dovranno presentare:

  • dal 15 gennaio al 27 febbraio 2009, per le spese sostenute nel 2008;
  • dall'1 giugno al 31 dicembre 2009, per le spese sostenute nel 2009;
  • dall'1 giugno al 31 dicembre 2010, per le spese sostenute nel 2010.

Confedilizia esprime perplessità circa la nuova disposizione e mette a disposizione sul proprio sito internet una nota illustrativa di tutte le norme del provvedimento di interesse per il settore immobiliare (che riguardano inoltre, fra l'altro, mutui per l'acquisto della prima casa e la detassazione dei progetti di arredo urbano).

Anche Amici della Terra ha qualche dubbio: "con il varo del decreto anticrisi - sostiene l'associazione - il governo rende di fatto impraticabile l'erogazione degli incentivi vigenti per l'efficienza energetica e le fonti rinnovabili e riduce il reddito disponibile degli italiani necessario a rilanciare i consumi e gli investimenti per superare la crisi. Inoltre, viene meno uno strumento indispensabile per promuovere le tecnologie di riduzione di emissione di gas serra attraverso l'efficienza energetica e l'uso delle fonti rinnovabili".

Nelle ultime settimane gli Amici della Terra hanno evidenziato i primati dell'Italia nell'ambito dell'efficienza energetica e suggerito che il nostro Paese dovesse puntare a integrare il pacchetto energia della EU con misure utili a conseguire effettivamente l'obiettivo del 20% di efficienza al 2020.

In particolare, hanno dimostrato che, con una simile integrazione, la riduzione delle importazioni di energia rispetto ai livelli del 2005 sarebbe tale da portare ad un saldo costi benefici positivo per l'Europa e più equo per l'Italia. Per il nostro paese, questa sarebbe la sfida da lanciare non solo nel contesto europeo ma anche in quello globale, ma le misure contenute nel decreto anticrisi vanno nella direzione diametralmente opposta e rendono manifesta l'inadeguatezza della politica ambientale ed energetica del governo e l'approssimazione delle misure anticrisi.
 

Unicredit lancia "un paracadute per le famiglie in difficoltà" con l'iniziativa "Insieme 2009": si potrà sospendere il pagamento della rata del mutuo gratuitamente fino a un massimo di 12 mesi. L'iniziativa si rivolge ai clienti in temporanea difficoltà economica, alle famiglie che hanno acceso un mutuo presso una delle banche del gruppo e non riescono a pagare la rata.

In particolare, spiega Unicredit in una nota, "Insieme 2009" riguarda le famiglie che non riescono a pagare la rata "a causa di uno dei seguenti eventi nel periodo che va dal 1/10/08 al 31/12/09: "perdita del posto di lavoro per dipendenti a tempo indeterminato e per tutte le categorie di lavoratori atipici; Cassa Integrazione Ordinaria e Straordinaria; separazione o divorzio, per famiglie con figli a carico; decesso di uno degli intestatari". L'iniziativa riguarda le famiglie a minor reddito (fino a 25.000 euro lordi per nucleo familiare al momento della sottoscrizione del mutuo) e coinvolge più di 260.000 famiglie, circa il 30% del portafoglio mutui privati del Gruppo UniCredit.

Le rate sospese saranno posticipate alla scadenza del mutuo senza oneri aggiuntivi per il cliente e verranno pagate al termine del piano di ammortamento, per il numero di mensilità corrispondenti alla rate sospese.

 

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