Fabio Piccolini
Presidente
Consumers' Forum |
Cari lettori e lettrici,
siamo fieri di aver inaugurato con “Consumeeting 2013”, la prima edizione di un’assemblea generale dei più importanti stakeholder del consumerismo italiano ed europeo. Consumatori, imprese e istituzioni: idee a confronto, il titolo di questa edizione.
Una due giorni densa di contenuti e di interlocutori che hanno approfondito, anche grazie all’impegno dei gruppi di lavoro tematici di Consumers’ Forum, composti dai Soci (associazioni di consumatori, imprese e università), i più attuali temi consumeristi.
La prima giornata, intitolata “Diritti dei Consumatori in Italia e in Europa. Quale Consumerismo”, ha visto la presentazione di due ricerche complementari, realizzate da Consumers’ Forum, alla presenza, per citare solo uno degli intervenuti di Neven Mimica, neo Commissario europeo per la Protezione dei Consumatori, alla sua prima uscita ufficiale in Italia.
La prima, in collaborazione con Ipsos, è una ricerca quantitativa raccolta in Italia e in altri cinque paesi europei (Francia, Polonia, Spagna, Germania, Regno Unito) e nella pratica rappresenta la quinta edizione del nostro Osservatorio sulle tendenze dei consumatori e le abitudini di consumo.
Alle prospettive del consumerismo in Italia è dedicato, invece, il lavoro curato dal Censis attraverso il punto di vista di un set di testimonials d’eccezione. Ne emerge l’eccessiva frammentazione del mondo associativo consumerista e lo sbilanciamento del ruolo di assistenza ex post, a discapito del ruolo più strategico di prevenzione, educazione e informazione che le associazioni di consumatori dovrebbero privilegiare, sebbene dia risultati più a lungo termine.
La seconda giornata, intitolata “Diritti, Liberalizzazioni e Competitività. Quali prospettive per i Consumatori?” ha tra l’altro commentato i risultati della ricerca su “Liberalizzazioni e Competitività”, svolta in collaborazione con Università di Catania.
Dalla due giorni è emerso che il consumatore italiano è sfiduciato, sofferente, ai margini dell’Europa che “conta”, nella quale ha fiducia ma che ritiene lontana. Non ha ottimi rapporti con le imprese con cui si rapporta e ha fiducia nelle proprie rappresentanze che però vuole sempre più professionalizzate. In una situazione come quella descritta per raggiungere risultati utili per i consumatori ma non solo, è necessario non rimanere ancorati al consumerismo anni ’90, pur se ha avuto tanti successi, per entrare in uno sempre più proiettato verso il futuro, capace di essere un interlocutore reale e forte delle imprese e non solo una voce nei “media” e, soprattutto, in grado di essere sempre un passo avanti rispetto all’evolversi delle situazioni che, crisi o non crisi, ogni giorno i consumatori devono affrontare.
All’anno prossimo! |