Il 1° gennaio 2010 dovrebbe entrare in vigore l'azione di classe. Oggi nel corso di un convegno organizzato da Consumers'Forum si sono confrontati Confindustria e Consumatori sui possibili scenari. "Sulla class action è difficile trovare un accordo", ha esordito il presidente di CF, Sergio Veroli, "ma noi siamo tanto ambiziosi da pensare che c'è spazio per un confronto costruttivo come avvenuto nel caso della conciliazione - cui CF dedicherà il prossimo evento alla fine di gennaio - su cui imprese, consumatori e Confindustria hanno espresso la comune volontà di mantenere la struttura attuale".

Il convegno si è aperto con la relazione introduttiva del prof. Enrico Minervini, docente di diritto privato all'Università degli Studi di Napoli, che ha avuto il compito di individuare alcuni nodi problematici della nuova norma. "Da un punto meramente teorico il nuovo articolo 140- bis (contenuto nella Legge 99 del 23 luglio 2009) è di gran lunga migliore rispetto al vecchio", ha esordito il Professore "in quanto opera una scelta inequivocabile per un modello (l'azione di classe) laddove il precedente (contenuto nella legge Finanziaria 2008) non era stato altrettanto chiaro. Tuttavia - prosegue Minervini - ci sono una serie di nodi di non poco conto lasciati aperti".

Il Professore ha fatto riferimento, innanzitutto, all'entrata in vigore che potrebbe ancora slittare e al limite temporale degli illeciti compiuti dopo il 15 agosto 2009: "Tale previsione - spiega Minervini - è giustificabile solo da un punto di vista politico dal momento che, dal punto di vista tecnico, essendo questa una norma processuale dovrebbe essere applicata indistintamente a tutti gli illeciti". Il professore, riferendosi alla norma che riconosce la legittimazione attiva a ciascun componente della classe, ha rivenuto un atteggiamento "troppo debole" da parte delle associazioni dei consumatori che, al contrario, avrebbero dovuto farsi sentire di più. Minervini ha poi puntato l'attenzione sulle ipotesi esperibili (contratti ex art. 1341 e 1342 c.c.; danno da prodotto; pratiche commerciali scorrette; comportamenti anticoncorrenziali); sul meccanismo di adesione ("Sarebbe stato meglio prevedere l'opt-out piuttosto che l'opt-in") nonché sulla scelta di investire solo sei Tribunali delle azioni di classe con le conseguenze che ne derivano in termini di sovraffollamento delle cause. Concludendo il Professore ha sostenuto che "il meccanismo dell'azione di classe può funzionare solo su controversie medio piccole e in presenza di eccellenza di virtù nelle imprese, nei magistrati, nelle associazioni dei consumatori e negli avvocati". "In particolare - ha concluso Minervini - è necessario che le imprese vedano in essa un'opportunità e non una minaccia".

Marcella Panucci, Direttore Affari Legislativi di Confindustria, ha aperto il suo intervento definendo l'azione di classe un rimedio eccezionale: "Siamo convinti che possa essere un ottimo deterrente affinchè diminuiscano sempre di più gli illeciti perpetrati dalle imprese a danno di una pluralità di consumatori". Il Direttore parlando dell'entrata in vigore della norma ha fatto sapere che un eventuale nuovo slittamento è stato smentito da più parti. Sul meccanismo di adesione la Panucci ha le idee chiare: "Quello che Confindustria temeva era un'assoluta imprevedibilità dell'impatto dell'azione di classe sul bilancio delle aziende. L'opt-in consente una previsione dell'impatto e per questo siamo più favorevoli a questo meccanismo piuttosto che all'opt-out".

"L'esigenza dello strumento dell'azione di classe proviene dalle inefficienze del mercato". Così ha esordito Massimiliano Dona, segretario generale dell'Unione Nazionale Consumatori convinto che le lamentele vanno indirizzate "non a Confindustria ma a chi ha la responsabilità di Governo del Paese". "Il Governo - ha proseguito Dona - nello svolgere il suo compito ha scritto delle norme con mano tremante per la preoccupazione di mettere mano a quelle stese norme". Dona ha analizzato una ad una le preoccupazioni del Governo a partire dal ruolo "troppo esuberante" delle associazioni: "Il Legislatore ha voluto cambiare approccio legittimando ad agire ciascun danneggiato". Secondo il Segretario Generale dell'Unc, il sistema non funzionerà perché "è inverosimile che il singolo si assuma la responsabilità di un'azione collettiva: sceglierebbe piuttosto un'azione individuale mettendosi al riparo da eventuali condanne qualora il Giudice ritenga non ammissibile l'azione di classe". Dona si è detto preoccupato anche per l'utilizzo dell'aggettivo "identico" utilizzato per definire il campo di applicazione della norma. "Il Legislatore lo utilizza ma ben si guarda dallo specificare in che cosa consista tale rapporto di identità", sostiene il Segretario che, riferendosi, ai 6 Tribunali competenti, intravede la volontà di "voler portare lontano dal territorio le varie cause". Dona conclude soffermandosi sull'aspetto che lo preoccupa maggiormente, quello del filtro. "Si tratta di un filtro per nulla equilibrato. Se il legittimato attivo prende lucciole per lanterne, viene condannato al pagamento delle spese legali; per lite temeraria; a pubblicizzare la mancata ammissibilità della proposta".

Oltre 39 miliardi di euro in soli 9 mesi. E' questo il bilancio di quella che è diventata una delle più grandi industrie italiane, che è arrivata a coinvolgere 35 milioni di italiani: stiamo parlando del mercato del gioco, fenomeno omai trasversale, che coinvolge tutte le età ed entrambi i sessi. Il trend di crescita continuerà fino a toccare 58 miliardi di euro nel 2010. E' il quadro che risulta dall'indagine realizzata da Eurispes sul gioco in Italia, presentata oggi a Roma.

"Rispetto alla nostra prima indagine sul gioco, che abbiamo realizzato nel 2001, oggi il panorama è cambiato, il gioco è diventato una vera e propria industria e il fisco ringrazia. Il gioco, infatti - ha dichiarato il presidente dell'Eurispes, Gian Maria Fara - è ormai un grande attore delle risorse dello Stato. E' importante dunque che il gioco sia regolamentato nei vari settori, prosciugando così quelle sacche di illegalità che, secondo le nostre stime, coinvolgono ancora il 40% del totale. La ricerca Eurispes - ha aggiunto il Prof. Fara - svolge un ruolo fondamentale in questo; già nel 2001 la prima indagine realizzata dall'istituto diventò un punto di riferimento anche per il legislatore che cominciò a considerare il gioco come un fenomeno sociale ed economico vero e proprio".

E infatti in seguito a quella indagine il legislatore ha risposto con il decreto 269 (del 30 settembre 2003) che ha bonificato il territorio dei videopoker, introducendo nel settore autorizzazioni e tassazioni, ed ha introdotto gli apparecchi da intrattenimento New Slot, istituendo anche la nuova figura del concessionario di rete. Nel 2006 è arrivato il decreto 223, il cosiddetto Bersani-Visco, che ha legalizzato i giochi a distanza e ampliato la rete fisica delle agenzie di scommesse, rendendo il gioco lecito più accessibile per chiunque.

Oggi, la novità principale, è il gioco sul web, che sta avendo un grandissino successo. Il 2009 può essere considerato l'anno della svolta dei giochi a distanza, con la definitiva affermazione del poker on line che ha toccato quasi i 2 miliardi di euro, superando sia i giochi a base ippica sia il bingo. Nel 2008 scommesse e Skill Games hanno riscosso il maggiore successo , ma è importante precisare che si tratta di giochi (poker, scommette, Lotto, SuperEnalotto e bingo fruibili in rete) tutti autorizzati dall'Aams e regolamentati secondo disposizioni normative. Internet dunque ha permesso al mercato del gioco di allargare il suo bacino di utenza.

Dall'indagine Eurispes emerge che il 13,7% dei giocatori nutre una vera e propria passione per i giochi on line. Sono gli uomini (15,4%) più delle donne ad aver maggiormente sperimentato il gioco on line; nella maggior parte dei casi i giocatori hanno tra i 35 e i 44 anni o tra i 18 e i 24. Quasi il 65% di chi utilizza la rete per giocare si dedica al Poker, il 50% fa scommesse e il 30% gioca al casinò. Il 69% dei giocatori on line lo fa occasionalmente, ma c'è chi si è già fatto prendere la mano: il 4,7% dichiara di giocare on line sempre. La dipendenza dal gioco è infatto uno dei rischi indicati per l'8,5% dei giocatori, ma, nel caso dell'on line, la preoccupazione maggiore dei giocatori è che dietro ai siti che propongono poker e scommesse si nascondano truffe.

Al di là del nuovo fenomeno del gioco on line, sono le NewSlot a rappresentare la grossa fetta del mercato del gioco in Italia, cui è riconducibile la crescita di circa 20 miliardi di euro riscontrata nel settore dei giochi tra il 2003 e il 2006. E questo incremento notevole dell'uso delle NewSlot è dovuto soprattutto alla regolamentazione del settore, introdotta nel 2003, che ha fatto fluire il gioco nei canali istituzionali, a scapito della criminalità organizzata e dell'evasione fiscale.

Parte da domani il bonus gas, che permetterà di ottenere una riduzione di circa il 15% sulla bolletta con validità retroattiva al primo gennaio 2009 (per le domande presentate entro il 30 aprile 2010). Il bonus gas sarà cumulabile con il bonus elettrico. L'aiuto per le famiglie in difficoltà è stato introdotto dal Ministero dello Sviluppo Economico e definito nelle modalità applicative dall'Autorità per l'energia, con la collaborazione dei Comuni. In particolare, informa una nota congiunta del Ministero e dell'Autorità, "il bonus prevede uno sconto annuo del 15% circa (al netto da imposte) sulla bolletta del gas naturale a seconda della numerosità della famiglia e del tipo di consumo, con riduzioni che possono arrivare fino a 160 euro per le famiglie fino a quattro componenti, mentre le famiglie numerose, con più di tre figli, potranno ottenere una riduzione fino a 230 euro".

Ma quali sono nel dettaglio i requisiti del bonus? Questo può essere richiesto per il gas metano distribuito a rete (non per il gas in bombola o per il GPL), per i consumi nell'abitazione di residenza. Per fare domanda, occorre essere titolari di un contratto diretto di fornitura del gas e di un indicatore ISEE (l'Indicatore di Situazione Economica Equivalente, che non coincide con il reddito personale), non superiore a 7.500 euro; nel caso di famiglia numerosa, con più di tre figli a carico, l'ISEE non dovrà essere superiore a 20.000 euro. Il bonus può essere richiesto anche da coloro che utilizzano impianti di riscaldamento condominiali.

Il valore del bonus sarà differenziato:

  • per tipologia di utilizzo del gas (solo cottura e acqua calda; solo riscaldamento; oppure cottura, acqua calda e riscaldamento insieme);
  • per numero di persone residenti nella stessa abitazione;
  • per zona climatica di residenza, tenendo conto delle specifiche esigenze di riscaldamento delle diverse località.

Presentando la domanda entro il 30 aprile 2010, si potrà ottenere il bonus con effetto retroattivo al 1° gennaio 2009. A tutti i clienti che hanno sottoscritto direttamente un contratto di fornitura gas, il bonus sarà riconosciuto come una deduzione in bolletta. Chi ha un impianto di riscaldamento centralizzato-condominiale, potrà ritirare il bonus presso gli sportelli delle Poste Italiane che provvederanno a comunicare direttamente agli interessati la disponibilità dei bonifici. Il diritto al bonus è valido per 12 mesi.

Per avere le informazioni sui requisiti per accedere ai bonus (gas ed elettricità) e su come presentare le domande ai Comuni (o a istituti eventualmente designati quali i Caf), é possibile visitare i siti www.autorita.energia.it; www.sviluppoeconomico.gov.it; www.bonusenergia.anci.it; oppure chiamare il call center (promosso dall'Autorità per l'energia e gestito dall'Acquirente Unico) al numero verde 800.166.654 (ore 8-18, lunedì-venerdì).


 

E' stato firmato oggi un protocollo di conciliazione tra Sorgenia e 11 associazioni dei consumatori che fanno parte del Consiglio Nazionale dei Consumatori e degli Utenti (Adiconsum, Adoc, Assoutenti, Cittadinanzattiva, Codici, Confconsumatori, Federconsumatori, Movimento Consumatori, Movimento Difesa del Cittadino, Unione Nazionale Consumatori, Centro Tutela Consumatori e Utenti). Dopo un anno di sperimentazione, che ha permesso all'azienda e alle associazioni dei consumatori di concordare e rendere operativo il regolamento per lo svolgimento della conciliazione, il ricorso alla conciliazione paritetica per le controversie fra Sorgenia e clienti diventa un documento ispirato alle raccomandazioni europee.

Novità principale dell'accordo è che la procedura di conciliazione non riguarderà solo i titolari di fornitura di energia elettrica o di gas per uso domestico o condominiale, ma anche le piccole partite IVA con utenze di potenza non superiore ai 6 kW per l'elettricità o ai 3.000 metri cubi l'anno per il gas. Basterà compilare un modulo scaricabile dal sito Internet di Sorgenia e inviarlo per posta ordinaria o mail a un ufficio ad hoc costituito presso la sede della società. Una commissione di conciliazione, composta da un rappresentante di Sorgenia e da uno delle associazioni dei consumatori, favorirà il contatto tra la società e i clienti al fine di consentire la composizione pacifica della controversia.

L'accordo prevede anche delle penali a carico di Sorgenia nei casi in cui, al termine della conciliazione, la società non rispetti i tempi previsti per il pagamento di eventuali indennizzi ai clienti.

L'azienda ha poi concordato con le associazioni dei consumatori un decalogo con le regole di comportamento al quale dovranno attenersi le agenzie commerciali partner della società per assicurare una maggiore tutela dei consumatori. Tale decalogo sarà parte integrante dei contratti con le agenzie. Comunicazione corretta e trasparente, precise condizioni contrattuali ed economiche, modalità e tempi di fatturazione, nonché il metodo utilizzato per l'addebito dei consumi sono alcune delle regole del decalogo.

L'agente assicurativo deve essere una persona competente a cui ci si rivolge per una garanzia di sicurezza e non per ovviare a qualche obbligo di pagamento. E per questo il cittadino deve potersi fidare dell'assicurazione e, la compagnia deve fornire un servizio di qualità, considerando il cliente una risorsa e non un numero. E' così che dovrebbe essere, e invece? Invece il settore delle assicurazioni continua ad alimentarsi di un terreno opaco, stantio e corporativo. Ed è per questo che gli Agenti di assicurazione insieme alle associazioni dei consumatori hanno indetto oggi a Roma una conferenza stampa per portare all'attenzione del Governo questo problema.

Consumatori e Assicuratori stanno conducendo insieme una battaglia per difendere le novità introdotte dal decreto Bersani che ha cercato di rendere questa fetta di mercato più competitiva e trasparente, a tutela del cittadino che dovrebbe così beneficiare di un servizio migliore.

"Siamo accanto agli agenti assicurativi in una battaglia comune a favore del consumatore - ha detto Roberto Tascini, Segretario nazionale di Adoc che ha preso parte alla conferenza, insieme a Francesco Avallone, vicepresidente di Federconsumatori e Antonio Longo, presidente di Movimento Difesa del Cittadino (MDC).

"Il settore delle assicurazioni - ha aggiunto Tascini - è in continua crescita e le tariffe aumentano molto di più degli incrementi inflattivi. Dal 1996 al 2008 le tariffe sono aumentate del 149% e siamo preoccupati di un ulteriore aumento del 5%. Dunque la convergenza tra noi e gli agenti assicurativi, prima di tutto in difesa della liberalizzazione introdotta da Bersani, deve portare ad una maggiore trasparenza visto che questo settore, come quello bancario, è caratterizzato da una scarsa informazione ai consumatori".

Accanto alle associazioni dei consumatori ci sono le due associazioni di categoria degli agenti assicurativi, il Sindacato Nazionale Agenti (SNA) e l'Unione Nazionale Agenti Professionisti di Assicurazione (UNAPASS) che hanno messo in luce un'altra problematica: quella delle aree difficili, sostanzialmente le Regioni meridionali, che stanno correndo il rischio di essere abbandonate dalle compagnie d'assicurazione.

"In aree come Napoli e Palermo, caratterizzate da un alto tasso di sinistri - ha spiegato Giovanni Metti, presidente nazionale SNA - le compagnie non si preoccupano di gestire meglio la liquidazione degli incidenti, andando anche a scardinare il meccanismo delle truffe, ma aumentano in modo indiscriminato le polizze, danneggiando così tutti i consumatori. Il cittadino così viene indotto anche a trovare altre strade eludendo la legge e correndo il rischio di affrontare incidenti senza la copertura assicurativa. L'agente assicurativo è colui che presta un servizio al cittadino, mentre attualmente le compagnie non fanno altro che aumentare i costi e abbandonare le aree svantaggiate".

Il vicepresidente di Federconsumatori ha insistito sul fatto che soltanto riducendo il costo dei sinistri, gestendoli meglio, si può davvero incidere sul bilancio. Il presidente di MDC Antonio Longo ha sottolineato il fatto che l'assicuratore deve essere sinonimo di sicurezza e non di "pagamento obbligatorio".

Il 4 dicembre scorso la Federazione Unitaria SNA-UNAPASS ha inviato al Governo, all'Ania, all'Isvap e all'Antitrust, una lettera in cui si chiede urgentemente un tavolo di confronto con le principali compagnie assicurative per individuare insieme delle soluzioni a questi problemi, evitando che i costi non ricadano soltanto sui cittadini e sugli agenti assicurativi.

 

In Italia il futuro del rinnovabile sembra promettente, in particolare per il fotovoltaico. E' quanto emerge dal rapporto Deploying Renewables - Principles for Effective Policies dell'Agenzia Internazionale per l'Energia-IEA che è stato presentato oggi a Roma preso il Ministero dello sviluppo Economico. Lo studio ha fatto un'analisi comparativa dell'efficacia delle politiche di incentivazione delle energie rinnovabili adottate nei 30 Paesi membri dell'Ocse e in Brasile, Russia, Cina, India e Sud Africa, nel periodo che va dal 2000 al 2005.

Già nel 2005 questi 35 Paesi rappresentavano l'80% dell'energia elettrica mondiale da fonte rinnovabile, il 77% dell'energia rinnovabile termica e il 98% dei combustibili alternativi per trasporto. Ma dal rapporto si evince che soltanto un numero ristretto di Paesi ha attuato efficaci politiche di stimolo dell'energia rinnovabile che rappresenta, secondo l'IEA, un immenso potenziale di sviluppo. Dunque i Governi nazionali devono fare di più, oltre che sperare ad un accordo internazionale che si prospetta in questi giorni all'interno del vertice di Copenaghen.

"L'Italia vuole essere tra i protagonisti della diffusione delle nuove tecnologie energetiche" ha dichiarato Stefano Saglia, Sottosegretario allo Sviluppo Economico con delega all'energia, che ha introdotto la presentazione del rapporto. "Troppo spesso il nostro dibattito politico attorno alle nuove fonti energetiche si concentra sul nucleare, ma questa non è l'unica politica che stiamo attuando - ha spiegato Saglia - Il nucleare è fortemente correlato alle rinnovabili e noi crediamo che il nucleare oltre che un'opportunità sia una necessità per la sicurezza energetica perché garantisce quella continuità di approvvigionamento che le rinnovabili non assicurano".

"Ma la nostra volontà è anche quella di lavorare sulle rinnovabili perché siamo convinti che la green economy possa essere per l'Italia una nuova rivoluzione industriale, che oltre a creare prodotto interno lordo crea occupazione. E per questo - ha aggiunto il Sottosegretario - non vogliamo essere attori passivi; il nostro approccio è infatti organico e prevede incentivi compatibili con le bollette degli italiani. Purtroppo oggi non ci sono ancora regole chiare agli operatori e lavoreremo proprio per superare questo gap. Ci assumiamo così - ha concluso Saglia - un impegno nei confronti degli operatori italiani e della comunità internazionale ottenendo al più presto un quadro certo di regole economicamente e ambientalmente sostenibili. Stefano Saglia ha ribadito che l'obiettivo del Governo è quello di creare un mix energetico che includa il 25% di nucleare, il 25% di fonti rinnovabili e il 50% di idrocarburi. In particolare il rilancio delle rinnovabili dovrà partire dalle Regioni del Mezzogiorno che sono ricche di queste materie prime.

"Un consiglio per i giovani" sui temi della casa, del mutuo, dell'impresa, della famiglia, degli stranieri e dell'accesso alla professione notarile: è l'iniziativa lanciata oggi, un servizio telematico di informazione e consulenza gratuito, frutto di un protocollo d'intesa siglato questa mattina a Palazzo Chigi fra il Ministro della Gioventù e il Consiglio Nazionale del Notariato.

Il servizio telematico sarà disponibile sul sito web del Ministero della Gioventù www.gioventu.it e su quello del Notariato italiano www.notariato.it: è aperto a tutti i giovani ed è caratterizzato, oltre che da una serie di pagine informative, da un servizio di risposte a quesiti che si potranno inviare direttamente ai notai che presteranno il servizio di consulenza.

Da oggi i clienti Eni avranno a disposizione la conciliazione per risolvere eventuali controversie. E' stato, infatti, firmato il Protocollo di conciliazione fra l'amministratore delegato dell'Eni, Paolo Scaroni, e i rappresentati delle associazioni dei Consumatori aderenti al Consiglio Nazionale Consumatori Utenti (CNCU). Dopo la fase sperimentale partita a gennaio di quest'anno che ha riguardato i clienti gas del mercato domestico del Veneto, la conciliazione è ora estesa su tutto il territorio nazionale.

Sarà dunque possibile risolvere le richieste dei clienti per la ricostruzione dei consumi per contestazioni di fatturazioni in bolletta (nel caso di blocco totale o parziale del misuratore o di misuratore illeggibile). E si potrà richiedere la rateizzazione di fatture anomale.

Materassi Eminflex nel mirino dell'Antitrust, che ha sanzionato la società che li pubblicizza, la CEM SpA, con una multa di 65 mila euro per pratica commerciale scorretta. Sotto i riflettori dell'Autorità, dopo le segnalazioni dei consumatori, sono finite infatti le televendite sulle reti Mediaset (Rete4 e Canale5) fatte dal 2007 al 2009 e attraverso il sito internet per la pubblicizzazione dei materassi a marchio Eminflex. L'accusa: nelle televendite vengono fornite informazioni inesatte sul prezzo di vendita - il consumatore non veniva avvertito se includesse o meno l'Iva - sulla quantificazione delle spese di spedizione, sugli articoli qualificati come "regali" che risultavano di qualità inferiore e non conformi alle immagini mostrate, nonché la possibilità e le modalità del diritto di recesso. In relazione ai regali, poi, interveniva anche la presenza di "noti personaggi del mondo dello spettacolo" che invitavano i telespettatori all'acquisto.

Una campagna di richiamo per circa mezzo milione di automobili Fiat Grande Punto è stata avviata dall'azienda, che sta mandando una lettera ai possessori dell'automobile invitandoli a far controllare la vettura. L'automobile è infatti finita sul bollettino Rapex, il sistema di allerta rapido dell'Unione europea per i prodotti pericolosi, nel bollettino del 27 novembre, e riguarda i modelli Fiat Grande Punto e Grande Punto Abarth. Secondo il Rapex, le autovetture presentano un difetto di fabbricazione nel piantone dello sterzo: il rischio, causato da "un possibile serraggio non corretto del piantone dello sterzo superiore", è la possibile rottura dell'albero "con conseguente perdita del controllo direzionale che potrebbe portare a un incidente".

La Fiat sta dunque invitando i consumatori a rivolgersi all'azienda per un controllo gratuito. Le automobili sono state vendute metà in Italia e metà all'estero.

La crisi economica non ha determinato "il temuto tracollo sociale generalizzato": c'è una "stressata resistenza delle famiglie" che, complici i fattori strutturali della famiglia italiana, hanno ripensato stili di vita, tagliato gli sprechi, ridotto i consumi, modificato le abitudini alimentari, cercato i prezzi più convenienti. Il 28,5% delle famiglie ha avuto difficoltà a coprire le spese mensili con il proprio reddito, ma ha fatto ricorso a una serie di fonti alternative per sostenere le difficoltà. Sono alcuni dati che emergono dal Rapporto Censis, giunto alla 43a edizione, che analizza e interpreta tutti i fenomeni socio-economici del Paese.

Se ci si sofferma sulla dimensione della famiglia, "tra i fattori strutturali dell'italian way of life, che la crisi ha finito per esaltare, vanno ricordati il basso indebitamento privato, la propensione al risparmio e all'accumulazione di ricchezza reale, le garanzie di tutela del welfare grazie all'ampiezza della copertura pubblica". Così il 71,5% delle famiglie dichiara che il reddito mensile è sufficiente a coprire le spese mensili: la quota sale al 76,7% al Nord-Ovest, a quasi il 79% al Nord-Est, al 71% al Centro, mentre al Sud scende al 63,5%. Maggiori difficoltà hanno incontrato le famiglie monogenitoriali (circa il 39% ha avuto difficoltà nel coprire le spese mensili con il proprio reddito) e quelle residenti nei Comuni tra 10 mila e 30 mila abitanti (32,9%).

"Il 28,5% delle famiglie che ha avuto difficoltà a coprire le spese mensili con il proprio reddito ha fatto ricorso a una pluralità di fonti alternative, con una miscela che si è dimostrata efficace": il 41% ha fatto ricorso a risparmi accumulati in passato; in oltre un quarto delle famiglie uno o più membri hanno svolto qualche lavoretto saltuario; oltre il 22% ha utilizzato la carta di credito per rinviare al mese successivo i pagamenti; il 10,5% si è fatto prestare soldi da familiari, parenti, amici; l'8,9% ha fatto ricorso ai prestiti di istituti finanziari; il 5,1% ha acquistato presso commercianti che fanno credito.

Gli italiani hanno tagliato gli sprechi. Oltre l'83% delle famiglie negli ultimi 18 mesi ha modificato le proprie abitudini alimentari; di queste, la quota preponderante (quasi il 44%) ha modificato poco, il 32,2% ha modificato abbastanza, quasi il 7% molto. I cambiamenti riguardano per il 40% proprio il contenimento degli sprechi. Nei consumi si va inoltre alla ricerca dei prezzi più convenienti: un cambiamento segnalato dal 39,7% delle famiglie intervistate.

E' nata una nuova associazione dei consumatori europea. Si chiama European Consumers Union (ECU) ed è composta, per il momento dalle associazioni dei consumatori di 14 paesi dell'Unione Europea che sono, oltre all'Italia che con Federconsumatori e Adusbef ne è stata promotrice, Belgio, Bulgaria, Cipro, Estonia, Francia, Grecia, Lituania, Portogallo, Romania, Slovacchia, Slovenia, Spagna Ungheria. Si tratta dunque di una vera e propria associazione dei consumatori che non si limiterà a svolgere il ruolo di lobby nei confronti delle istituzioni europee, ma cercherà di raccogliere le esigenze delle realtà associative grandi e piccole dei vari paesi, dando così voce a tutti i consumatori e sviluppando una reale politica del consumo consapevole.

Nel 2010 le famiglie che hanno un mutuo e si troveranno in una situazione di rischio - cioè con una incidenza della rata sul reddito familiare superiore al 30% - saranno il 26%. Le famiglie più esposte saranno quelle unipersonali, con un solo genitore e un figlio a carico, con un titolo di studio medio-basso. Si concentreranno soprattutto nel Centro Nord (Liguria, Trentino, Lombardia, Toscana e Puglia). Considerando invece le famiglie che passeranno dall'affitto al mutuo, la percentuale di nuclei a rischio aumenterà fino al 37,5%, con una ulteriore rischiosità ancora per le famiglie unipersonali, con un genitore e un figlio a carico, per diplomati e lavoratori autonomi. Sono le previsioni dello scenario più critico, quello che prevede un peggioramento della crisi economica, elaborate dall'Osservatorio regionale sul costo del credito, promosso dalla Caritas Italiana e dalla Fondazione Culturale Responsabilità Etica e realizzato in collaborazione con il Centro culturale Francesco Luigi Ferrari.

Le stime sono state presentate oggi a Roma presso l'Abi e, sulla base dei dati disponibili al 2006, elaborano delle previsioni per il 2009 e per il 2010 sulla base di due scenari: uno tendenziale, con le aspettative più diffuse circa l'andamento della crisi economica, e uno alternativo con previsioni di peggioramento della crisi. Lo scenario tendenziale rileva che nel 2010 l'incidenza delle famiglie a rischio è pari al 25% mentre sale invece al 26% considerando lo scenario alternativo. "Tuttavia - si legge nel Rapporto - permangono vari elementi di incertezza rispetto alle prospettive per il prossimo anno, in particolare la situazione del mercato del lavoro ed il rischio di un ulteriore peggioramento della disoccupazione, che avrebbe delle ricadute rilevanti sui redditi familiari e conseguentemente sull'aumento della percentuale di famiglie a rischio".

L'analisi basata sulle famiglie in affitto "denota una maggiore vulnerabilità - prosegue il Rapporto - che si presenta nell'accesso al credito e nella sostenibilità economica dell'indebitamento". Lo scenario tendenziale in questo caso prevede una riduzione dell'incidenza delle famiglie a rischio rispetto al 2006 (37%) mentre lo scenario sfavorevole prospetta un'incidenza pari al 37,5%.

Per il Rapporto servono dunque "politiche fiscali più eque" per una crisi iniqua perché si riflette in modo diverso sui diversi settori lavorativi. "Il ricorso al mutuo da parte dei redditi familiari più bassi - si legge - riflette una sostanziale chiusura di canali alternativi, a basso costo quali le immobiliari etiche o l'autocostruzione, per accedere alla casa. Rispetto ai livelli reddituali si conferma la necessità di politiche di tutela del potere di acquisto in particolare con politiche fiscali più eque".

 

Il 30% delle ghirlande natalizie è a rischio evidente di scosse elettriche o di incendi e rappresenta dunque un pericolo per la sicurezza. Su 196 campioni esaminati, il 25% delle ghirlande luminose non ha superato le prove di sicurezza per l'ancoraggio dei cavi, il 23% ha cavi troppo sottili con aumento dei rischi di surriscaldamento, il 28% non ha superato le prove di sicurezza sui cavi come l'isolamento.

Nel 41% del campione esaminato mancavano le avvertenze e nel 35% adeguate istruzioni per l'uso. Riguardo all'origine dei prodotti pericolosi, il 41% circa dei campioni esaminati viene dalla Cina. Sono i risultati di una relazione pubblicata oggi dalla Commissione europea, che presenta i dati di un progetto comune di sorveglianza del mercato che coinvolge autorità competenti di 5 Stati membri (Ungheria, Germania, Slovacchia, Slovenia e Paesi Bassi) e la Commissione europea.

"Se vogliono i lumi natalizi, i consumatori devono essere sicuri che la loro sicurezza non sia in pericolo - sostiene il commissario Meglena Kuneva - I consumatori sono disposti a spendere e a scegliere in occasione degli acquisti natalizi, ma mai a scapito della sicurezza. Questa relazione è un campanello d'allarme. Le autorità nazionali e l'industria intensificheranno gli sforzi per colmare le carenze e i difetti che una serie di prodotti scadenti fanno entrare nei negozi e nelle nostre case. Ma per ridurre al minimo i rischi di sicurezza occorre anche la collaborazione dei consumatori: bisognerà che essi siano vigili, attivi e consapevoli in modo che tutti possano trascorrere un Natale sicuro e sereno".

 

"La sicurezza  è il pilastro su cui poggia l'intera attività del settore bancario. Per prevenire ulteriormente il fenomeno è necessario continuare a lavorare su quattro direttrici fondamentali: ridurre l'ampia circolazione di contante che ancora caratterizza l'Italia, in ritardo nell'utilizzo degli strumenti di pagamento elettronici; adottare sistemi di sicurezza sempre più evoluti e all'avanguardia; monitorare in modo sistematico gli eventi criminosi; proseguire nella formazione del personale di sportello".E' quanto ha detto il presidente dell'Abi Corrado Faissola alla presentazione dell'indagine Ossif in materia di sicurezza.

Nei primi sei mesi del 2009 diminuiscono le rapine in banca, diminuisce il bottino medio per rapina e il bottino complessivo. In particolare, nel primo semestre sono stati compiuti 874 "colpi" allo sportello con un calo del 25,5% rispetto ai 1.173 registrati nello stesso periodo del 2008, pari a circa 50 rapine in meno al mese. Si aggira intorno ai 22 mila euro il bottino medio per rapina, mentre diminuisce il bottino complessivo, che passa dai 24,6 milioni del 2008 ai 19,9 milioni del 2009. Sono i dati principali che emergono dall'indagine sul primo semestre 2009 condotta dall'Ossif, il Centro di ricerca dell'Abi in materia di sicurezza.

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